La sua pittura ci riconduce agli impressionisti francesi, osserva il reale con sentimento, con pennellate sovrapposte e materiche.
-Ciao Alda, grazie per concedere ai nostri lettori di conoscerti di più.
Ti abbiamo visto partecipare in molte importanti mostre d’arte e di essere una pittrice che non si ferma mai alle apparenze, ma che vuole sempre esordire e andare avanti. Come nasce il tuo percorso artistico?
Il mio percorso artistico inizia solo quattro anni fa, quando, compiuti i “fatidici” secondi anta… ho deciso di intraprendere un percorso dilettantistico ed autodidatta, frequentando solo un atelier privato a Milano ed un corso di disegno.
Ho iniziato dapprima con delle serate artistiche amatoriali fra amici, poi ho partecipato ad alcune collettive a Milano ed a Ferrara, infine l’anno scorso sono stata selezionata su 2200 artisti da Artemente Gallery di Gabriele Salvatore per il Fuorisalone di Milano presso lo Spazio Arte Tolomeo di Milano, poi rimandato a causa del covid, ad Art & Design week del Settembre 2020, a cura di Artemente Gallery di Gabriele Salvatore con critico d’Arte il prof. Giorgio G. Grasso.
Da lì sono stata invitata a partecipare ad alcune collettive presso la Venice Art Gallery a cura di Maria Palladino e presso la Villa Cavarzerani a cura di Artemente Gallery ed a Roma.
Attualmente sto esponendo a Venezia ed a Ferrara.
-Chi è Alda nella sua vita quotidiana?
Nella mia vita quotidiana sono un’impiegata amante dei viaggi, dell’Arte, dello sport e della natura.
Amo da sempre incontrare popoli, culture, colori, e sapori nel corso dei miei viaggi, come lo sport nella natura testimone dell’equilibrio del Creato.
-Con la tua pittura sembra ritornare all’impressionismo con un tocco di fantasia verso l’astratto, qual è la tua visione del reale?
La mia visione della realtà rispecchia il dualismo della natura umana laddove esprimo l’anima – con tratti sottili, delicati in una visione incantata e fantastica e la fisicità – con tratti più materici ed espressivi, attraverso la spatola e colori più pastosi e densi.
-Nei tuoi dipinti si raccoglie una forza e nello stesso tempo una delicatezza quasi cercata, una pittura suggestiva, a volte dai toni di colore pacati a volte accesi e vivaci. Da cosa nasce questo tuo temperamento, cosa vuoi trasmettere con la tua pittura?
Il mio temperamento è delicato, forte e sensibile allo stesso tempo e viene ad esprimersi anche nella mia pittura, a volte delicata, a volte con toni più accesi e vivaci. Con la mia pittura rappresentò questi tre concetti: la Luce, il colore ed il movimento. La Luce è quella generatrice del Creato, la sua espressione si trova nel colore, la sua realizzazione nel movimento e nell’azione.
-La tua è un’arte che sembra vivere un processo di creazione continua, raffigura spesso paesaggi nel ritiro della natura, ritrovando quindi quella sensazione di pace data anche dai colori, ma un istante dopo si può osservare come in alcune tele, che usi colori densi, rendendo il tutto materico e dinamico. Qual è il confine tra la rappresentazione e l’astrazione dei tuoi passaggi, qualora ci fosse?
Come ho già spiegato in precedenza non si tratta di un confine ma di un connubio tra anima e fisicità dell’essere umano nella costante tensione verso la ricerca dell’equilibrio.
-In questo periodo storico, l’arte sta avendo un cambiamento, non soltanto quantitativo ma anche qualitativo, quindi gli artisti con le loro opere si sentono cambiati nel loro modo di pensare. Dal tuo punto di vista, questo è vero? Come ha influenzato la tua pittura, i lockdown che abbiamo avuto?
Durante il primo lockdown l’Arte è stata la mia salvezza, mi dava modo di dimenticare una vicenda familiare dolorosa, durante il secondo lockdown ho dipinto moltissimo, la pittura mi ha dato concentrazione, distrazione e forza, proprio durante questo secondo lockdown ho prodotto un quadro ‘pop’ che è lontano dalla mia solita produzione artistica, ma che trova, a mio parere la sua collocazione “iconica” in quel dato momento storico. Il titolo è: “vetrate in fiore” dove le vetrate testimoniano la pesantezza del periodo, ed i petali, le nostre separazioni e nonostante questo i nostri colori (il quadro è stato esposto alla Venice Art Gallery per la collettiva la ‘Primavera nell’Arte’).
-A quale tuo dipinto ti senti più legata e per quale ragione?
Al San Sebastiano di Raffaello esposto presso la Galleria Carrara di Bergamo per la sua luce, il suo equilibrio, la sua delicatezza ed efficacia, riesce a colpirmi ed a rapirmi ogni volta che lo osservo.
La pittura lignea del medioevo e quella Rinascimentale.
Sono particolarmente legata al quadro di Monet: la passeggiata, e a tutta la sua produzione artistica legata alla combinazione dei pigmenti ed allo studio della luce.
In particolar modo: Le cattedrali di Monet al cambiare della luce del giorno, nella loro evanescenza di luce, progressione ed evoluzione materica.
-Spesso si è sentito dire che l’arte contemporanea non è arte, in molti pensano “quell’opera potevo farla anch’io”, o credono che sia un problema legato alla capacità di comunicare in modo semplice. Se dovresti convincere i nostri lettori o gli amici a distruggere questi pregiudizi su questo tipo di arte, cosa diresti in tal proposito?
Trovo che ogni opera (tranne quella concettuale ed impattante) raccolga ed esprima l’animo, il sentire ed il mutare dell’artista, quindi che possano essere uniche ed irripetibili come ognuno di noi nelle nostre svariate forme ed espressioni. (luce, colore, movimento).
-L’espressione arte concettuale è nata negli anni ‘50-’60 del secolo scorso, per dare più importanza alle idee e ai concetti. Gli artisti che adottano quest’arte tendono ad esprimersi attraverso azioni e comportamenti o si limitano all’analisi dei problemi dell’arte e del pensiero. Cosa pensi di quest’arte, e cosa invece rappresenta l’arte per il tuo modo di dipingere?
Non approvo assolutamente l’Arte concettuale, che trovo solo impattante e volgare, estrema e solo volta alla provocazione. Appoggio pienamente la battaglia che il Prof. Grasso sta portando avanti in questi anni. Con il mio modo di dipingere vorrei recuperare la finezza e la bellezza della natura e della classicità.
-Cosa vuoi esprimete con la tua pittura e come mai hai scelto questo stile? Ti sei mai ispirata ad un’artista in particolare è perché?
Con la mia pittura, delicata e forte allo stesso tempo, voglio esprimere la ricerca dell’equilibrio tra le due forze ed il concetto già espresso in precedenza di luce, movimento e colore.
Mi sono ispirata molto alla produzione di Monet.
-Pensi che oggi un’artista riesca a farsi conoscere più perfettamente che in passato, grazie anche ai social?
Penso di sì, ma più che altro per un Arte virtuale, mentre la pittura e le pennellate di un’artista, penso che debbano essere mostrate e fruite dal vivo.
-Qual è la tua opinione riguardo l’arte per il futuro?
L’Arte del futuro, vedrà un recupero della bellezza e della classicità.
-Quali sono i tuoi prossimi progetti?
A novembre sono stata selezionata dal Prof. Grasso per la seconda edizione de ‘La Divina Commedia’ nella ricorrenza del 700mo dalla morte del sommo poeta.
-Dove ti possono seguire i nostri lettori?
I vostri lettori mi possono seguire sulla mia pagina fb: Alda Delledonne Painter.
Grazie per questa chiacchierata e per averci regalato il tuo tempo prezioso.
M° Monica Isabella Bonaventura