Amiche, Amici carissimi e Collezionisti d’arte, oggi mi rivolgo a voi, esprimendo grande entusiasmo per le collezioni di vetri policromi, realizzate nelle vetrerie di Murano, nel periodo tra la fine del IX e la metà del XX secolo, privilegiando “il preferito tra i miei preferiti”: Dino Martens.

Innanzitutto un breve cenno al periodo su indicato, che fu un vero e proprio momento d’oro per l’arte vetraria e non solo. Fu infatti in questo contesto che l’arte vetraria Muranese, assunse una posizione rilevante nel panorama internazionale.

Doveroso annoverare “La Fucina degli Angeli”, il movimento artistico vetrario – l’unico – che tutt’oggi rappresenta l’aggregazione degli artisti più famosi del ‘900, grazie alla capacità del genio fondatore Egidio Costantini, manifestata dal sapere egregiamente trasporre in opere d’arte i disegni dei più grandi artisti.
Oggi però la mia scelta è concentrata su Dino Martens (1894 – 1970). Pittore e disegnatore veneziano, attivo dagli anni 20 che, collaborando con varie fabbriche – tra le quali risulta la prestigiosa Salviati & C. – riscontrò grande successo nel 1939, grazie alla collaborazione con il maestro vetraio Aureliano Toso – fondatore dell’omonima vetreria che, con indicibile maestria concretizzò in oggetti di grande pregio, i disegni dello stesso Martens. In seguito, a suggellare la fattiva cooperazione – Dino Martens – divenne Direttore Artistico della Vetreria Toso.
Ma quali caratteristiche rappresentano in particolare tali opere? Innanzitutto la policromia che, con esaltazione dell’astrattismo, consente effetti sorprendenti attraverso la combinazione di audaci asimmetrie con accostamenti e sfumature cromatiche. A questo si aggiungono le tradizionali tecniche di esecuzione – non certamente facili – realizzando con sapiente integrazione, un “concentrato” davvero originale e sorprendente.
Quando si nomina l’artista Dino Martens, l’associazione immediata ricorre alla famosa serie “Oriente”, identificata dall’ evocativa forma di una stella nera posta tra i colori vivaci e definiti, lo zanfirico e l’avventurina.
Una collezione nota, anche se non parimenti diffusa – e per questo assai più ambita ed ancor più altamente quotata – è rappresentata dalla linea “Eldorado”. Tali opere sono contraddistinte da uno stile più sfumato dei colori, persistendo con l’integrazione dell’avventurina, tuttavia distribuita anch’essa in tono meno abbagliante – in rispetto della pacata sintonia delle colorazioni. E’ altresì il foro centrale, di perfetta esecuzione, a costituire l’elemento identificativo.
Ho accennato alle quotazioni di tali capolavori – reperibili presso le più celebrate Case d’Asta – e, da attenta collezionista, vi esorto alla diffidenza nei confronti di alcuni mercanti distributori di “illusioni”.
Tanto per riportare un esempio, un vaso della collezione “Eldorado”, h. 27 cm, è stato recentemente stimato da una nota casa d’aste italiana in circa 15/16.000,00 € (notizia dal web) e, per completare l’informazione meramente economica, un esemplare della serie “Oriente”, di analoghe dimensioni, tra gli 8/10.000,00 €. Ovviamente il prezzo sale in proporzione alla smania di possesso.
Un abbraccio!
Daniela Cavallini