Seduzione e seduttività: sì o no alle strategie di conquista? | di Daniela Cavallini

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Amiche ed Amici carissimi, soprattutto nei Social si parla sempre più di tecniche di seduzione finalizzate ad “istruire” le donne affinché colui che non le considera, caschi ai loro piedi.

Innanzitutto sostituirei il termine “seduzione” con “seduttività”. Essere seducenti è una grande dote innata, la seduttività è acquisibile, tuttavia, ad un occhio attento, si rivelerà per ciò che è: artefatta!

Personalmente aborro i “falsi d’autore” e le imitazioni in genere, lapalissiano dunque il mio credere unicamente nella spontaneità, soprattutto nell’ambito di una conoscenza ipoteticamente destinata a trasformarsi in una relazione sentimentale.

Pur prescindendo dal distinguo sopra evidenziato, il cd “no contact” è presentato come la panacea per la riconquista. “Non cercarlo e vedrai come ti cercherà lui”, pare essere il leitmotiv delle tecniche divulgate, seguito da “e quando ti cercherà lui, non mostrarti disponibile/ non rispondere subito ai suoi messaggi o telefonate/ fatti desiderare/ solo così otterrai di vederlo cadere ai tuoi piedi/ ecc.”.

Non ho la presunzione di professare la verità, tuttavia, parto dal presupposto che due persone che si desiderano si cercano reciprocamente e con grande piacere.

La ricerca a senso unico, creando vari escamotage nell’intento di non apparire una donna che lo rincorre, la considero alla stregua di nascondersi dietro un dito: inefficace e macchiettistica. Piuttosto preferirei espormi ed esprimergli con dignità e  chiarezza il mio interesse, nonostante la consapevolezza dell’elevata percentuale di ottenere un rifiuto.

Per quanto ci si sforzi d’inventare qualsivoglia ipotesi, penso che un uomo sa bene come corteggiare una donna e se non lo fa… a voi trarne la conclusione.

In genere le tattiche pubblicizzate, attribuiscono all’uomo la decisione del  distacco: pertanto sono rivolti alla donna i vari stratagemmi atti alla (ri)conquista, a partire appunto dal “non cercarlo e vedrai come ti cercherà lui”.

Qualora fossimo in presenza di un uomo evitante, credo che più di una tecnica di “seduzione”, “non cercarlo” sia da considerarsi una regola base della buona educazione: evitare l’invadenza.

Se, a livello pratico,  evitare l’invadenza, coincide con il suggerito “metodo” – “non cercarlo”-, differisce nell’obiettivo e nello stile di pensiero, ma, soprattutto, tralascia un aspetto: se “costui” non è interessato a “te” e lo dimostra fin troppo chiaramente nel non cercarti o – al massimo della performance – nel rispondere ai tuoi messaggi “quando e se”, come puoi pensare che ti rincorra (innamorato!) nel momento in cui ti togli di mezzo?

Forse la tua sparizione può sollecitare la momentanea attenzione (quello che viene proclamato il grande ritorno!!)  di un narcisista che, vedendo scemare l’interesse nei suoi confronti da parte di colei che – per lui – altro non è che una scontata componente del suo entourage, magari si attiva con la scaltrezza degna di un pusillanime dichiarando “sei la donna della mia vita, non hai capito nulla di me”, raggiungendo l’obiettivo di esercitare il suo potere su di lei. È questo che desideri per te stessa?

Le giustificazioni che pietosamente si costruiscono a sua difesa – è stanco, lavora molto, ha bisogno dei suoi spazi, i suoi amici si offendono se non chatta/esce con loro, è impegnato con i genitori che non stanno bene, l’ex o attuale compagna è un’arpia, ha paura d’innamorarsi dopo le ultime sofferenze, però mi ha detto che sono la donna della sua vita (!!)  altro non sono che patetici ed insani analgesici, autosomministrati nell’intento di eludere la verità: non è interessato!

Esperienza e razionalità insegnano a valutare i fatti.

Considero tuttavia rilevante il confronto tra le aspettative della donna e  l’oggettività del contegno dell’uomo. Mi spiego: se mi aspetto che “lui” mi telefoni più volte al giorno intrattenendosi almeno un’ora per volta e, magari, nel tempo che intercorre tra una telefonata e l’altra mi invii dolci messaggi… è bene che riveda l’illogicità del mio desiderio o mi cerchi solo nullafacenti, peraltro molto espansivi.

Detto questo, se è oggettivamente constatabile il comportamento opposto, tanto ben descritto in Teorema da Marco Ferradini “non farti vivo, quando la chiami fallo come fosse un favore”, non vedo alternative al rimuovere ogni speranza.

Qualora lui si rifacesse vivo, non concordo sul consiglio di non rispondergli: opterei per  ascoltare cos’ha da dire, proteggendomi con lucidità tanto da non lasciarmi abbindolare e finalizzata a discernere tra la momentanea emozione e le sue reali manifestazioni.

Infine, pare che l’apoteosi della soddisfazione femminile consista nel “vederlo cadere ai tuoi piedi”: mi pare un godimento meschino… per quanto mi riguarda, al mio fianco desidero un uomo innamorato e che sappia tenermi testa… ai miei piedi voglio solo tappeti e zerbini.

Un abbraccio

Daniela Cavallini