1945 di Ferenc Török
Oggi andiamo in un piccolo villaggio in Ungheria, dove la vita procede con assoluta tranquillità. Per il notaio del paese, un uomo schietto e attento ai dettagli, questo è un giorno importante. Suo figlio sta per sposarsi, ed essendo lui l’uomo più importante del paese, tutti gli abitanti prendono parte ai preparativi per le nozze.
È l’estate del 1945, le elezioni sono alle porte, e i russi sono ovunque. È importante che in questo giorno tutto sia perfetto e che non ci siano disordini. Il notaio decide dunque di concedersi una pausa, prima della cerimonia. Pranza in una locanda, ma poco prima di mandare giù il primo boccone, viene avvisato dell’arrivo di due uomini…
Cappello nero, barba lunga… Non ci sono dubbi, sono ebrei.
Ed ecco che la tensione sovrasta la tranquillità.
Un’ora di cammino separa i due uomini dalla stazione alla loro destinazione. Due casse di profumi e cosmetici vengono caricate su un carro. I due uomini scelgono di non salirci e decidono di seguirlo a piedi. Il loro sguardo resta fisso su quelle casse, il loro passo sostenuto. Niente sembra distrarli, tranne gli occhi penetranti delle persone che si posano su di loro, raggiungendo i luoghi più nascosti dell’anima, senza tuttavia riuscire a cogliere il loro vero segreto.
“Dobbiamo restituire ogni cosa.”
Qualcosa di strano aleggia invece nelle anime degli abitanti del villaggio. Tutti nascondo un segreto comune. L’agitazione divampa e dentro di loro cresce uno strano senso di colpa. I due uomini sono irrotti all’improvviso, disturbando la quiete di quel mondo immutabile che era stata la loro vita quotidiana.
“Non c’è tempo da perdere! Gli ebrei sono tornati!”
Assistiamo così alla messa in scena degli abitanti che mettono in moto una serie di eventi ai limiti dell’assurdo, terrorizzati dal pensiero che questi due uomini possano essere giunti in città con il solo scopo di rivendicare tutto ciò che venne sottratto loro durante la guerra.
I due uomini vengono rappresentati con un aspetto sinistro, e l’accompagnamento musicale che è stato scelto li mette in mostra facendoli apparire estremamente ambigui. Ciò che i due misteriosi ebrei nascondono, in realtà non è altro che il ricordo di un passato terribile e drammatico che implode trascinando tutti, spettatori compresi, in una strana sensazione. Il notaio e tutti gli abitanti vengono catturati dalla paura, ma in loro non trapela il panico, né il grido urgente dell’esistenza o il desiderio di fuggire e di difendersi. È una paura lieve, quasi impersonale.
La scelta del bianco e nero ci mostra in modo molto nitido non solo tutte le colpe e i rimorsi degli abitanti, ma anche i due principali punti di vista: quello dei giovani innocenti e quello degli adulti contraddittori.
1945, Ferenc Török, 2017:
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