Semplicità: la parola chiave per alimentarsi bene | di Caterina Civallero

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Tratto dal mio libro Un sorso e un morso.

Semplicità.

È una parola che ho conquistato nel tempo, sul campo. Unita alla freschezza e genuinità crea una triade magica capace di lenire ogni tristezza e rimuginazione, perché, come insegna la medicina tradizionale cinese, ogni emozione corrisponde a un organo e ogni organo espleta più funzioni, una delle quali primaria rispetto alle altre. La tristezza è del polmone, organo che insieme al colon è deputato allo smaltimento delle sostanze azotate, mentre rimuginare è tipico dello stomaco. Il cuore insieme all’intestino tenue regola l’amore e l’allegria, la gioiosità; il fegato insieme alla cistifellea gestisce la rabbia e il rancore. Alla vescica e ai reni viene consegnato il pesante scettro della paura, sentimento che, in antitesi con l’amore e l’amorevolezza, decide per noi e ci spinge a compiere, o rimandare, grandi decisioni di vitale importanza.

Cucinare in una maniera piuttosto che in un’altra allevia o sostiene i nostri stati d’animo. Lo sapeva bene anche la scuola greca che molti anni prima di Cristo utilizzava il cibo per curare e studiava l’espressione dei nostri stati d’animo per diagnosticare malattie e disordini della salute.

Nella cultura ayurvedica che considera le specifiche qualità espresse dai cibi (sapore, potenza, effetto post-digestivo) si studia l’effetto che essi producono sull’organismo; vengono distinte tre tipologie definite con i termini vata, pitta, kapha.

L’ayurveda attribuisce un ruolo fondamentale all’alimentazione e suggerisce di nutrirci in maniera specifica e distinta a seconda del nostro stato d’animo. L’angoscia, l’ira, la paura che provano gli animali uccisi vengono assimilate dalle persone che si nutrono della loro carne con la conseguenza di nutrire la loro mente con gli stessi sentimenti.

Si ritrova quindi anche in India il perché fondamentale di una scelta vegetariana, e si scopre che tale scelta è tutt’altro che religiosa.

Queste ideologie vengono condivise da discipline alimentari più moderne che, a partire da 5000 anni fa a oggi, generano il grande movimento vegano che sostiene e protegge la salute degli animali e del pianeta partendo proprio dallo spirito di mutuo rispetto necessario per la condivisione della vita.

Concordi da occidente a oriente molte metodologie cliniche si esprimono nei confronti dell’alimentazione suggerendo specifiche virtù contenute in cibi e spezie per convogliare il flusso energetico a esprimersi al meglio. Anche la medicina oncologica approva e testimonia che il té verde e la curcuma possiedono virtù straordinarie, e a partire dai consigli dispensati dai nostri medici possiamo intraprendere scelte sane e calibrate.

In Oriente, precisamente nella Cina imperiale, era abitudine essere visitati quattro volte l’anno ai cambi di stagione; il medico durante l’incontro ascoltava la storia del paziente, verificava il suo colorito, esaminava attentamente la lingua e ogni parte della pelle del corpo, misurava il battito del polso, e attraverso una diagnosi molto precisa sapeva prevedere quali malattie egli avrebbe contratto in seguito, pertanto provvedeva a eseguire un trattamento di agopuntura per stimolare i punti in difetto e spesse volte anche dei massaggi. Il paziente pagava e tornava a casa eseguendo le raccomandazioni del medico che riguardavano soprattutto l’indicazione di alimentarsi in un certo modo utilizzando anche delle erbe. Se durante i tre mesi successivi il paziente si ammalava era il medico a recarsi presso di lui ed era buona norma che restituisse la tariffa riconosciutagli precedentemente. Si agiva in prevenzione e si prestava molta attenzione alla nutrizione.

Sto parlando di un’epoca che non esiste più e che probabilmente mai potrà tornare ma questo racconto mostra quale attenzione si rivolgesse alla salute e di come quelle premure, perse fra le pieghe del tempo, abbiano portato nell’oblio molte delle pratiche più efficaci del tempo.

Alla luce di questo racconto non ritengo sia possibile creare un mondo imperniato su questo tipo di attenzioni ma so che, adesso, starai un po’ più attento al tuo modo di alimentarti; riconoscerai che la stalla va chiusa prima che i buoi scappino e bere la spremuta d’arancia quando si ha l’influenza serve davvero a poco.

Trova la tua misura e difendila. Abiti un corpo che deve essere sano il più a lungo possibile.

Caterina Civallero

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Caterina Civallero, già coautrice con Maria Luisa Rossi dei tre saggi sul tema de La Sindrome del gemello intitolati Il mio gemello mai nato (Uno Editori 2018), Modalità gemellare (Uno Editori 2019) e Doppi per essere unici (Amazon 2020) scrive da circa quindici anni articoli, racconti, interviste, recensioni, saggi. Nella primavera del 2019 esordisce in campo narrativo con Amapola e la finestra magica − favola per grandi che vogliono crescere; a luglio e settembre dello stesso anno pubblica Figli della terra − Il canto di Nosy Be e Madagascar − un viaggio per liberare due cuori, tutti pubblicati con Amazon e consolida la straordinaria passione che ha dedicato per anni alla scrittura come gosthwriter. Attraverso il percorso olistico, negli anni, ha integrato le sue conoscenze scientifiche e letterarie con le più importanti tecniche di apprendimento evolutivo al fine di creare metodi divulgativi semplici e diretti. È Consulente alimentare, Facilitatrice di Psicogenealogia junghiana e sostiene attraverso i suoi Corsi di scrittura consapevole gli scrittori che desiderano realizzare il sogno di pubblicare un libro. Organizza e conduce seminari e percorsi individuali per favorire la diffusione di un messaggio semplice e fruibile orientato alla gestione dell’alimentazione, della scrittura alchemica e dell’apprendimento delle tecniche di psicobiologia per ottimizzare l’integrazione dei propri talenti. Nel 2020 durante il lock-down ha aiutato, in soli 40 giorni, dieci donne che si sono conosciute su Facebook a correggere, impaginare e pubblicare DONNE e un filo di Seta − dal Social al libro, un progetto editoriale firmato Rosanna Fabbricatore. A luglio 2020 pubblica lo storytelling dal titolo Certe cose capitano solo a te. Nel mese di agosto con Alessandro Zecchinato pubblica Realizzo il mio sogno − Creo Scrivo Pubblico per coinvolgere le persone che desiderano pubblicare un libro in un percorso didattico dinamico e strutturato. A settembre 2020 pubblica Un sorso e un morso, un libro straordinario, ironico e innovativo sull’alimentazione consapevole. Nel mese di ottobre 2020, insieme a Maria Luisa Rossi e Davide Baroni, già autore di Exodus – Il segreto di Mosè – (Lalli Editore 2015) e di Figli delle stelle (Booksprint 2019) pubblica, con la prefazione di Mauro Biglino, La porta d’oro – L'origine dell’immortalità. A dicembre 2021 pubblica, con Alessandro Zecchinato, Lo sviluppo quantico delle parole il libro perfetto per chi desidera ottenere il massimo risultato dalla propria modalità comunicativa; il testo è un ottimo compendio per i corsi di scrittura. Ad aprile 2022 pubblica Clessidre senza sabbia − Sopravvivere all'anoressia un libro che tratta un tema complesso e delicato affrontato in due parti: una narrativa, basata sulla storia di Alice Perdoncin; l'altra, rivolta alle soluzioni terapeutiche. Collabora con piattaforme on-line dedicate a cultura, spettacolo e società: su www.mobmagazine.com cura la rubrica intitolata Sotto palese copertura; scrive inoltre su www.fattitaliani.it e www.5wagora.com.