Il tradimento è un cambiamento, qualcosa che dà un diverso andamento: il pensiero e l’azione vanno in differente direzione, da come era stato programmato, o forse solo immaginato, perché si sa non è tradire, se da solo hai libertà di agire. È quando non segui la scia, di qualcuno che con te definisce la via. Quando vuoi tornare, da chi per un attimo hai lasciato andare, quando vuoi mantenere, due cose sullo stesso piano e volere. Solo allora si può dire che sia un vero tradire. Disilludere o cambiare si può fare, se c’è sincerità di spiegare. Non è verità, se rinneghi qualcosa che sai ti piace di già.
Un sicofante ti metterà distante, dovrai almanaccare sul da fare, se davvero vuoi ripristinare. Un subitaneo atteggiamento che mostra istinto e incitamento, verso qualcosa, che cambia la visione della tua sposa.
Pernicioso, mendace e tracotante, così è l’infedele che si mostra aitante. Fa percepire un fallo in un mutamento e nega l’evidenza, quando della bugia non può far senza.
Una commistione di ragione e di giochi d’attrazione, dentro una grande fragilità e mancanza di onestà. Stima di bassa autostima, che si porta dentro da prima. Il coraggio è latitante e l’ipocrisia una costante. Così si dipinge un traditore: colui che usa la questione di cuore, per promuovere qualcosa che non è amore.
Il tradimento non è atto di poco gradimento, ma sintomo di un cedimento, che non diviene apprendimento e resta solo impedimento.
Se viene perdonato, nessuno qui ha imparato. Non evolve una situazione, ristagna e va in putrefazione. Che sia una relazione o altra situazione, bisogna mirare alla confessione e pensare di modificare la destinazione, altrimenti non ci sarà evoluzione.