Spesso per i figli di tutte le età il conflitto con i genitori rappresenta una sorta di cestino della spazzatura in cui far confluire tutte le negatività: i genitori vengono visti come la causa di ogni male, come un ostacolo alla libertà, alla vita, alla felicità. Talvolta anche i genitori vedono i figli “problematici” come un ostacolo, unico spesso, alla loro serenità.
Così accade che quando si riesce a ridurre tale conflitto, quando con tanta fatica genitori e figli cominciano a capirsi, emerge prepotentemente un altro problema ben più grande del precedente: si libera energia e lucidità e ciascuno comincia a guardare dentro di sé e a comprendere che ci sono altri problemi che vanno affrontati. Problemi relativi a un passaggio di fase personale, alla crescita, che vuol dire lasciare indietro vecchi schemi e vecchie modalità comportamentali ormai inutili per organizzare nuove risposte e nuove strategie d’azione. La sofferenza si sente tutta, per intero e non si può più dare la colpa all’altro. È una fase dolorosa, dove si sentono i propri limiti e le proprie sofferenze, ma è una fase di passaggio per poter crescere. Il conflitto continuo è stallo, è blocco, è uno spreco di energie vitali.
Silvia Ruggiero