Amiche ed Amici carissimi, spesso in seguito ad una rottura sentimentale, soprattutto se subìta per decisione dell’altro, ci chiediamo se la nostra storia è davvero finita oppure se è ipotizzabile il recupero del rapporto.
Tra le varie convinzioni, due le macrocategorie: possibilisti e… non. Per inciso, i “non” – gli intransigenti – sono coloro che rifiutano ogni ulteriore opportunità, asserendo, in riferimento ad una riconciliazione con l’ex partner, la poco lusinghiera definizione di “minestra riscaldata”.
Non esistono regole, tutti noi viviamo in costante cambiamento, pertanto, nulla è escludibile a priori e, propendendo personalmente per la categoria “possibilisti”, in tal caso affermo il valore del dubbio: “forse” e “dipende” sono gli antidoti all’assolutismo, atteggiamento non di rado preclusivo all’eventuale ritrovata intesa.
Considerando “forse” quale ipotesi presentata dal destino, scelgo di riflettere su “dipende”.
Innanzitutto “dipende” dalle cause che hanno determinato la chiusura della relazione: la soggettività è insindacabile, tuttavia, pur secondo individuale percezione, nella (ex)coppia alcuni motivi sono considerati controvertibili, altri inaccettabili. Va da sé che in quest’ultima ipotesi – l’inaccettabilità, non escludendo neppure l’incompatibilità – non vedo possibilità di ravvedimento, ma forse solo l’ingannevole, flebile, trappola della nostalgia.
Alla sfera “dipende” ascrivo anche le modalità di chiusura e riconquista adottate nei confronti dell’ex partner.
Molto difficile un ritorno a seguito di diffamazioni e/o affermazioni offensive, a corredo della separazione.
Soprattutto le donne sono le più sensibili al verbo “riconquistare” e talvolta alcune sono persino disposte ad azzerbinarsi, per poi chiedere a fronte del constatato insuccesso “cosa potevo/potrei fare di più?! E’ proprio uno str…o!”.
Cosa significa “fare di più”? dato che ti sei già azzerbinata, forse pensi di sprofondare sotto i suoi piedi?
Prescindendo da ovvie considerazioni in merito al rispetto di se stesse oltreché della decisione dell’altro – che non è necessariamente str…o solo perché non ti ama più – è essenziale comprendere anzitutto che la riconquista chiede totale reciprocità; è un grave errore pensare di poter convincere un uomo a restare al nostro fianco e, comunque, quand’anche funzionasse, tralasciando pure la scorrettezza dell’intrinseca manipolazione, il massimo livello di attenzione ottenibile sarebbe assicurarsi la sua pena… ecco servita “la minestra riscaldata”.
Credo che ritrovarsi debba suscitare una grande gioia, risvegliare entusiasmo e passione… sensazioni paragonabili – per analogia alimentare – ad una magnifica, squisita torta…
Alla “minestra riscaldata”, associo la degna similitudine “economia sentimentale”, i cui “ingredienti”, davvero poveri e poco ambìti, sono:
fame (d’amore)
paura (della solitudine)
abitudine (resistenza al cambiamento)
bisogno (non bastare a sé stessi)
Con questi componenti, com’è possibile pensare che la “minestra riscaldata” sia divenuta più appetibile di quando si è freddata?
Un abbraccio
Daniela Cavallini