Peggy Guggenheim: come nel Novecento divenne mito dell’arte contemporanea

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Video: Collezione Peggy Guggenheim: Visita virtuale con la direttrice Karole P. B. Vail | Venezia, Palazzo Venier dei Leoni

Peggy Guggenheim nasce a New York il 26 agosto 1898, figlia di Benjamin Guggenheim e Florette Seligman. Benjamin è uno dei sette figli di Meyer Guggenheim (la famiglia è ebrea e originaria dalla Svizzera tedesca): a fine Ottocento la famiglia crea una fortuna in campo minerario, sia nell’estrazione che nella lavorazione primaria dei metalli e in particolare dell’argento, del rame e del piombo. I Seligman sono una delle maggiori e più importanti famiglie di banchieri americani. Nell’aprile del 1912 Benjamin muore eroicamente nel naufragio del Titanic, durante il viaggio inaugurale dall’Inghilterra agli Stati Uniti.

La famiglia di Peggy fu facoltosa, arricchitasi con industrie minerarie, fonderie e banche (il nonno paterno era stato il principale finanziere americano durante la Guerra Civile). Peggy ha descritto la sua infanzia come “dorata”, nonostante le vociferate negligenze dei genitori, e aveva un legame particolarmente forte con il padre, che morì quando lei aveva 13 anni. Il suo distacco dalla famiglia crebbe con gli anni, divenne una ribelle e venne additata come la pecora nera dei Guggenheim.

Peggy cresce a New York e, diventata indipendente grazie all’eredità ricevuta a 21 anni, iniziò a lavorare come assistente alla libreria di Mahnattan Sunwise Turn, fondata da Mary Horgan Mowbray-Clarke (moglie dello scultore John Frederick Mowbray-Clark dietro l’Armory Show del 1913) e Madge Jenison, nota autrice e attivista. La libreria era un centro per la letteratura d’avanguardia e gli ideali socialisti e ospitava piccole mostre d’arte di artisti emergenti: qui Peggy si formò, entrando a tutti gli effetti nel gotha degli intellettuali americani.

Nel 1921 si reca in Europa. Sposa Laurence Vail (con cui avrà due figli, Sindbad e Pegeen), e grazie a lui si ritrova presto a frequentare la Parigi bohémienne e gli espatriati americani. Molte delle amicizie che stringe allora dureranno per tutta la vita. A Parigi conobbe l’arte classica e rinascimentale e si avvicinò a scrittori d’avanguardia, come Romaine Brooks, Djuna Barns e Natalie Barney, e artisti come Marcel Duchamp, che divenne il suo mentore: “Mi ha insegnato tutto quello che so sull’arte moderna”, dirà in seguito.

A 23 anni iniziò a frequentare l’artista e scrittore Laurence Vail, “il re dei bohémien”, che sposò e da cui ebbe due figli, Sinbad e Pegeen. Il matrimonio era difficile e il marito violento, cosa che portò al loro divorzio pochi anni dopo. Seguì una più felice relazione con lo scrittore John Farrar Holms, che però morì nei primi anni Trenta, e un’altra turbolenta con Douglas Garman. Quando anche questa finì, si trovò “senza lavoro, perché negli ultimi quindici anni non ero mai stato altro che moglie”.

Nel 1938 Peggy apre una galleria d’arte a Londra, Guggenheim Jeune, dando così inizio, a 39 anni, a una carriera che influenzerà significativamente il corso dell’arte del dopoguerra. L’amico Samuel Beckett insiste affinché si dedichi all’arte contemporanea poiché è “una cosa viva”, mentre Duchamp le fa conoscere numerosi artisti e le insegna, come lei stessa ammette, “la differenza tra l’arte astratta e surrealista”. La prima mostra della galleria è dedicata alle opere di Jean Cocteau, a cui fanno seguito la prima personale di Vasily Kandinsky in Gran Bretagna e, tra le altre, le personali di Yves Tanguy e Rita Kernn-Larsen.

Peggy acquista la sua prima opera, una scultura di Jean Arp, Testa e conchiglia (1933 c.), e nel 1939 decide “di aprire un museo d’arte moderna a Londra”, con lo storico dell’arte britannico Herbert Read a dirigerlo. Il museo deve ispirarsi a principi storici e l’elenco degli artisti che devono esservi rappresentati, redatto da Herbert Read e successivamente rivisto da Duchamp e Nelly van Doesburg (vedova dell’artista olandese Theo van Doesburg), formerà la base della collezione.

Nel 1939–40, abbandonato il progetto di un museo a Londra, Peggy ritorna a Parigi, dove si impegna nell’acquisto di opere per la sua collezione, determinata a “comperare un quadro al giorno”. In un momento storico di grandi difficoltà, acquista alcuni capolavori, come i quadri di Georges Braque, Salvador Dalí, Robert Delaunay, Piet Mondrian e Francis Picabia. Sorprende Fernand Léger acquistando il suo quadro Uomini in città (1919) nel giorno in cui Hitler invade la Norvegia, e arriva ad acquistare Uccello nello spazio (1932-40) di Brancusi mentre i tedeschi si avvicinano a Parigi. Solo allora Peggy decide di fuggire dalla città e dirigersi verso il Sud della Francia. Nel luglio del 1941 lascia la Francia occupata dai nazisti per ritornare a New York, assieme ai figli e Laurence Vail (con la sua seconda moglie Kay Boyle e i figli), e Max Ernst, che sposerà pochi mesi dopo.

A New York, al numero 30 di West 57th Street, nell’ottobre del 1942 Peggy inaugura la galleria-museo Art of This Century. Progettata dall’architetto di origini austriache Frederick Kiesler, la galleria si compone di spazi espositivi innovativi, che la rendono subito una delle sedi espositive di arte contemporanea più stimolanti di tutta la città. Della serata inaugurale Peggy scrive: “Indossai un orecchino di Tanguy e uno di Calder, per dimostrare la mia imparzialità tra l’arte surrealista e quella astratta”. Ad Art of This Century Peggy espone la propria collezione di arte cubista, astratta e surrealista, di cui pubblica un catalogo curato insieme ad André Breton e con un disegno in copertina di Ernst. Organizza inoltre mostre dei maggiori artisti europei e di molti giovani artisti all’epoca sconosciuti, come William Baziotes, David Hare, Robert Motherwell, Robert de Niro Sr, Jackson Pollock, Richard Pousette-Dart, Mark Rothko e Clyfford Still.

Nel 1943 offre a Jackson Pollock la sua prima personale (ne organizzerà quattro in totale) e uno stipendio: lo promuove attivamente, vende le sue opere, e gli commissiona il suo dipinto più grande, Murale (1943), che in seguito dona alla University of Iowa. Organizza anche due importanti collettive di artiste donne e numerose personali dedicate proprio ad artiste, come Irene Rice Pereira e Janet Sobel.

Insieme ad altri artisti esposti Pollock è tra i pionieri dell’Espressionismo astratto americano, che affonda le radici nel Surrealismo, conosciuto proprio ad Art of This Century. Ma soprattutto Peggy e il suo assistente e amico Howard Putzel offrono sostegno e incoraggiamento agli esponenti della nascente avanguardia newyorkese. E così Peggy e la sua collezione svolgono un ruolo chiave nello sviluppo del primo movimento artistico americano di importanza internazionale.

Dopo la pubblicazione di Out of This Century: Confessions, una collezione di conversazioni realizzate con vari scrittori e artisti molto osteggiata dalla famiglia Guggenheim e dai media, Peggy chiuse la galleria e si trasferì a Venezia, “la città dei suoi sogni”.

Nel 1947 Peggy decide di ritornare in Europa, dove la sua collezione viene esposta per la prima volta alla Biennale di Venezia del 1948, nel padiglione della Grecia, in quel momento ancora afflitta dalla guerra civile. Non solo è la prima volta che in Europa si ha occasione di vedere le opere di artisti come Arshile Gorky, Pollock e Rothko, ma la collezione racchiude opere cubiste, astratte e surrealiste e il padiglione diventa l’esposizione più completa e coerente del modernismo mai presentata fino ad allora in Italia.

A Venezia Peggy acquista Palazzo Venier dei Leoni, un edificio settecentesco incompiuto lungo il Canal Grande, dove si trasferisce definitivamente. Nel 1949 vi espone una mostra di scultura contemporanea. Nel 1950 organizza la prima personale di Pollock in Europa, nell’Ala napoleonica del Museo Correr di Venezia. Espone inoltre la sua collezione a Firenze e a Milano, poi ad Amsterdam, Bruxelles e Zurigo. A partire dal 1951 Peggy inizia ad aprire la propria casa al pubblico, per alcuni pomeriggi alla settimana, dalla primavera all’autunno. Nel corso degli anni continua a collezionare e sostenere artisti, come Edmondo Bacci, Piero Dorazio, Tancredi Parmeggiani ed Emilio Vedova. Acquista inoltre le opere di Marina Apollonio, Karel Appel, Francis Bacon, Kenzo Okada, Graham Sutherland e altri ancora. Offre a Tancredi uno stipendio e uno studio nello scantinato del palazzo, dedicandogli inoltre una personale, sempre nel palazzo, nel 1954. Nel 1962 viene insignita della cittadinanza onoraria della città di Venezia.

Nel 1969 il Museo Solomon R. Guggenheim di New York la invita ad esporre la sua collezione. Nel 1970 Peggy decide di donare il palazzo e nel 1976 la collezione alla Fondazione Solomon R. Guggenheim. La Fondazione venne creata nel 1937 dallo zio di Peggy, Solomon, per promuovere la comprensione dell’arte e per costituire e gestire “uno o più musei” a partire dal Museo Solomon R. Guggenheim, che dal 1959 ne ospita la collezione nella famosa struttura a spirale realizzata da Frank Lloyd Wright sulla 5th Avenue di New York.

A Venezia divenne una celebrity: celebri gli occhiali da sole a farfalla, disegnati da Edward Melcarth, con cui si spostava per la città a bordo di una gondola privata, i cani al seguito. La sua casa, un punto di riferimento per scrittori e artisti, venne aperta all’inizio degli anni Cinquanta al pubblico e, nei decenni successivi, la sua collezione fu prestata a vari musei in Europa e negli Stati Uniti. Ormai cittadina onoraria, Guggenheim continuò a collezionare opere d’arte, e morì il 23 dicembre 1979, all’età di 81 anni. Le sue ceneri sono custodite in un angolo del giardino del suo museo.

Oggi, la sua collezione, non è solo una delle più importanti di arte moderna al mondo, con oltre 300 opere di un centinaio degli artisti più influenti del XX secolo, ma ha anche svolto un ruolo fondamentale nel trasformare Venezia in una mecca per l’arte contemporanea.

LE SU FRASI PIU’ FAMOSE:

«Mi sono dedicata interamente alla mia collezione. Una collezione è impegnativa. Ma è quello che desideravo e ne ho fatto il lavoro di una vita. Io non sono una collezionista. Io sono un museo» (Peggy Guggenheim in “Peggy Guggenheim and Her Friends”, 1970-76)

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«Il mio motto era Comperare un quadro al giorno e l’ho seguito alla lettera.» (Peggy Guggenheim, “Una vita per l’arte”, Rizzoli, Milano 1982)

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«Sono del tutto consapevole della responsabilità insita nell’aprire questa galleria e la collezione al pubblico, mentre le persone stanno combattendo per salvarsi e per la libertà. Questa iniziativa avrà assolto il suo compito solo se riuscirà ad essere d’aiuto al futuro e non a registrare il passato.» (Comunicato stampa dell’apertura di Art of This Century, New York, 1942)

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«Art of This Century divenne presto un centro delle attività d’avanguardia. I giovani artisti americani […] fondarono una corrente del tutto nuova […] chiamata Espressionismo Astratto.» (Peggy Guggenheim, “Una vita per l’arte”, Rizzoli, Milano 1982)

Peggy Guggenheim a casa con Jackson Pollock davanti al suo Murale (Mural, 1943), New York, 1946 c.

«[…] amavo l’Europa più dell’America e quando la guerra finì sentii che dovevo tornare per forza. […] In viaggio decisi che Venezia sarebbe stata la mia patria futura: l’avevo sempre amata più di ogni altro posto su questa terra e sentii che lì da sola sarei stata felice.» (Peggy Guggenheim, “Una vita per l’arte”, Rizzoli, Milano 1982)

Peggy Guggenheim nella biblioteca di Palazzo Venier dei Leoni, Venezia, anni ’60

APPROFONDIMENTI E FONTI:

Visita virtuale con la direttrice Karole P. B. Vail

https://youtu.be/3GIAbJLtYuo

Rai Storia: Collezioni d’arte – Peggy Guggenheim a Venezia

https://youtu.be/oAphX1VIX_o

Peggy Guggenheim: Art Addict Official Trailer 1 (2015) – Documentary HD

https://youtu.be/V8yy8Opyjcs

Lisa Immordino Vreeland, Peggy Guggenheim: Art Addict – USA, 2016

https://youtu.be/88pldT_A0Fs

Peggy Guggenheim Collettion

https://www.guggenheim-venice.it/it/

Chi è Pegg

https://www.guggenheim-venice.it/it/arte/approfondimenti/peggy-guggenheim/biografia-peggy/

Artribune: Peggy Guggenheim

https://www.artribune.com/arti-visive/arte-contemporanea/2021/12/la-nascita-di-un-mito-peggy-guggenheim/