Sto lavorando al mio prossimo progetto, così ieri ho rivolto a un’amica psicologa alcune domande su come le persone stanno vivendo questo periodo e quali potranno essere le conseguenze sul modo di intendere rapporti e relazioni. Noi scrittrici/scrittori abbiamo come un sesto senso, riusciamo a cogliere le correnti sotterranee e percepiamo il temporale anche se fuori c’è il sole. Da quando è iniziata la pandemia ho iniziato a osservare di più e ad annotare tutto: comportamenti, situazioni, linguaggio, articoli sui social, domande più frequenti nei gruppi, fantasie, desideri e bisogni. Ovviamente il tema di indagine è l’eros di coppia o non di coppia, comunque la relazione. È innegabile che qualcosa è cambiato. La convivenza prolungata con il coniuge (soprattutto penso a chi era abituato a una vita dinamica e con impegni lavorativi ora interrotti) a cui si aggiunge il senso di precarietà e la paura verso un futuro sempre più incerto, sta mettendo a dura prova tante coppie. Molte vivono in pochi metri quadri che dividono con figli, magari adolescenti o addirittura con i genitori (famiglie sono tornate a vivere a casa dei suoceri perché non possono più permettersi il mutuo) non hanno più spazi per l’intimità. Il desiderio si sfoga sempre di più in modo virtuale. Mentre l’uomo realizza un bisogno primario anche solo con uno stimolo visivo (con questo non dico che gli uomini siano superficiali), le donne invece stanno soffrendo la mancanza di attenzioni, di carezze, di orgasmi veri.
Ilaria Cerioli
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In copertina, opera di Zoe Lacchei
Zoe Lacchei è una artista italiana cresciuta in una piccola città vicino a Roma, un posto tranquillo lontano dal caos della città. L’essere isolata le ha dato una grande astrazione e capacità di evasione , due caratteristiche che costituiscono la base del suo lavoro da adulta. Dopo il liceo, invece di frequentare corsi accademici regolari, si è concentrata sui temi che amava di più, come ad esempio l’anatomia umana e la cultura giapponese. Oggi lei è popolare e conosciuta in tutto il mondo. Ha pubblicato diversi lavori e ha partecipato a numerose mostre. Il suo stile inconfondibile è una fusione di diverse tecniche e materiali tradizionali. Nell’aprile del 2004 ha realizzato tredici dipinti per la Gold Disc del Marilyn Manson (Golden Age of Grotesque del), raccolti poi nel portafoglio originale: Metamorfosi, l’arte di Zoe Lacchei. Il suo lavoro sull’evoluzione visiva di Marilyn Manson ha segnato la sua carriera artistica, a livello grafico, ma anche in termini di visibilità. Dal 2007 è titolare di uno studio-galleria a Roma.