Nei primi tre mesi del 2021 sono arrivate all’INAIL 185 denunce di infortunio mortale e sono 19 in più dello stesso periodo dell’anno precedente. Come tutti sappiamo in questi giorni ci sono stati incidenti mortali dove hanno perso la vita a Busto Arsizio Christian Martinelli di 49 anni, che si è ferito lavorando ad un tornio idraulico e Luana D’Orazio di appena 22 anni, che è rimasta schiacciata da un orditoio in una azienda tessile pratese. Queste vite sono state spezzate da una inadeguata valutazione del rischio di queste mansioni svolte con questi macchinari e purtroppo vengono a mancare figure importanti per le famiglie sia in qualità di genitori che di figli troppo giovani per morire.Le morti sul lavoro sono sempre accadute ed in Toscana in questi giorni viene ricordata la tragedia avvenuta nella miniera di carbone di Ribolla-GR-, dove persero la vita 43 minatori. Era il 4 maggio del 1954 ed in quei cunicoli e gallerie scoppiò il grisou. In pochi secondi ci fu un boato tremendo e dopo un silenzio agghiacciante. Furono attivati i soccorsi, ma il dramma era veramente imponente. A solo un mese dalla tragedia la commissione incaricata dalla Camera del Lavoro di indagare sulla vicenda consegnò alla Cgil nazionale un’inchiesta dal titolo “Le responsabilità della Montecatini nel disastro minerario di Ribolla”, in cui si dimostrava la responsabilità del gruppo Montecatini nella strage, mettendo in evidenza le insufficienti misure di sicurezza messe in atto dalla direzione della miniera e la scarsa ventilazione, furono individuate come le cause della tragedia. In questa miniera venivano estratte annualmente 270.000 tonnellate di carbone.Nelle Colline Metallifere della provincia di Grosseto erano presenti molti giacimenti minerari e precisamente di pirite, che è un disolfuro di ferro.Tutto iniziò a Niccioleta e le prime notizie su Niccioleta risalgono alla fine del XIX secolo.La bibliografia in materia parla di un podere chiamato Niccioleta in mezzo ad anfratti boscosi, dove le piante prevalenti erano dei noccioli selvatici da cui è derivato il nome della località. Già in questo periodo vi erano dei lavori di tracciamento e di ricerca del minerale, ma è nel 1910 che la Società Ferromin, collegata con la Società Ilva, per trovare il ferro iniziò l’estrazione della limonite affiorante dai terreni della zona, i cosiddetti brucioni, delle impregnazioni diffuse di ocra gialla o rossa, da cui l’aspetto di terra bruciata, indizio di un giacimento minerale.Nel1910 venne nominato amministratore delegato un giovane ingegnere livornese, Guido Donegani .Lui da subito ebbe le idee chiare. Donegani sapeva, che in Italia non esisteva un’industria chimica autonoma e per crearla bisognava avere la materia prima fondamentale.Per la produzione dell’acido solforico era necessaria la pirite. Infatti questa frantumata in granuli di due o tre millimetri, la pirite viene arrostita e, bruciando, produce dei gas solforosi che, attraverso una serie di camere di piombo, producono l’acido solforico. La Società Montecatini acquistò, pertanto, le miniere di Fenice Capanne, di Boccheggiano e di Gavorrano incrementando la produzione dell’acido e si espanse in tutta la zona fino all’Amiata aumentando in maniera esponenziale il proprio capitale.Niccioleta è frazione di Massa Marittima e solo dal 1976 è diventata Polo Tecnologico e Scientifico del Parco Minerario delle Colline Metallifere per la presenza del Centro Documentazione della Storia Mineraria.A Niccioleta negli trenta i minatori di zona non erano più sufficienti, per cui la Società Montecatini assunse altro personale ed edificò il villaggio di Niccioleta. Allo stesso tempo cambiò il paesaggio delle Colline Metallifere; si creò il sistema di teleferiche più grande d’Europa, che consisteva in quarantacinque chilometri di tralicci attraverso cui le paioline piene di minerale scavalcavano macchie, fossi e ruscelli.Questo era il quadro organizzativo di questo lavoro molto faticoso e rischioso nella Maremma Toscana. La normativa redatta atta a garantire la sicurezza sul lavoro cerca di andare incontro a cambiamenti importanti del sistema di impresa e cerca di fare un’azione importante di prevenzione, valutando i rischi per la salute degli operatori insieme ad un normativa atta a garantire la tutela della salute dell’ambiente circostante.Nel 1994 entrò in vigore la legge “626, che aveva lo scopo di mettere l’Italia alla pari con gli altri paesi europei in materia di sicurezza sul lavoro. La Legge 626 ha introdotto elementi importanti, tra cui la figura dell’RSPP, la figura dell’RLS (il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza) e il Servizio di Prevenzione e Protezione. Altro cambiamento importante arrivato con la Legge 626 prevede che il datore di lavoro stesso sia responsabile della della sicurezza sul luogo di lavoro, mentre con la legislazione precedente, era “debitore della sicurezza nei posti di lavoro”. Allo stesso modo, con la Legge 626 diventa obbligatoria anche la redazione del Documento di Valutazione dei Rischi. Nel 2008 entra in vigore il Decreto Legislativo 81 anche con l’approvazione del Ministro del Lavoro e dei sindacati Cgil, Cisl e Uil. Questi erano i cambiamenti più importanti rispetto alla precedente Legge 626:
- introduzione di sanzioni penali in caso di trasgressione della normativa;
- introduzione della figura dell’RLS, quale rappresentante dei lavoratori che può ispezionare gli impianti e visionare i documenti aziendali relativi alla sicurezza;
- obbligo della compilazione del Documento di valutazione del rischio da parte del Datore di lavoro (obbligo non delegabile);
- Introduzione dell’obbligo di responsabilità delle aziende appaltatrici verso le aziende subappaltanti;
- sospensione delle attività fino alla messa in regola nei casi di aziende che non rispettino le indicazione del Testo Unico, aziende con un deficit di personale maggiore del 20% di lavoratori in nero, aziende con turni di lavoro maggiori di quelli consentiti dai Contratti Nazionali di categoria.
La fiducia negli organi istituzionali preposti a far rispettare certe regole e l’informazione dei lavoratori dovrebbero essere i punti essenziali perché siano messe in atto tutte le cautele necessarie affinchè sia tutelata la salute del lavoratore sia per il verificarsi di malattie professionali e perchè non si verifichino morti sul lavoro. Concludo con la recitazione dell’articolo 1 della nostra Costituzione:
Art. 1. L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.