Diamo il benvenuto a Giovanna Fracassi che presenta il suo nuovo libro di fiabe e filastrocche NEL MAGICO MONDO DI NONNA AMELIA, Rupe Mutevole edizioni
– Quando si pronuncia Mondo Magico la visione istantanea va a colori profumi e fantasie di una realtà parallela e sognata nella nostra vita. Qual è il Suo mondo che protegge l’arte di
seguire la fantasia creativa nel quotidiano vivere?
Ho la fortuna di aver conservato vivo il mio mondo infantile grazie a ricordi meravigliosi di una infanzia felice anche se solitaria, essendo io stata figlia unica. Forse proprio per questo ho imparato da subito ad ascoltare e a recepire musiche, suoni, colori, sapori atmosfere. Il giardino che mia madre curava era per me fonte di delicate scoperte di piccoli esseri viventi: farfalle, formiche, ragnetti, libellule, ma anche anatre, cigni, conigli … mi veniva spontaneo parlare con le piante, gli animali, i fiori, forse proprio perché non avevo spesso coetanei con cui giocare. Quest’abitudine, in fondo non mi ha mai lasciato, anzi, con la nascita dei miei figli, ho avuto di nuovo l’opportunità di immergermi insieme a loro nei giochi e nelle fantasie. È stato un bel ritornare alla mia stessa infanzia, mi sono riscoperta piena di meraviglia, come se nulla avessi imparato, ho usato i loro occhi, le loro domande, i loro stupori, e li ho fatti miei, vivendo la loro infanzia con entusiasmo, allegria e tanta felicità. Per loro e con loro ho dipinto di magia ogni atto e ogni giorno con quello stupore tutto speciale che si ha nel vedere crescere un figlio, nel seguirlo nelle sue scoperte, nelle sue conquiste. Che dire? Per me Magia equivale a dire Stupore, è la capacità di trovare collegamenti, richiami, relazioni, spesso inaspettati, insoliti nella vita di tutti i giorni.
– Nonna Amelia, sicuramente è stata una persona speciale, quale l’insegnamento più importante che Le ha lasciato?
Nonna Amelia è stata davvero una donna speciale: forte, paziente, determinata, saggia ed autorevole ma anche ricca di amore e di empatia per tutti coloro che la circondavano. Ma era anche attenta alla natura, ai suoi segnali, ai suoi risvegli, amava moltissimo gli animali, a casa sua non mancavano mai il cane e il gatto ma da giovane aveva avuto anche un pollaio, dei criceti, dei pappagallini. Ricordo che lei parlava con queste creature come fossero delle persone e la cosa stupefacente era che loro sembravano capirla benissimo e le corrispondevano in affetto e attenzioni. A me, da piccola, la nonna sembrava una fata che sapeva compiere bellissime magie in cucina, con i ferri della maglia, con gli addobbi di Natale, con le sue storie… Con il suo esempio mi ha insegnato moltissimo, con i suoi consigli mi ha guidato e ancora continua a farlo. Soprattutto mi ha insegnato a saper prendere la vita con un pizzico di leggerezza o di innocente follia. Le sue filastrocche sbarazzine, così piene di “assurdità” o di paradossi, servivano proprio a far comprendere che nella vita ci vuole anche un po’ di umorismo, che bisogna saper sdrammatizzare e guardare il mondo e ciò che ci accade da una prospettiva diversa, da un altro punto di vista e allora magari i problemi, i guai, le ansie, si ridimensionano e si possono affrontare con più calma.
– Filastrocche come canzoni che offrono ai più piccoli la freschezza della scoperta in ogni strofa. Come è nata la Sua passione per il mondo delle fiabe?
Ovviamente da bambina ero affascinata dai racconti di fate, castelli magici, principesse e draghi. Li ascoltavo da mia madre e dalla nonna Amelia. Poi, una volta imparato a leggere, quello spazio di ascolto è stato sostituito dalle letture dirette delle fiabe tradizionali. Da adulta, grazie ai miei studi anche di pedagogia, ho studiato la struttura delle fiabe sviscerandone tutte le implicazioni sociali, psicologiche e i riferimenti alla mitologia e ai miti nordici. Ho perfino fatto un viaggio attraverso la Foresta Nera sulle tracce dei Fratelli Grimm. A ciò devo aggiungere la mia esperienza di alcuni anni come insegnante nella scuola per l’infanzia dove ho iniziato ad essere colei che leggeva, narrava storie ai piccoli ascoltatori, ne inventavo pure talvolta di mie. Passata alla scuola primaria stimolavo i bambini a cambiare o a inventare finali diversi alle fiabe che sceglievamo e alla scuola secondaria di primo grado, come insegnante di Lettere, soprattutto nel primo anno di scuola, guidavo i miei ragazzi a comprendere le funzioni di Propp e applicarle per scrivere loro delle fiabe. A tutto ciò devo aggiungere l’aspetto forse più importante ed emotivamente determinante: sono diventata madre di due tesori di bambini, una femminuccia e un maschietto e così la mia fantasia si è scatenata: ogni sera, per addormentarli, inventavo una storia diversa con i personaggi che loro mi proponevano. Devo averne inventate alcune centinaia come minimo, peccato che non ho pensato, allora, di registrarmi. Adesso, oltre alle storie di nonna Amelia, avrei pure le mie da riordinare!
– Favole e filastrocche hanno come protagonista la Natura e gli animali che attendono un gesto che sia emozione, accoglienza e rispetto. Quanto è importante e complicato allo stesso tempo Trasmettere questo Amore a generazioni che dovranno lottare per rendere il Mondo ancora un luogo in cui si possa vivere respirando Magia?
Sull’importanza di insegnare ai piccoli, che saranno gli adulti di domani, l’amore e il rispetto per la Natura, credo che oggi più che mai, non ci sia alcun dubbio e nessun tentennamento. I bambini poi non amano i compromessi, per loro una cosa è buona o cattiva, bianca o nera, inoltre quando arrivano a credere in qualcosa non esitano a prendere le sue difese.
I bambini sono naturalmente portati, grazie alla loro innata curiosità ad avvicinarsi alla natura, in tutti i suoi aspetti. Il problema è che nelle nostre città, sempre meno bambini hanno l’opportunità di vivere in mezzo agli animali, agli alberi, ai fiori e di conoscerli e di imparare a relazionarsi con loro, senza paure ma con le dovute cautele e il necessario rispetto.
Questo secondo me è un problema abbastanza grave. Oggi i bambini vedono la carne al supermercato, mentre fanno la spesa con la mamma, e non hanno idea a che animale appartenga: mai visto una gallina, un maialino, per non parlare di una mucca se non alla televisione. E come si fa ad insegnare in pratica a chi non li conosce, ad amare, ad avere cura degli animali, quelli almeno più vicini al loro mondo? A parere mio inoltre, viviamo in un mondo dove la magia che permea la creatività di adulti e bambini è sempre più soffocata dall’uso di giochi elettronici, dalla tecnologia applicata ormai ad ogni aspetto della nostra vita, fin da piccoli. Ci sono voci artificiali per rispondere ad ogni richiesta, ci sono app che permettono di fare tante cose ma sono tutte riconducibili, alla fine, ad algoritmi che sono per loro natura sterili di ogni empatia, di ogni umanità, di ogni comprensione e spirito di fraternità e di solidarietà. Siamo ormai noi stessi ridotti ad un algoritmo.
Tutto questo è molto pericoloso e soffocante di ogni libertà anche creativa.
È dunque necessario fare un grande sforzo per riportare l’Uomo alla sua centralità, alla sua umanità, alla sua dimensione magica perché è l’Uomo l’essere più magico dell’universo. Per me la magia è proprio questo essere fantastico che è l’Uomo, capace di fare cose meravigliose per sé e per l’Universo ma anche, purtroppo di essere il più pericoloso a sé e al mondo intero. Aiutare i più piccoli a rendersi conto di quanta Magia si trova tutt’intorno a loro, a quante cose non hanno ancora una spiegazione logica a loro comprensibile, a quanto ancora sia emozionante usare un linguaggio universale per noi e la natura non è difficile. Basta guardare il mondo con gli occhi che noi adulti avevamo da bambini e subito possiamo entrare in sintonia con la fantasia, la creatività dei nostri piccoli.
– Nonna Amelia indaga fra le emozioni e riesce con grande maestria a pennellare le visioni dei personaggi che sono poi stati interpretati così bene dall’illustratrice Patricia Tessaro. Ci parli di questa bella collaborazione che ha portato un risultato letterario e artistico così carico di significati.
La collaborazione con Patricia Tessaro è nata, come spesso accade per gli incontri più fortunati e creativi, per caso. Patricia è da tempo, una cara amica di mia figlia. Un giorno le ha regalato un quadro con dei disegni fatti da lei. Quando l’ho visto sono rimasta senza parole. Era stupendo! In quei giorni stavo pensando di pubblicare la mia raccolta di fiabe e filastrocche e desideravo arricchirla con qualche illustrazione. Vedendo quanto era brava Patricia, le chiesi se se la sentiva di cimentarsi in un genere di disegno, quello appunto per illustrare racconti per i più piccini, che non era propriamente il suo. Ha accettato con entusiasmo e così è iniziata la nostra “avventura”. Devo dire che sono molto felice del risultato. I suoi disegni sono delicati, spiritosi, esprimono alla perfezione lo stato d’animo dei personaggi a cui si riferiscono. Non avrei potuto trovare un’illustratrice più brava e soprattutto in sintonia con i miei racconti.
Superfluo che dica che, anche nei miei prossimi libri per l’infanzia, ricorrerò alla sua creatività per illustrarli.
– Ogni nuova filastrocca riflette su nuovi spunti e idee da trasmettere non solo ai più piccoli, ma è anche ai genitori e quindi cosa potrebbe dire agli adulti, perché il messaggio di nonna Amelia non vada perduto e si possa tramandare nel tempo?
Ai genitori vorrei suggerire di ripescare nella gerla del loro passato i loro ricordi, di tornare ad essere bambini accanto ai loro figli per poter tornare ad emozionarsi, a ridere, ma anche a spaventarsi, a piangere di gioia o di tristezza, a provare quell’ingenuo stupore davanti alla natura, alle piccole cose che ci circondano come ai fatti quotidiani che troppo spesso tutti noi viviamo o subiamo in modo indifferente se non addirittura insofferente. Le fiabe ci aiutano tutti, piccoli ma anche adulti, a riflettere sull’importanza dei sentimenti più semplici e genuini: l’amicizia, la solidarietà, l’empatia, il perdono, l’amore per la natura, per tutti gli esseri viventi, animali, fiori, piante, per gli ambienti quali la montagna, il mare, il lago, e ancora il cielo con le sue stelle la Luna e il Sole. Ai genitori vorrei suggerire che accanto all’approccio al mondo digitale, alle scoperte scientifiche e tecnologiche, avessero cura di lasciare spazio anche al mondo incantato dell’infanzia, con i suoi riti, le sue magie, la sua innocenza perché è anche grazie a tutto questo che i bambini possono crescere equilibrati, sereni, creativi e fantasiosi. Non è il computer che insegna a superare le piccole grandi paure dei piccoli: quella del buio, della perdita dei genitori, di perdersi o d’incontrare il lupo – uomo cattivo. Non è il computer che può dare risposta al senso di smarrimento, talvolta di angoscia che spesso i bambini provano nella crescita, al senso di solitudine o al desiderio di avventura con la possibilità di mettersi alla prova. Tutto questo possono darlo la fiaba, la favola, la filastrocca e poi ai più grandi, la poesia, il racconto, il romanzo.
– La soffitta delle meraviglie, in cui il Tempo pare fermarsi per poi continuare in un Oltre di Fantasia e Meraviglia, ci parla di solidarietà, amicizia e condivisione. Tutte queste qualità dovrebbero essere. Potrebbe offrirci una ricetta perché queste splendide abitudini non possano mai essere dimenticate a causa di egoismo e superficialità?
L’egoismo è inevitabilmente presente nell’animo umano, imparare a riconoscerlo, imparare a gestirlo è difficile ad ogni età. L’amore per il conoscere, presuppone vi sia l’attitudine a porsi delle domande, degli interrogativi a cui cercare di dare una o più risposte. Quindi è necessaria l’introspezione, la riflessione in uno spazio –tempo che , nel nostro mondo, è sempre più compresso, eroso da mille affanni, bisogni, necessità. Può essere pertanto più facile, più comodo restare sulla superficie dei problemi, dei sentimenti, delle emozioni, cercando in una qualche misura di essere anestetizzati. L’amicizia, la solidarietà, la condivisione, l’empatia, la cura degli altri e del mondo in cui ci troviamo a vivere, a partire dalla nostra casa, dal nostro giardino, dal nostro territorio, implicano impegno, costanza, fatica e spesso causano sofferenza, delusione, incomprensioni. Tutto questo esiste e non dobbiamo nasconderlo ai bambini ma aiutarli, grazie alle favole, alle storie, a riconoscerli, accettarli perché fanno parte della vita e della crescita, trovando il modo per fronteggiarli, superarli, trasformandoli in punti di forza per il proprio vivere, per il proprio vissuto. Non esiste pertanto, a mio parere, una ricetta valida per tutto e in ogni circostanza.
Esiste solo la possibilità di dare ai nostri bambini gli strumenti emotivi per considerare sempre validi questi valori al punto tale da essere capaci di mettersi in gioco in ogni momento e aspetto del proprio quotidiano, pur sapendo che non sempre andrà tutto come si vorrebbe.
– Qualche anticipazione sui Suoi nuovi lavori letterari?
Sto già scrivendo il seguito del Nel magico mondo di nonna Amelia, come ho anticipato nel libro, ci sono ancora tante storie, fiabe, filastrocche che devo riordinare e ricopiare. Nonna Amelia è davvero una miniera di racconti per tutte le età. Sa come parlare e coinvolgere il fanciullino che è in ciascuno di noi, nascosto fra le pieghe dell’anima ma pronto a farne capolino, incuriosito e richiamato dalle note vibranti della magia e della meraviglia con cui guardare il mondo.
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