Il peso di un Archetipo | di Caterina Civallero

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          Il termine Archetipo, che origina dal greco arkhétypon significa “primo esemplare assoluto e autonomo” e deriva dai termini Arché e Typos, che significano rispettivamente Principio e Forma: viene utilizzato anche dallo psicanalista svizzero Carl Gustav Jung all’inizio del 1900 per indicare “il contenuto dell’inconscio collettivo, cioè le idee innate o la tendenza a organizzare la conoscenza secondo modelli predeterminati innati”.

L’archetipo non è definibile né dimostrabile materialmente ma ogni uomo ha la capacità di percepirne la valenza: innocente, orfano, guerriero, amante, saggio, angelo custode, cercatore, distruttore, sovrano, folle, mago, solo per citarne alcuni[1] sono utilizzati nel parlare quotidiano da ciascuno di noi  e indicano un preciso ruolo o compito che non richiede spiegazioni.

Padre, madre, figlio, marito o partner sono altri archetipi che utilizziamo per definire i rapporti esistenti fra noi e le persone che ci circondano: attraverso il suono che emettono, quando vengono citati, sono capaci di ergere vere e proprie raffigurazioni energetiche, come se le parole potessero costruire statue.

Quando mi riferisco al peso di un archetipo, ne parlo nel mio libro Un sorso e un morso, intendo chiamare in scena la forza energetica capace di alterare la distribuzione della materia di cui siamo composti fino a trasfigurarla. Voglio collegarmi a uno dei capitoli iniziali del libro che parla di genealogia rammentando che il passaggio da figli ad adulti, che coincide spesso con l’uscita di casa e con la costruzione della propria indipendenza, muove i primi passi verso un’autonomia che è solo apparente.

Non si diventa adulti di colpo solo per avere apposto sulla plancia del citofono il proprio cognome e nemmeno per aver ricevuto per posta la cartella elettorale.

Adulto è colui che sa armonizzare con coerenza la sua vita e quella di chi dipende da lui facendo il bene del gruppo. Ma un adulto ha atteggiamenti, posture e competenze che un giovane non ha, e queste contengono una densità evidente che si esprime anche sul corpo.

Questo è uno dei motivi per cui alcune persone passano da un aspetto fisico a un altro proprio quando le fasi della vita si susseguono. Non è giustificato acquisire quaranta chili di peso passando dai venti ai quaranta anni, ma ti sarai accorto che il peso che avevi a vent’anni oggi è impensabile da raggiungere e da mantenere.

Sembra quasi che qualcosa abbia deciso di sommarsi al trascorrere del tempo e che oggi sale sulla bilancia con noi, ogni volta che ci pesiamo, anche se le persone che ci conoscono dichiarano di trovarci uguali, senza grossi cambiamenti.

Cambiare è doveroso, la disposizione della materia nello spazio obbedisce all’energia del tempo, dell’ambiente e del gruppo di cui facciamo parte.

Una madre, benché in splendida forma, ben allenata da uno sport praticato almeno due volte la settimana, e che segue un’alimentazione prettamente sana ed equilibrata ha comunque un’impronta energetica che il suo corpo ha registrato.

Se sei un bravo osservatore potrai riconoscere, esaminando le persone che incontri durante la giornata, chi è sposato, chi è genitore, chi è figlio, chi amante, chi mago o folle. E non solo perché l’età dei soggetti osservati sia un indizio.

Ognuno dei soggetti è un archetipo, o per lo meno lo rappresenta e non sarà difficile riconoscere di quale si tratta.

Nelle mie ricerche e osservazioni in merito mi rendo conto che anche la professione, il successo, la responsabilità di dover gestire del personale, hanno un peso che aderisce alla corporatura della persona che ne è coinvolta.

Dipendente e imprenditore hanno pesi specifici differenti e sono certa che comprendi che non sto parlando del peso riportato dalla bilancia pesa persone.

Spesso con gli amici giochiamo a indovinare la professione delle persone conosciute in viaggio, in vacanza, o per curiosa casualità. Facciamo bingo quasi sempre.

Cosa c’entrano questi esempi con l’argomento di questo articolo, ti starai chiedendo?

C’entrano eccome.

Nel mio libro, nel capitolo in cui ho parlo degli atleti, degli ormoni e di come la loro produzione interferisce con la corporatura del soggetto, ho introdotto i concetti di massa ed energia. A pesare in noi non sono solo la struttura acquisita con la nascita e la crescita ottenuta attraverso l’alimentazione e l’evoluzione. Ci nutriamo di emozioni e di rapporti e benché possa sembrare siano introduzioni prive di calorie dobbiamo ammettere che hanno il potere di alterare la nostra forma.

Mangiare a casa propria, da amici, o da parenti non propriamente graditi, lo stesso tipo di alimento, a parità di grammature e di metodo di cottura, conduce a percorsi digestivi e assimilativi differenti.

Chi pranza spesso fuori casa in situazioni non gradevoli, con elementi di disturbo, quali rumore, eccessiva quantità di gente, campi elettromagnetici confusi o disarmonici sa di cosa parlo. Mangiare in un ipermercato o in una grande catena di ristorazione dove tutti sono di corsa e c’è la coda alle casse crea una situazione di spinta e attesa che non è congeniale alle corrette funzioni fisiologiche.

Quando spieghiamo che qualcosa ci è rimasto sullo stomaco spesso non ci riferiamo al cibo, anche se a esso attribuiamo la responsabilità di averci creato fastidi.

Caterina Civallero

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[1] Dodici degli archetipi tratti dal libro “Risvegliare l’eroe dentro di noi”.

[2] Notoriamente le persone ipotese trovano difficile digerire l’aglio, il melone, il cetriolo, l’anguria e tutti quegli alimenti capaci di drenare il liquidi, come se il corpo volesse evitare di perdere altri sali minerali, che sappiamo essere estremamente importanti nella regolazione della pressione sanguigna. Per contro gli stessi alimenti sono ben tollerati dai soggetti ipertesi che trovano vantaggio nel drenaggio dei liquidi in eccesso che concorrono a favorire l’aumento della pressione.

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Caterina Civallero, già coautrice con Maria Luisa Rossi dei tre saggi sul tema de La Sindrome del gemello intitolati Il mio gemello mai nato (Uno Editori 2018), Modalità gemellare (Uno Editori 2019) e Doppi per essere unici (Amazon 2020) scrive da circa quindici anni articoli, racconti, interviste, recensioni, saggi. Nella primavera del 2019 esordisce in campo narrativo con Amapola e la finestra magica − favola per grandi che vogliono crescere; a luglio e settembre dello stesso anno pubblica Figli della terra − Il canto di Nosy Be e Madagascar − un viaggio per liberare due cuori, tutti pubblicati con Amazon e consolida la straordinaria passione che ha dedicato per anni alla scrittura come gosthwriter. Attraverso il percorso olistico, negli anni, ha integrato le sue conoscenze scientifiche e letterarie con le più importanti tecniche di apprendimento evolutivo al fine di creare metodi divulgativi semplici e diretti. È Consulente alimentare, Facilitatrice di Psicogenealogia junghiana e sostiene attraverso i suoi Corsi di scrittura consapevole gli scrittori che desiderano realizzare il sogno di pubblicare un libro. Organizza e conduce seminari e percorsi individuali per favorire la diffusione di un messaggio semplice e fruibile orientato alla gestione dell’alimentazione, della scrittura alchemica e dell’apprendimento delle tecniche di psicobiologia per ottimizzare l’integrazione dei propri talenti. Nel 2020 durante il lock-down ha aiutato, in soli 40 giorni, dieci donne che si sono conosciute su Facebook a correggere, impaginare e pubblicare DONNE e un filo di Seta − dal Social al libro, un progetto editoriale firmato Rosanna Fabbricatore. A luglio 2020 pubblica lo storytelling dal titolo Certe cose capitano solo a te. Nel mese di agosto con Alessandro Zecchinato pubblica Realizzo il mio sogno − Creo Scrivo Pubblico per coinvolgere le persone che desiderano pubblicare un libro in un percorso didattico dinamico e strutturato. A settembre 2020 pubblica Un sorso e un morso, un libro straordinario, ironico e innovativo sull’alimentazione consapevole. Nel mese di ottobre 2020, insieme a Maria Luisa Rossi e Davide Baroni, già autore di Exodus – Il segreto di Mosè – (Lalli Editore 2015) e di Figli delle stelle (Booksprint 2019) pubblica, con la prefazione di Mauro Biglino, La porta d’oro – L'origine dell’immortalità. A dicembre 2021 pubblica, con Alessandro Zecchinato, Lo sviluppo quantico delle parole il libro perfetto per chi desidera ottenere il massimo risultato dalla propria modalità comunicativa; il testo è un ottimo compendio per i corsi di scrittura. Ad aprile 2022 pubblica Clessidre senza sabbia − Sopravvivere all'anoressia un libro che tratta un tema complesso e delicato affrontato in due parti: una narrativa, basata sulla storia di Alice Perdoncin; l'altra, rivolta alle soluzioni terapeutiche. Collabora con piattaforme on-line dedicate a cultura, spettacolo e società: su www.mobmagazine.com cura la rubrica intitolata Sotto palese copertura; scrive inoltre su www.fattitaliani.it e www.5wagora.com.