Amiche ed Amici carissimi, a volte accade d’innamorarsi – o anche solo d’invaghirsi – di qualcuno che inizialmente pare corrispondere il nostro interesse, anzi, magari è stato il primo a corteggiarci e viviamo così un momento magico. Poi… inaspettatamente, all’improvviso, tutto svanisce.
Questo avviene sia nella vita reale che in ambito virtuale, seppure con modalità differenti, tuttavia ascrivibili a dinamiche molto simili.
Non più incontri, messaggi, né telefonate. I nostri tentativi di contatto ottengono risposte laconiche ed evasive, con inaccettabile ritardo e talvolta neppure degnati di riscontro. Certo esistono modi più etici per congedarsi, ma non tutti sono educati e, malauguratamente, anche la codardia fa parte della realtà.
Normale pertanto provare sgomento e chiedersi il/i motivi del repentino allontanamento.
In questa spiacevole situazione sono sostanzialmente due i comportamenti “civili” – peraltro contrapposti – che tendiamo a porre in atto: chiedere un chiarimento all’interessato o ricambiare il suo silenzio nell’intento di dimostrargli la nostra indifferenza: il “no contact” tanto in auge ultimamente, metodo che peraltro non condivido.
Tralascio ogni considerazione in merito a chi fa scenate o appostamenti in quanto per me sono contegni inconcepibili, ma propendo per comprendere la ragione del distacco.
Non m’importa manifestare disinteresse, lo trovo meschino: se una persona mi è indifferente non instauro nessun tipo di rapporto, figuriamoci un nesso sentimentale, fosse anche solo un flirt virtuale.
Se è condivisibile che, tendenzialmente, si allontana chi ha perso interesse nei nostri confronti, mi pare più che lecito chiedere lumi, adeguando con educazione e rispetto il tono alla situazione.
Pur se subenti, trovo sbagliato agire rispecchiando l’atteggiamento di chi critichiamo: significa scadere allo stesso livello. Inoltre, dare per scontato il nostro giudizio mostrando strafottenza, potrebbe precludere la conoscenza di ragioni insospettabili e magari opposte alle nostre credenze, tanto da costituirne un’attenuante. E’ forse un’ipotesi remota, tuttavia non impossibile, che può non precludere la prosecuzione o la ripresa del rapporto.
Le relazioni che viviamo, a volte, sono qualcosa di molto più misterioso rispetto a quello che pensiamo. Ci chiediamo se il partner è quello giusto, magari accorgendoci, proprio a seguito di una rottura, che le emozioni vissute erano uniche ed impagabili.
Accettare con classe e dignità la decisione dell’altro, non solo è dovuto ad entrambi, ma potrebbe rivelarsi un positivo elemento di riflessione in caso di eventuale futuro ripensamento, magari complice il destino che recita:
“Tutto ciò che è destinato a te ti raggiungerà”
Tenendo fede alla mia vena romantica, amo pensare a quanto antiche culture asseriscono ancora oggi, raccontandoci di come due anime diverse, in altre epoche, furono una sola e saranno destinate a ritrovarsi. Spesso, anzi, si dice che maggiore è il legame tra due anime, più dure e difficili saranno le prove che dovranno affrontare prima di ricongiungersi.
Per concludere, è d’obbligo ragionare con razionalità e, pur senza preclusioni nei confronti di quello che il destino ha in serbo per noi, consideriamo che qualora ci venisse negata la possibilità di un chiarimento/confronto… abbiamo compreso con chi avevamo a che fare e siamo sicure di non avere alcun rimpianto ed inoltre ricordiamo – sempre e comunque – di evitare piagnistei e colpevolizzazioni o, peggio, suppliche. Nulla è più umiliante, respingente e, soprattutto inutile.
Un abbraccio
Daniela Cavallini