Amiche ed Amici carissimi, ogni anno mi chiedo il motivo di tanto manifesto bersaglio di compatimento ed accanimento avversativo nei confronti della ricorrenza di San Valentino.
Un festeggiamento che non mi pare passibile di cotanta sufficienza e quantomeno equiparabile simbolicamente alle celebrazioni ascrivibili ad altri ruoli, socialmente (quasi) indiscussi.
Affermazioni pronunciate con alterigia pseudointellettuale, non scevre da intento offensivo, abbondano nei confronti di chi, viceversa, gradisce sottolineare, magari con un dono, la preziosità del sentimento che unisce due persone.
Tuttavia, oggi desidero introdurre un argomento, atto alla propria salvaguardia, che rappresenta un’ insidia, dolente nota della discussa festa: l’approvvigionamento narcisistico che offre al love bombing il raggiungimento dell’apoteosi.
Il love bombing, ovvero il bombardamento d’amore, è una tecnica altamente manipolativa, agìta dai narcisisti, studiata a tavolino, simulante il grande amore nei confronti degli ignari partner, nonché le vittime prescelte, allo scopo di renderle dipendenti, per poi privarle repentinamente – è questo il “bello” – creando così disorientamento e dolore, sino ad affamarle, maltrattarle, abbandonarle e talvolta, riconquistarle fingendo pentimento e reiterando l’identico copione, sino allo sfinimento o peggio alla distruzione della perseguitata.
Esprimente dapprima – all’inizio del rapporto – un sentimento intenso, generante felicità incredula, dalla falsità insospettabile, intriso di attenzioni, doni e passione nei confronti della sua preda, il narcisista, trae nutrimento per il proprio ego dall’innamoramento estatico e reale manifestatogli dalla partner e, soprattutto, pone le basi al suo perverso piano.
Quale migliore occasione di San Valentino, dunque, può essere finalizzata all’avanzamento del suo riprovevole obiettivo? Organizzare una festa, atta a destare stupore e gioia nella “sua” donna, è un investimento consapevole: più la vittima crederà di avere incontrato il vero Amore, più ne diverrà dipendente e più lui godrà quando deciderà di abbandonarla, raggiungendo così il culmine nel suo progetto – l’abbandono – non senza prima averle inferto l’umiliazione dello scarto e del palese tradimento con la prossima, inconsapevole vittima.
In realtà, i prodromi di questi falsi amori sono individuabili, ma l’illusione e la felicità procurate dal perfido individuo, troppo spesso oscurano la realtà.
Un abbraccio
Daniela Cavallini