Elevato è il grado di consapevolezza che il vero critico possiede e quindi lui individua chi sa suonare e chi no, poi sa riconoscere chi suona con arte o solo con semplice padronanza dello strumento. Alcuni non sanno disegnare né dipingere, ma vogliono apparire lo stesso ovunque, anche su un catalogo di poesie, pittura e altro. Lo sprovveduto lo riconosci anche dalle foto che manda a fare catalogare: inquadrate male, scattate con il “Flash”, sfocate e senza o con incomplete informazioni sui dati dell’opera. Invece di leccare qua e là per farsi strada, e parlare di umiltà per impietosire, ben sapendo di esserne totalmente privi, vadano scuola o a lezione da un vero maestro. A certa gente che vuole essere inserita in un libro o catalogo, è meglio dire diplomaticamente che non c’è più spazio, (come in genere rispondono le redazioni dei giornali) perché un libro può anche essere a scopo benefico, ma c’è un limite a tutto. Certe opere presentano carenze grafiche, pittoriche e prospettiche molto imbarazzanti, oltre tutto i contenuti sono di una banalità desolante. Un minimo di dignità il libro lo deve avere, altrimenti non ha senso. Le poesie non vanno mescolate con le filastrocche, o con i contenuti delle cartine che avvolgono i Cioccolatini. Vanno distinte. Il fine benefico non giustifica l’infima proposta pseudo culturale. Ai bisognosi non diamo dei generi alimentari scaduti perché tanto è beneficenza.
Marco Cagnolati