L’argomento è impopolare e scottante, tuttavia non avulso dalla realtà, anzi… la mia posta trabocca di angosciate testimonianze.
Personalmente mi sono chiesta se e cosa è cambiato nel susseguirsi delle generazioni. Un breve excursus, mi porta alla conclusione che il cambiamento sia avvenuto più nella manifestazione dialettica che nella concretezza.
Sin dai tempi più remoti, la storia ci partecipa di donne famose, nobili e potenti che, coniugate o meno, ricoprivano il citato ruolo “proibito”. Dunque nessuna novità, ad eccezione di desueti comportamenti più fintamente riservati – ed a parer mio più maliziosi e seducenti – rispetto all’impudenza odierna.
Sino a non molto tempo fa si valutava “lei” l’amante – accezione di per sé tutt’oggi peccaminosa -con criterio selettivo, basato sulle sue caratteristiche. Denigrata, seppur con invidia dalle mogli (!), l’avvenente, affascinante e temuta “sgualdrina/rubamariti” – sposata o meno che fosse –, contrapposta all’unanimemente compatita zitella, spesso emblema dell’ingenerosità di madre natura, considerata acida, invidiosa ed incattivita, per non avere trovato “nessun uomo che l’abbia chiesta in moglie” e, pertanto, disponibile ad offrirsi a qualsiasi uomo la degnasse, prescindendo dal suo stato civile. In quest’ultime antiquate espressioni, ad oggi sostituite da eufemismi assai più prosaici, oltreché da atteggiamenti divenuti palesemente espliciti, nella sostanza, non colgo significative differenze.
Per inciso, la definizione “rubamariti” priva l’uomo del benché minimo rispetto, ponendolo, in quanto marito, allo stesso livello di un oggetto di proprietà della moglie.
Intrinseco il concetto del possesso: “lui è mio e nessun’altra può permettersi di rubarmelo”. Persino in alcuni spot pubblicitari vi sono eloquenti sguardi fra donne che ben esprimono il pensiero possessivo. Cosa pensi o voglia “lui”, ieri come oggi, pare irrilevante… Lapalissiana distonia con l’amore!
Poiché non ci è dato alcun potere impositivo sui nostri sentimenti, è irrefutabile l’impossibilità d’ imporre o imporsi l’amore nei confronti di chicchessia – e, per l’effetto, anche la stessa fine. Il matrimonio può e deve garantire l’impegno all’adempimento dei connessi doveri: non può assicurare l’amore eterno. Tale aspettativa, se non addirittura pretesa – e lo dico da moglie! –, è molto affine all’inganno ed all’autoinganno. Innamorarsi accade a uomini e donne a prescindere dalle condizioni sociali e dalla propria volontà: è una legge naturale, non è una colpa.
Spesso, si assimila la riconciliazione della coppia all’amore ritrovato ed al perdono del fedifrago; tuttavia, non sempre – ma neppure troppo di rado – in realtà , vi è amore, sì, ma per l’apparenza e la convenienza. Quanto al perdono del fedifrago… in assenza di colpa, cosa c’è da perdonare? Credo che, in questo caso, si attribuisca al perdono un’accezione impropria che, solo in caso di buona fede da parte del tradito, sostituirei con la più appropriata “comprensione”. In caso di “simulazioni” in onore alla mera convenienza, per quanto qualcuno/a ambisca al “premio magnanimità”… l’uno vale l’altro.
Tuttavia, anche se ad oggi possiamo percepirci parzialmente sollevati da costrittivi moralismi, non scorderei che deteniamo il libero arbitrio in merito ai nostri comportamenti e, pertanto, siamo chiamati all’adempimento dei nostri doveri, al rispetto degli impegni assunti, quantomeno dal punto di vista legale. Ne parliamo con l’Avv. Gian Ettore Gassani – Matrimonialista – Presidente A.M.I.

Daniela Cavallini:
Bentornato Avv. Gassani, il tema di oggi è complicato, direi che divide drasticamente i cd “benpensanti” dai più possibilisti e realisti, i traditi dai fedifraghi. E, fra loro, la figura dell’amante che, donna o uomo che sia, vive estatiche sensazioni ma occupa insieme al cuore ed alla mente dell’amato/a, anche un ruolo difficile e criticato, non scevro da dolore.
Avv. Gian Ettore Gassani:
Sulla complicatezza delle vicende di tradimento, non posso che confermare, tanto che ho dedicato un intero capitolo del mio libro “La guerra dei Rossi” (Ed. Diarkos – ndr), intitolato “Il manuale del perfetto fedifrago”, dove illustro situazioni di cui mi occupo quotidianamente. La scena è sempre la stessa: il cliente o la cliente, entrano nel mio studio con una faccia da funerale e, con larghi giri di parole mi parlano della crisi del loro amore, sino a quando non intervengo con la domanda di prassi: “per caso, ha scoperto l’infedeltà del suo partner?”. Dopo un attimo di silenzio imbarazzato arrivano le prime risposte accompagnate da pianti o imprecazioni. Ed ecco che è giunto il momento di trasformarmi in “avvocato prestato alla psicologia” nell’intento di offrire un minimo sostegno morale alla persona, prima di entrare nel vivo della mia consulenza. Consulenza all’insegna soprattutto delle raccomandazioni… ne possiedo un vasto repertorio, sa?
Daniela Cavallini:
Non ne dubito, anzi, immagino quanto desideri divulgarne qualcuna…
Avv. Gian Ettore Gassani:
Innanzitutto, invito a mantenere la calma, poiché ho paura di gesti inconsulti – quelli che leggiamo sui giornali, per intenderci – e lo faccio soprattutto con gli uomini di cui temo la follia. Inoltre, se mi accorgo della particolare gravità della situazione, uomo o donna che sia, li invito a rivolgersi ad uno psicoterapeuta per imparare a gestire il cd “lutto da infedeltà”.
Daniela Cavallini:
“Lo faccio soprattutto con gli uomini di cui temo la follia”, tale affermazione presuppone una comprovata, differente, reazione da parte dei due sessi a fronte della scoperta infedeltà…
Avv. Gian Ettore Gassani:
Nella sua introduzione, lei ha fatto riferimento alla storicità del tradimento, pertanto m’invita a nozze nel proseguire, affermando senza tema di smentita che oggi, come allora, la dolorosa scoperta, se per le donne è un attacco al cuore, per gli uomini lo è anche al proprio orgoglio maschile, specie se quella tresca è di dominio pubblico. Pertanto, la storia c’insegna, che proprio il ferimento dell’orgoglio ha indotto molti uomini a commettere le peggiori azioni, tipo duelli, guerre e faide. Non dimentichiamoci che in Italia la parola più offensiva è “cornuto”. In alcune zone dell’Italia meridionale si usa il termine “scornacchiato” se si vuole rimarcare l’amara verità che il destinatario di tale insulto abbia subito l’onta dell’infedeltà coniugale in varie occasioni o se si vuole sottolinearne una naturale predisposizione ad essere un “cervo a primavera”. Infine è nel patrimonio genetico di molti uomini fragili la vendetta contro il torto subito, figuriamoci essere diventati becchi davanti agli amici del bar!
Diceva il mio compianto Amico Roberto Gervaso: “due cose un uomo non vorrebbe mai sapere: di essere inguaribilmente malato e pubblicamente cornuto”.
Comunque, tornando seri, anche alle donne rivolgo altrettante raccomandazioni, quando avverto in loro un aggressivo desiderio di rivalsa nei confronti del marito.
Daniela Cavallini:
Avvocato Gassani, da tempo, anche alcuni Grandi della psicologia, hanno sdoganato il concetto di “amore e fedeltà finché morte non ci separi”. In altre parole l’ambìto “per sempre”, pur non escludibile, non è coerente con la realtà della nostra evoluzione, come dichiara il grande Maestro Aldo Carotenuto:
“La significatività di un incontro è sempre racchiusa nella corrispondenza tra la persona amata e l’immagine interiore”. Questa corrispondenza non è mai statica, ma dinamica in quanto muta ad ogni innamoramento. I partner, che il destino sembra mettere sulla nostra strada, sono in realtà il risultato di una nostra crescita psicologica. È come se scoprendo questa immagine interna si fosse poi capaci di riconoscerla all’esterno, incarnata in una particolare persona. E’ difficile stabilire se l’incontro di cui parliamo sia soltanto uno o se, invece, a ogni fase della nostra vita corrisponda una diversa relazione…”. (Aldo Carotenuto: la chiamata del Daimon).
Lei cosa ne pensa?
Avv. Gian Ettore Gassani:
Tanti anni di vita forense mi dicono che chiunque può essere un fedifrago o un tradito. Ripeto, chiunque. Non esiste al mondo persona che davanti ad una tempesta ormonale o a una profonda crisi di coppia, non sia capace di tradire. Mi sono passate davanti storie di tradimenti di gente bacchettona (a parole!!) che ne ha combinate di tutti i colori.
Non tradisce – e non ha tentazione di farlo – solo chi vive bene in coppia (e ci sono coppie meravigliose che però non sono la maggioranza), chi è all’inizio della passione del rapporto, chi non ha occasioni per tradire o non ha tempo e, soprattutto, perché nessuno lo cerca o lo induce in tentazione. Perché la carne è debole per chiunque, nessuno/a escluso/a.
Daniela Cavallini:
“Perché la carne è debole per chiunque, nessuno/a escluso/a”, lo riferirei alla scappatella sessuale, reiterata o meno. Altresì, lei asserisce nel suo libro (La Guerra dei Rossi – ndr) “i tipi di corna sono infiniti come le vie del Signore” ed aggiunge “non tutte le corna sono uguali; ”ci sono infedeltà platoniche molto peggiori nel loro significato e gravità di un fugace incontro sessuale”. Interpreto quest’ultima affermazione allusiva all’innamoramento e… innamorarsi accade a uomini e donne a prescindere dalle condizioni sociali e dalla propria volontà: è una legge naturale, non è una colpa.
Avv. Gian Ettore Gassani:
Certo, non date retta ai moralisti e ai bigotti. Sono i peggiori perché non sono mai stati l’oggetto del desiderio di qualcuno e a loro non resta che sputare sentenze e scagliare la prima pietra. Noi italiani siamo un popolo di peccatori nascosti e bacchettoni sui social.
Se ci togliamo la maschera – e mi ci metto io in prima fila – forse riusciamo a capire, come ha detto lei nell’introduzione, che nessuno di noi è proprietà di qualcuno e nessuno è proprietario del cuore e del corpo degli altri. La vera infedeltà di coppia è la risposta naturale a due sentimenti orrendi: disinteresse e indifferenza. La fedeltà non la si impone. In ogni caso, conosco tanta gente fedele ma stitica di slanci e generosità nei confronti del/la partner, così come l’esatto opposto. A tale proposito le cito il caso di una moglie infedele fino all’osso, che però usava mille premure verso il marito malato e trascorreva le notti a curarlo e fargli compagnia. Aveva persino svenduto un appartamento ereditato per sostenerlo nelle migliori cure, assicurandogli il confort di una clinica di alto livello. Questa donna amava e stimava suo marito, ma aveva necessità di evadere sessualmente per combattere la routine mortale con un coniuge asessuato e privo di qualsivoglia passionalità. Ve la sentireste di lapidare un’infedele così? Io non di certo. Cerchiamo di fare dei distinguo contestualizzando ogni vicenda caso per caso.
E, quanto alla mia affermazione, da lei sopra riportata, “non tutte le corna sono uguali”, è la stessa Suprema Corte di Cassazione che da anni ha ridimensionato il disvalore dell’infedeltà coniugale quando è provato che essa è la conseguenza di una crisi latente nella coppia.
Daniela Cavallini:
Abbiamo sinora parlato di tradimento. Ora, riconducendomi alla sua lunga esperienza forense, le chiedo conferma dell’esiguo numero di separazioni avvenute per scelta spontanea, in funzione della “consacrazione” della nuova coppia.
Avv. Gian Ettore Gassani:
Assolutamente confermo. A parte alcuni grandi amori, tendenzialmente la nuova compagna non sostituisce la moglie.
Daniela Cavallini:
In una chiacchierata radiofonica, lei espresse l’identica constatazione, certamente deterrente per le amanti “Penelope style”, aggiungendo un’affermazione: un uomo non lascerà mai la moglie per l’amante perché la moglie è la sua donna, soprattutto se è una brava donna. Ecco… spero che mio marito non mi definisca mai “una brava donna”… mi pare la definizione di una donna goffa e alla buona, priva di fascino… data per scontata…
Avv. Gian Ettore Gassani:
Non posso darle torto, tuttavia, in quell’occasione, ho riferito il pensiero comune, quello più diffuso, attinto dalla solita fucina, nota come la mia personale esperienza forense. Come direbbe lei “ha parlato l’Avvocato Gassani, non Gian Ettore”.
Daniela Cavallini:
Touché! In effetti chi più chi meno, tutti abbiamo bisogno di istituzioni e di trasgressioni. Tuttavia questo sottolinea che l’amante, il cui ruolo è trasgressivo per antonomasia, perderebbe il suo fascino agli occhi dell’amato/a, qualora s’intestardisse a voler subentrare alla moglie o al marito. Tuttavia è innegabile l’esistenza di relazioni parallele, lunghe e felici, vissute con sentimento.
Avv. Gian Ettore Gassani:
Concordo, d’altronde è una constatazione che le relazioni parallele possono essere lunghe e vissute con sentimento, seppure mediando con vari aspetti, a patto che entrambi i componenti della coppia per così dire “clandestina” siano molto intelligenti, riservati, equilibrati e consapevoli del loro ruolo. In caso contrario – e mi rivolgo soprattutto alle donne speranzose di ufficialità -, lacrime, gelosie, ricatti morali, in una sola parola “pressioni”, allontanano irrimediabilmente l’uomo e, quand’anche – ribadisco, molto improbabilmente – costui lasciasse la moglie, all’amante non resterebbe altro che offrirgli il ricalco dell’attuale rapporto coniugale e, conseguentemente l’esposizione a nuova trasgressione. Il criterio è ugualmente valido per gli uomini, tuttavia, mi sono rivolto alle donne perché, da questo punto di vista, sono le più colpite e soggette alla peggiore delle delusioni.
Daniela Cavallini:
Ospite alla trasmissione televisiva “La vita in diretta”, lei ha affermato che paradossalmente, in ambito virtuale può svilupparsi un sentimento importante, che ben poco ha a che vedere rispetto alla “scappatella fisica”. Non potrei essere più d’accordo, dato che tutti noi siamo energia – lo affermano oramai anche i Fisici – e dunque ci attraiamo energeticamente grazie a leggi Universali, pur apparentemente irrazionali. Dall’attrazione energetica, alla scoperta di affinità elettive, all’innamoramento, il percorso è breve anche se talvolta l’ammissione è negata persino a sé stessi.
Avv. Gian Ettore Gassani:
La piazza virtuale è micidiale. Oramai lo sanno tutti. Il social è diventato la terra del rimorchio selvaggio. In rete sono nati anche tanti amori, ma la ricerca di avventure “mordi e fuggi”, è la vera finalità di moltissimi/e.
Daniela Cavallini:
Infine, Avvocato Gassani, lei ha affermato che in sede legale, il tradimento virtuale è equiparato a quello fisico…
Avv. Gian Ettore Gassani:
Ogni giorno porto in tribunale prove d’infedeltà raccolte sui social. Sono spesso prove decisive.
Daniela Cavallini:
Caro Avvocato… grazie per il suo intervento.