La distanza non esiste per chi si vuole, per chi si vuol bene, veramente.
La distanza è un concetto astratto quando ci si vuole, l’un l’altro, unico pensiero: appartenersi.
La distanza non esiste per chi si pensa, tra chi si pensa veramente.
È distante da noi, ci separa, e ci è indifferente, solo ciò che non ci emoziona, non ci appartiene, solo ciò in cui non si crede.
E’ ad un alito di vento da noi chi desidera, ama, sorprenderci.
Sorprendimi e sarò qui, qui dove non esiste confine, ma solo noi, noi che conosciamo la paura di perderci.
Solo ciò in cui non crediamo, quel perdere, quel perdersi, non ci fa paura.
La paura che non senti, è qualcosa che non nasce, muore, non esiste.
Mentre la paura ci fa sentire vivi, ci deve far sentire vibrazioni mai provate, sempre nuove, pertanto magiche.
La paura si scioglie nel coraggio: in un abbraccio, quindi sentirsi.
La paura di perdersi, di allontanarsi, è quella paura che unisce, non conosce distanze, conosce l’appartenersi.
Nella distanza di un respiro, esisti.
La distanza la percepisci e la trasmetti in risposta ad un sentire del cuore.
La paura è sempre giovane, non ha tempo, non conosce tempo.
La paura non ha età.
È l’anima che attrae e respinge, seguendo i sentimenti, come fanno le maree quando toccano gli scogli, sospinte dal vento. Si appartengono, si uniscono e basta.
E come fa il mare sulla roccia, come fa l’acqua che si fa una cosa sola con la sabbia, così siamo noi, se ci si appartiene nulla potrà impedire quel legame, quell’unione.
Loro, non conoscono distanze, lo dimostrano le onde nel loro procedere inarrestabile.
Loro sanno bene che si tratta solo di momenti, il tempo della rincorsa prima di riabbracciarsi.
Il loro abbraccio è una fusione sempre nuova, crescente.
In questo scambio di abbracci e attese, il loro cambiamento, il loro completamento.
Complici nel loro brillare sotto la luce lunare, complici sotto la luce del sole, vivi.
Come tra loro non esiste distanza, così tra noi. Solo maree naturali.
La distanza è quel cammino speciale che si traccia passo dopo passo, al fianco, insieme.
Unione naturale, senza un dettame scritto, o sterile manuale, o peggio un contratto, solo comunicazione attraverso l’unione di quelle mani che non conoscono distanze.
Mani che sanno dove posarsi, dove trovare, scambiare calore.
Unione di mani e di sensi, nella reciprocità di felici intenti.
Elena Rosa Tafanelli