Oggi festeggiamo la festa dell’Epifania, che dal greco antico significa “manifestazione” e ricorda la visita da parte dei Re Magi a Gesù Bambino. Pensiamo di ambientarla in questo periodo covidiano e quindi il loro viaggio sarà stato reso molto difficile dalle zone gialle, arancioni e rosse e durante questo cammino quante volte saranno stati controllati con tamponi ed autocertificazioni. Saranno rientrati nella fascia di popolazione a rischio per la loro età e quindi sarà stata somministrata loro la prima dose del vaccino. Per tutti noi che non possiamo neanche incontrarci nel raggio di pochi chilometri loro hanno avuto un passaporto speciale per incontrare Gesù ed insieme alla Befana che ha regalato tanti dolci ai nostri bambini.In un periodo così triste e faticoso sotto ogni aspetto, speriamo tanto che la benedizione e la preghiera in queste feste sia per tutti noi di grande aiuto e vogliamo che i nostri piccoli abbiano un ricordo particolare, ma non brutto di queste giornate.I regali dei Re Magi sono proprio adatti in questo periodo di contagio e malattia. La Mirra deve il suo nome alla parola semitica “murr” che significa amaro ed è una gommaresina che cola dalla corteccia di un arbusto che prolifica in Somalia, Etiopia e nella penisola arabica. Famosa fin dall’antichità per le sue proprietà antisettiche e antibatteriche, la mirra viene utilizzata come rimedio contro le affezioni delle vie respiratorie.Anche il Covid aggredisce le vie respiratorie.Pensate che l’olio essenziale di mirra, puro al 100%, è un prodotto molto versatile, infatti è utile per l’aromaterapia grazie al suo profumo intenso e piacevole che aiuta a rilassarsi. Oppure come disinfettante o come cosmetico per migliorare l’aspetto della pelle. Basta metterne qualche goccia nella vostra solita crema idratante. È utile come astringente, antisettico, tonico, antinfiammatorio, antispasmodico, antifungino e contro i disturbi derivanti da raffreddamento e da intossicazione alimentare.La mirra viene usata anche curare le screpolature, infatti è una sostanza che ripara velocemente la pelle screpolata. L’oro è il simbolo della regalità ed è stato scoperto circa 6000 anni fa. E’ un metallo nobile che è scarsamente reattivo ed è resistente all’attacco sia di acidi e basi ed anche di solventi organici, però reagisce con l’acqua regia, che è una miscela costituita da acido nitrico concentrato ed acido cloridrico concentrato in rapporto volumetrico 1:3. L’oro, che si trova allo stato natio nelle rocce aurifere o sotto forma di pepite nei fiumi, ha avuto un posto di rilievo nella recente storia della medicina, per la terapia di fondo dell’artrite reumatoide. Che cosa possiamo dire dell’incenso? L’incenso usato nei riti religiosi fin dall’antichità, è una resina di colore giallo pallido che si ottiene da un albero del genere Boswellia. Il 30% di questa resina è formata dall’acido β- boswellico . La gran parte di quest’acido volatilizza quando l’incenso viene bruciato. L’aroma che si percepisce però è dovuto alla presenza di altre molecole quali ottanolo e ottil acetato. Diverse ricerche (fondamentale quella di Edzard Ernst, pubblicata sul British Medical Journal nel 2008) ci confermano la presenza in questa resina di numerose sostanze chimiche dotate di attività antinfiammatoria. La Boswellia si utilizza ormai da molti anni, ottenendo buoni benefici, nei pazienti con colite ulcerosa, Crohn o altre malattie croniche a carico dei bronchi come delle articolazioni.I doni dei Re Magi avevano tutti proprietà benefiche e curative e queste sono le qualità che richiediamo anche oggi e quindi da sempre nella storia dell’umanità siamo sempre stati alla ricerca della cura e del mantenimento della salute.Anche oggi i Re Magi sono arrivati ed hanno trovato un mondo infettato e bisognoso di cure e proprio con questo obiettivo hanno rinnovato la loro tradizione per portarci speranza e fiducia nella nascita del Salvatore. Nel cielo stanotte viaggiava anche la Befana che quando si è calata nel camino ha trovato case poco allegre e bambini da sempre in attesa dei suoi dolci.La tradizione legata alla Befana è di origini decisamente pagane e viene ricollegata al racconto fantastico per cui nella notte volavano sui campi appena seminati figure femminili pronte a propiziare il raccolto. Furono gli antichi Romani ad ereditare alcuni riti propiziatori pagani legati ai cicli stagionali e associandoli al calendario romano. La dodicesima notte dopo il solstizio invernale essi celebravano la morte e la rinascita della natura attraverso Madre Natura e si credeva che proprio in quelle dodici notti delle figure femminili volassero sui campi coltivati, al fine di ingraziarsi la fertilità dei futuri raccolti.Alcuni identificarono la figura femminile con Diana, dea lunare della cacciagione e della vegetazione.Concludo augurando a tutti il meglio in questa giornata dell’Epifania.