Tu sei la mia attesa infinita.
Io che non so aspettare,
che scalcio, scalpito,
vado incontro a tutto,
sfondo muri,
combatto e mi arrampico
dove è impossibile scalare.
Mi immergo
dove gli altri non osano,
tocco a mani nude
ciò da cui gli altri scappano.
Io che odio restare immobile e inerme.
Io con la mia natura
che non accetta di fermarsi.
Io che vedo ostacoli
solo come vetri da infrangere
e non conosco rassegnazione
né pace.
Io che brucio
in apparente calma.
Io posso solo guardarti da lontano
ferma, immobile,
a sentire le mie ferite
che mi parlano di te.
Silvia Ruggiero
