“Netflix: la nuova biblioteca dei giovani” | di Beatrice Bargiacchi | “Del piacere di leggere: da Proust ai Millennial”

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Premessa a cura di Andrea Giostra:

L’articolo “Netflix: la nuova biblioteca dei giovani” di Beatrice Bargiacchi, che leggerete a seguire, è uno degli importanti contributi frutto di una riflessione partecipata che vede protagonisti diverse persone appassionate di libri e di lettura. Nel mese di novembre 2019, su diversi magazine nazionali e regionali, venne pubblicato un articolo, scritto da Ilaria Cerioli e Andrea Giostra, che si poneva delle domande sul senso della lettura oggi, nel Ventunesimo secolo, a partire dal noto saggio di Marcel Proust “Sur la lecture”, pubblicato in Francia il 15 giugno 1905, fino ai giorni nostri. Un articolo che venne letto da oltre 50 mila lettori e che vide centinaia di commenti, tutti molto interessanti. A questo inaspettato successo di lettori seguì l’invito, da parte degli autori, di una riflessione partecipata avanzata a diversi loro amici e colleghi, proprio a partire dall’articolo «Da Marcel Proust ai Millennial, “Del piacere di leggere” e del “Senso di vivere tra i libri” dei ragazzi di oggi» https://mobmagazine.it/blog/2019/11/30/da-marcel-proust-ai-millennial-del-piacere-di-leggere-e-del-senso-di-vivere-tra-i-libri-dei-ragazzi-di-oggi/. Seguirono diverse adesioni da parte di studiosi, educatori, professori universitari, psicologi, critici d’arte, insegnati, artisti, scrittori e qualche giovane adulto. Il saggio, a cura di Ilaria Cerioli e Andrea Giostra, e con la co-partecipazione di diversi co-autori, che ha per titolo “Del piacere di leggere: da Proust ai Millennial”, sarà pubblicato (se riusciremo a rispettare i tempi) entro il mese di ottobre 2020, ed ha già raccolto diversi interessanti contributi che verranno anticipati in questa piccola Rubrica su questo magazine che abbiamo chiamato con lo stesso titolo del saggio di prossima pubblicazione: “Del piacere di leggere: da Proust ai Millennial”.

È bene precisare che il saggio quando sarà ufficialmente pubblicato, sarà leggibile gratuitamente online su alcuni portali web, e, altresì, potrà essere scaricato online in pdf sempre gratuitamente. Ovviamente sarà anche disponibile su tutti i portali online di distribuzione libri.

Chi dei lettori di questo contributo, quello di Beatrice Bargiacchi, volesse scriverci e sottoporre alla nostra attenzione la sua riflessione su questo grande tema, ne saremmo grati e certamente la prenderemo in considerazione per un eventuale inserimento nel saggio di cui vi abbiamo anticipato i contenuti.

Buona lettura a tutti…

Beatrice Bargiacchi

“Netflix: la nuova biblioteca dei giovani” | di Beatrice Bargiacchi

I giovani leggono poco. È ormai quasi una frase fatta, un dato che ci viene ripetuto costantemente. E in molti casi è vero. Basti guardare al proprio fratello, nipote, figlio o vicino di casa per notare come i libri sopra i suoi scaffali siano, generalmente, piuttosto scarsi. Questo non significa, però, che i ragazzi di oggi non si tengano informati e non si facciano una cultura. Esiste, infatti, uno spazio in cui entrano tutti i giorni, di cui ispezionano attentamente gli scaffali, muovendosi nelle sue varie stanze alla ricerca del genere narrativo che preferiscono e del numero di capitoli di ogni storia. Questo luogo si chiama Netflix.

La piattaforma americana venne fondata nel 1997 da Reed Hastings e Marc Randolph a Scots Valley, in California. Nata come società che distribuiva, su Internet, film e serie TV a pagamento, dal 2013 si è definitivamente affermata sul mercato, diventando una delle maggiori aziende per lo streaming di film e serie. Il suo successo è diventato inarrestabile, continuando la sua invincibile ascesa economica, mietendo consensi e accumulando seguaci. Possiamo affermarlo senza dubbi: Netflix è diventata la versione 2.0 della nostra amata biblioteca. La sua struttura e il suo funzionamento, del resto, sono esattamente gli stessi. Gli utenti devono semplicemente iscriversi al sito e pagare un abbonamento, mensile o annuale e, a partire da quel momento, hanno accesso illimitato a tutte le opere lì contenute. Le serie tv, come i libri nelle biblioteche, sono catalogate per genere. E i generi sono davvero innumerevoli. Horror, azione, fantasy, ricostruzioni storiche, serie politiche, cronache e molto altro ancora. Grazie a questa enorme varietà, la piattaforma americana ha avuto il merito di avvicinare i ragazzi alla conoscenza di tematiche che, in altro modo, non sarebbero mai state accessibili. Basti pensare a The last dance, serie campione di incassi sulla carriera del cestista Michael Jordan, che in poche settimane è diventata la serie Netflix più vista di sempre in Italia. O anche Narcos che tratta, con estrema dovizia di particolari, dell’organizzazione dei cartelli dediti allo spaccio di droga in Sudamerica tra gli anni Ottanta e Novanta. O ancora House of Cards, che racconta degli intrighi politici all’interno del governo statunitense.

Le serie tv sono diventate, quindi, la versione digitale dei libri. Sono organizzate in volumi, detti “stagioni”, le quali sono suddivise in capitoli: gli episodi. Un’ampia fetta di queste, del resto, è tratta spesso da romanzi. Una delle più recenti è Unorthodox, successo mondiale di pubblico e critica, che descrive le condizioni di vita di una ragazza all’interno di una comunità ultra-ortodossa-chassidica. La serie, appunto, è basata sull’autobiografia di Deborah Feldman Unorthodox: The Scandalous Rejection of My Hasidic Roots. Abbiamo poi la nostrana L’amica geniale, tratta dalla tetralogia di Elena Ferrante, che ha permesso ai ragazzi di scoprire come è cambiata la società napoletana dagli anni ’50 a oggi.

Una parte dei Millennial, insomma, avrà forse difficoltà a ricordarsi il nome dell’attuale Presidente della Repubblica, ma è perfettamente in grado di sostenere una conversazione sull’organizzazione del sistema elettorale americano, sulla storia dei traffici di cocaina tra gli Stati Uniti e il Messico, o su quali siano i rituali propiziatori al matrimonio nella comunità Satmar. E, del resto, può benissimo memorizzare anche il nome del Presidente della Repubblica. Basta costruirci sopra una serie TV.

È stato infatti così per 1992, serie che racconta dello scandalo di Mani pulite, che ha permesso alle nuove generazioni di scoprire tutto su un evento che ha segnato la storia del nostro Paese e che, se fosse stato raccontato solo dai libri di storia, sicuramente non sarebbe risultato così accattivante.

Grazie a Netlix, insomma, i ragazzi (e, diamoci la verità, anche gli adulti) non particolarmente appassionati alla lettura, hanno comunque l’opportunità di farsi una cultura e di informarsi sugli argomenti più disparati. Come è successo a mia cugina Anna, 15 anni, che durante un pranzo di famiglia mi ha raccontato la storia della monarchia inglese, essendo lei grande appassionata della serie TV The Crown. In un’altra occasione, invece, mi ha spiegato come sia importante sensibilizzare le ragazze al problema del vaginismo, cosa che ha imparato guardando Sex education.

In alcuni casi, inoltre, le serie TV possono giocare un ruolo fondamentale nell’invogliare i ragazzini a leggere. La mia vicina di casa Laura, 16 anni, si è innamorata di Anna dai capelli rossi dopo aver guardato tutte le stagioni di Chiamatemi Anna, tratta appunto dal famoso romanzo di Lucy Maud Montgomery. Dopo che Il trono di spade è diventato una serie tv, inoltre, la vendita dei libri di questa fortunata saga è schizzata alle stelle, avvicinando alla lettura giovani di tutte le età (fenomeno già verificatosi con le saghe cinematografiche di Harry Potter e, ancor prima, de Il Signore degli Anelli). Per non parlare di Tredici che, affrontando il tema del suicidio giovanile, ha riversato centinaia di ragazzi in libreria a comprare 13, il romanzo di Jay Asher.

Ma, a questo punto, sorge spontanea una domanda: i ragazzi non leggono per colpa dell’esistenza delle serie tv che li invogliano a guardare quelle, piuttosto che leggere i libri da cui sono state tratte, oppure le serie corrono in soccorso dei non amanti della lettura, fornendo loro la possibilità di appassionarsi ad una storia?

Questa domanda somiglia molto all’antico dilemma se sia nato prima l’uovo o la gallina. Del resto, c’è da dire che la moda delle serie TV è piuttosto recente. Netflix, pur esistendo dal 1997 e pur avendo inaugurato il suo servizio di streaming on demand nel 2008, si è realmente imposto sul mercato soltanto nel 2013. La frase fatta “i giovani non leggono più”, invece, è ben più datata.

A mio avviso, quei ragazzi che amano leggere (perché ce ne sono) hanno continuato a farlo, indipendentemente dall’esistenza delle serie TV. Mentre quelli che non aprirebbero un libro neanche sotto tortura hanno adesso l’opportunità di spalancare la mente e tenersi informati laddove, senza il supporto dell’intrattenimento digitale, non avrebbero mai potuto farlo. Certamente al giorno d’oggi gli stimoli sono innumerevoli. Ci sono i film, Netflix, Amazon Prime Video, Internet, i videogame, dove invece negli anni ’50 uno dei principali rimedi alla noia poteva essere aprire un libro. Ma siamo davvero sicuri che, negli anni ’40, ’60, ’80 eccetera, chi non amasse la lettura vi indugiasse lo stesso, quando era annoiato? Siamo convinti che un giovanotto degli anni ’70, non particolarmente incline alla lettura, quando si annoiava aprisse un libro, piuttosto che uscire con gli amici a fare una passeggiata?

La verità è che se un ragazzino non ha voglia di leggere, che sia ai giorni nostri o trent’anni fa, semplicemente non legge. Oggi, in alternativa, accende la PlayStation. Ieri scendeva a giocare in piazza. Siamo davvero sicuri che la generazione dei nostri nonni leggesse tanto più della nostra? Moltissimi non hanno avuto neanche pieno accesso all’istruzione. Parecchi non sanno neppure leggere. Al contrario di oggi, in cui disquisiamo di ragazzi che sono, ormai, totalmente alfabetizzati e sanno parlare, in molti casi, più di una lingua.

A mio parere, la nostra società vive nell’eterna percezione che “le cose stiano peggiorando”, che le persone stiano diventando più cattive, che la cultura si stia deteriorando, che “si stava meglio quando si stava peggio”. È divertente osservare come, nella maggior parte dei testi filosofici della Grecia Classica e dell’antica Roma, le considerazioni in merito fossero esattamente le stesse. Il concetto del “si stava meglio prima” è una delle poche, vere costanti nella storia dell’umanità. La verità è che, oggi come quarant’anni fa, l’hobby della lettura appartiene a una minoranza della popolazione. E legge solo chi ha voglia di farlo, indipendentemente da quali siano gli stimoli esterni.

In ogni caso, negli ultimi anni molti Millennial si sono avvicinati al mondo dei libri. E lo hanno fatto grazie a YouTube. Se infatti Netflix è paragonabile all’odierna biblioteca, YouTube è senz’altro la moderna televisione. Sulla piattaforma nata nel 2005, infatti, si trovano programmi di qualsiasi sorta, pensati per ogni tipo di pubblico e riguardanti qualunque argomento. Del resto, come per la tv, anche su questo sito si parla di “canali”. Ci sono quelli pensati specificatamente per i bambini piccoli come Dolci Melodie, che posta canzoni per l’infanzia. Per chi cerca delle risposte ai quesiti scientifici, invece, c’è Scienziati Subito che, attraverso i suoi video caratterizzati da un linguaggio semplice, chiaro e divertente, è arrivato ad avere un pubblico di ben 180.000 giovani. Ci sono poi i canali dedicati al make-up, quelli che parlano di cinema, di fitness o di alimentazione. Ci sono canali dedicati alla musica, ai problemi di coppia e ai viaggi. YouTube, insomma, è il luogo cui i ragazzi si rivolgono quando vogliono informarsi o laddove, semplicemente, cerchino un po’ di sano intrattenimento.

Molti youtuber, del resto, sono diventati dei veri e propri personaggi pubblici. Basti pensare a Frank Matano che, se nel 2008 gestiva un canale di scherzi telefonici, oggi è uno dei volti televisivi più amati dai giovanissimi. C’è poi Willwoosh (Guglielmo Scilla) che su YouTube propone format di genere comico, seguiti da più di un milione di ragazzi, e che grazie al suo successo ha visto aprirsi le porte del teatro, della tv, della radio del cinema e del doppiaggio. Ci sono anche gli youtuber di viaggi Marcello Ascani e Humansafari, alias Nicolò Balini, che, in seguito ai loro mini-documentari dedicati alla scoperta del mondo, sono diventati talmente seguiti da trasformare la loro passione per l’avventura in un lavoro ben retribuito. Chi invece volesse conoscere tutto su una località specifica può trovare centinaia di canali che trattano di ogni singolo Paese del mondo. Come del resto succede con Seoul Mafia, gestito da Marco Ferrara, considerato oramai un punto di riferimento per i ragazzi italiani che vogliono imparare il più possibile su usi e costumi della Corea del Sud.

Quelli elencati sono solo pochi esempi della foresta di celebrità che questa piattaforma online ha creato negli anni. Loro sono i “volti noti” delle nuove generazioni, che sono troppo giovani per avere come punto di riferimento Pippo Baudo o il compianto Mike Bongiorno, ma che a questi preferiscono ragazzi della loro età, che parlino un linguaggio a loro vicino e che trattino tematiche che gli interessino.

E se qualche anno fa i fan di Ornella Vanoni correvano ad acquistare la sua biografia e gli ammiratori di Benedetta Parodi non potevano, e non possono tutt’ora, perdersi neanche uno dei suoi libri di cucina, i Millennial si precipitano adesso in libreria a comprare le fatiche letterarie dei loro idoli. Come Le fantafiabe di Luì e Sofì, opera scritta dalla coppia di youtuber conosciuta come Me contro te, o come Francesco Sole, giovane star del web che dal 2014 al 2019 ha pubblicato cinque libri di grande successo, mentre nel 2017 è uscito Una mamma per nemica del duo comico Matt&Bise. Risale invece al 2016 Succede, romanzo che tratta dei piccoli e grandi problemi dell’adolescenza, scritto da Sofia Viscardi, idolo incontrastato dei ragazzini, diventata famosa a soli sedici anni grazie a video in cui parlava della sua vita e dei problemi ed interessi che la caratterizzavano. La sua opera letteraria divenne, nel giro di pochissimo tempo dalla pubblicazione, un vero e proprio fenomeno editoriale, affermandosi come uno dei libri più venduti dell’anno e dal quale venne, nel 2018, tratto l’omonimo film. La maggior parte, se non la totalità, di questi nomi potrebbe risultare assolutamente sconosciuta per chi avesse più di venticinque anni. Ma per un’intera generazione di giovani questi sono degli importantissimi punti di riferimento, dei cui format non si perdono neanche una puntata o, per meglio dire, neanche un video.

E sono proprio queste e moltissimi altre “celebrità” che hanno condotto centinaia di ragazzi nelle librerie. Alcuni di loro hanno del resto dimostrato grandi capacità di scrittori, mentre altri hanno avuto bisogno di farsi aiutare da autori più esperti. Come non citare, per l’appunto, il libro dell’influencer Giulia De Lellis (Le corna stanno bene su tutto. Ma io stavo meglio senza) la quale, pur non provenendo da YouTube, è ormai un’assoluta celebrità 2.0, seguita su Instagram da quasi 5 milioni di ragazzi. Non essendo lei, per sua stessa ammissione, dotata di particolari doti oratorie, ha chiamato in soccorso la scrittrice Stella Pulpo, dando vita con lei a una fatica letteraria da oltre 100.000 copie vendute.

Insomma, negli ultimi anni molti sono stati i libri acquistati dai ragazzini. Certo, non sono i grandi classici della letteratura e neanche saggi filosofici. Sono i romanzi scritti dai loro riferimenti culturali, da quelli che sono per i Millennial i moderni Pippo Baudo e Mike Bongiorno. Persone che stimano, che vedono come esempi e modelli, i quali usano il loro stesso codice comunicativo, un linguaggio che arriva a coinvolgerli, emozionarli e divertirli. E, in molti casi, questi odierni beniamini sono riusciti ad avvicinare al mondo della carta stampata ragazzi che in una libreria non avevano mai neanche messo piede. La lettura, del resto, è una forma di piacere. E il piacere non può nascere da un’imposizione. Ognuno legge ciò che riesce a catturare il suo interesse, parlare il suo linguaggio, dar voce ai propri sentimenti, idee, sogni. È proprio questa la magia dei libri. Riconoscere le proprie emozioni nelle parole che ci scorrono sotto gli occhi. E se tali sentimenti scaturiscono dalle pagine scritte da uno youtuber, cosa c’è di male, fintanto che un ragazzino, leggendo, si emoziona? Se un Millennial che normalmente odia leggere, entra in biblioteca, compra il libro del suo blogger preferito e si siede e ne sfoglia le pagine e ride, piange, si commuove, chi siamo noi per giudicare?

Ma come mai nel 1888 il riferimento culturale per i ragazzi era Il piacere di Gabriele D’Annunzio e nel 1923 era La coscienza di Zeno di Italo Svevo, mentre adesso è, magari, Il mio libro sbagliato di Greta Menchi? È necessario, innanzitutto, capire da quale classe sociale fossero letti, all’epoca, Svevo e D’Annunzio. Sicuramente erano accessibili a un’élite di giovani che frequentava l’università, che aveva accesso all’alfabetizzazione e agli studi. Un adolescente figlio di operai, che non aveva mai avuto neanche la possibilità di andare a scuola e di imparare a leggere, difficilmente si sarebbe mai potuto accostare a un romanzo psicologico. Ma all’epoca non esistevano, come oggi, libri per ogni fascia di livello culturale. Nell’Ottocento e nel Novecento gli unici che scrivevano e pubblicavano testi erano gli intellettuali. E i loro scritti erano, conseguentemente, articolati e complessi. Con il passare dei secoli si è ampliato il livello di alfabetizzazione e quindi di persone che hanno avuto accesso ai libri e alla lettura. Ma non tutti abbiamo lo stesso titolo di studio. Grandi e bellissime opere della letteratura continuano, tutt’oggi, ad essere pubblicati. Basti pensare ai romanzi di Alessandro Baricco, Elena Ferrante, Erri De Luca, eccetera. E a questi hanno accesso, generalmente, ragazzi maggiormente abituati a leggere, che magari hanno intrapreso un percorso di studi. Ma ci sono anche molti ragazzini che normalmente non leggono affatto, o perché leggere non gli è mai piaciuto né interessato, o semplicemente perché hanno interrotto gli studi molto presto. Se fossimo ancora nell’Ottocento, questi ultimi non avrebbero mai avuto l’opportunità di leggere. Ma siccome l’editoria si è aperta a soddisfare i bisogni di diverse fasce di pubblico, ora chiunque, indipendentemente dalla frequenza con cui apre un libro, ha la possibilità di trovare testi che gli piacciano e in cui possa rispecchiarsi. E questo non può che essere positivo.

Quindi ben venga ogni espediente che aiuti i giovani a decifrare i loro sentimenti, ad appassionarsi a qualcosa, ad informarsi e a sognare. Che permetta loro di aprirsi al mondo e alla sua varietà, che gli insegni a conoscere realtà diverse dalla propria. Che li aiuti ad esplorare la complessità di ciò che provano e di non averne paura. In poche parole, che li porti a emozionarsi.

 

INFO E CONTATTI DELL’AUTORE:

 Beatrice Bargiacchi dice di sé: «Sono nata a Grosseto il 4 gennaio 1992. Mi sono laureata nel 2018 in Filologia, Letteratura e Storia dell’Antichità presso l’Università degli Studi di Firenze. Attualmente lavoro a Liegi, in Belgio, in un’associazione culturale che organizza attività educative, artistiche e ludiche per bambini e adolescenti. Ho pubblicato il libro “Schegge d’attimi” nel 2011 con la casa editrice Innocenti Edizioni, seguito dal racconto “Sempre caro”, nel 2015, con Il Foglio Letterario, con il quale nel 2018 ho pubblicato il libro “Tre Estati” e il racconto “I nostri Universi” a gennaio 2020. Il mio primo articolo è stato “La Transiberiana: un viaggio ai confini del mondo” per IlGiunco.net, nel 2019. Dal 2020 scriva articoli per Mobmagazine.it»

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