Agli inizi del secolo XIX vi fu un ritorno all’idea di bellezza assoluta dell’antichità greca, che si espresse nello stile neoclassico, In contrapposizione a questa tendenza sorse il Romanticismo, che valorizzò le emozioni, i sentimenti, l’immaginazione, e coinvolse tutte le arti: la pittura, la musica, la letteratura, la danza.
Fu in Francia, con l’Impressionismo, che si compì una vera e propria rivoluzione nelle arti visive. La fotografia, di buona invenzione, spinse gli artisti ad approfondire la percezione e ad esprimersi e ad esprimersi sempre più liberamente.
Ma quali sono i caratteri del Neoclassicismo? L’architettura, la scultura, i modelli di riferimento?
L’arte neoclassica sorse prima di tutto come reazione al barocco nella sua espressione più decorativa. In un secolo frivolo come il XVIII, si sviluppò il pensiero illuminista, che alimentò idee di riforma anche nelle arte figurative.
Le scoperte di Ercolano e Pompei rivelarono nuovi tesori archeologici e favorirono una rinnovata passione per l’antichità classica.
Il tedesco G. Gioacchino Winckelmann, direttore delle antichità di Roma, teorico dell’arte, creava l’estetica del bello ideale, che aveva le sue radici nell’architettura e nella scultura greco-romane, equilibrio, chiarezza si sposavano agli ideali della rivoluzione francese. Lo stile neoclassico fu lo stile del periodo che preparò la rivoluzione e poi fu lo stile della rivoluzione stessa; infine, con Napoleone, l’arte neoclassica divenne espressione della grandezza imperiale.
I modelli di riferimento degli architetti neoclassici furono quelli classici dell’antica Roma: edifici a pianta centrale come il Pantheon, gli archi trionfali, le terme. Le costruzioni più significative cercarono di imitarne l’armonia degli spazi, la semplicità delle forme. Nelle opere di minore valore architettonico, il neoclassicismo si espresse co nell’utilizzo decorativo di colonne doriche, ioniche e corinzie; con i frontoni triangolari e altri segni esteriori dell’antico.
Gli scultori presero a modello le copie romane degli originali greci e riproposero la figura umana come ideale di bellezza, di armonia. Divinità, eroi della mitologia greca divennero i soggetti più richiesti dai committenti e anche quelli che si prestavano meglio di altri ad essere rappresentati nudi. Dopo la rivoluzione francese l’arte diventa laica e il mito pagano sostituisce le storiche bibliche.
Antonio Canova (Possagno, 1757 – Venezia, 1822) è il miglior rappresentante della scultura neoclassica. Canova ebbe un vero e proprio culto per la bellezza formale, che espresse con un modellato levigato, risultato di una tecnica prodigiosa. L’imperatore Napoleone Bonaparte volle essere ritratto dall’artista italiano come imperatore romano e nella nudità “eroica” delle statue classiche.
Per le figure sia maschili che femminili i modelli furono le statue di scavo che il Canova poteva ammirare nelle collezioni vaticane e dei principi romani. Il ritratto simbolico ei Napoleone deriva la sua posa dall’Apollo del Belvedere in Vaticano; nella mano destra del soggetto, Canova ha posato una Vittoria alata, che completa il messaggio propagandistico.
Gli ideali rivoluzionari e il Neoclassicismo eroico:
Jacques-Louis David (Parigi, 1748 – Bruxellese, 1825) è il pittore francese che meglio ha usato i soggetti classici per esaltare gli ideali della cultura illuministica e rivoluzionaria: libertà, sentimento eroico della vita, virtù civili.
Gli artisti del Neoclassicismo eroico si proponevano di educare il popolo anche con le arti figurative, con soggetti tratti dalla storia di Roma antica, soprattutto repubblicana, David studiò a Roma, come ogni straniero di valore, sui modelli della scultura greco-romana. Il grande quadro del 1784, il “Giuramento degli Orazi”, è un esempio di come fare arte e comunicare nello stesso tempo un forte messaggio di richiamo alla virtù e alla fedeltà alla patria. Pur essendo stata dipinta nel XVIII secolo, l’opera apparì come manifesto del nuovo classicismo. David fu un attivo rivoluzionario; affascinato dalla figura di Napoleone, successivamente ne divenne il pittore ufficiale e ne esaltò con i ritratti, il potere.
La struttura espressiva del dipinto citato sopra, è basata su una semplice ma rigorosa composizione. Il disegno preciso, il chiaroscuro che modella scultorealmente i corpi rendono vive le figure, tese in un momento drammatico della loro vicenda umana.
L’effetto evocativo del dramma è raggiunto dalla sintesi di pochi, ma efficaci, elementi figurativi; i militi, pronti al sacrificio, costituiscono con la figura del padre un serrato incrocio di forme geometriche, i cui vertici convergono nel fascio di spade.
A destra, il dolente gruppo delle donne è inscritto in profili morbidi e cadenti che indicano il cedimento al dolore.
L’Architettura nel secondo Ottocento:
Caduto l’impero napoleonico, durante il quale si era sviluppato lo stile neoclassico, dalle arti maggiori a quelle applicate, non si affermò uno stile architettonico definito.
Il periodo relativo storicamente all’Unità d’Italia fu una fase di passaggio dal classicismo del primo Ottocento al razionalismo del movimento moderno del primo Novecento. In questo panorama artistico si distingue nettamente il novarese Alessandro Antonelli (1798-1888) per le sue esperienze rivoluzionarie, sotto l’aspetto tecnico più che stilistico ed è considerato il più geniale dei costruttori italiani dell’Ottocento.
Il sistema costruttivo antonelliano, molto complesso, permetteva di innalzare con muri di mattoni strutture altissime, che era indispensabile edificare in quell’epoca.
La Mole Antonelliana (1863 – 1880) fu progettata come tempio israelitico (sinagoga): è la costruzione più audace del mondo in mattone e pietra, poiché raggiunge 167,50 mt. con la guglia. Per gli elementi stilistici esterni l’Antonelli si riferì al classicismo: colonne con capitelli corinzi, frontoni triangolari, cornicioni, mensole. L’interno è un organismo di pilatri collegati da archi e da scale a elica. L’edificio appartiene al Comune di Torino e attualmente ospita il prestigioso Museo del cinema.
La cupola di San Gaudenzio (1944-1888) a Novara è un’altra delle straordinarie realizzazioni di Alessandro Antonelli. Si innalza su una base di soli 26 mt di diametro fino a 125 mt di altezza. Vero capolavoro di scienza costruttiva, consiste in cinque calotte forate al centro.
La cupola esterna è allungatissima e termina con un’alta guglia. Anche l’esterno di questa cupola è ornato da gallerie in stile neoclassico, fi grande leggerezza, I cornicioni circolari spezzano la verticalità della costruzione.
Il sentimento della natura:
Il Romanticismo fu una vera e propria rivoluzione visiva, letteraria e spirituale, la parola, l’immagine e anche la musica espressero un particolare modo di sentire e di pensare, In reazione al razionalismo illuministico, si imposero il senso della natura spontanea e libera e la valorizzazione dei sentimenti e delle passioni. Gli artisti stabilirono uno stretto rapporto fra natura e sentimento. Sia nella letteratura che nelle arti visive il paesaggio fu considerato come uno sfondo naturale su cui proiettare emozioni, passioni, sogni.
Dietro a un paesaggio reale di un pittore romantico dobbiamo vedere un altro mondo, quello è dell’artista: il suo mondo è interiore. Generalmente esso è pervaso da un sentimento di disagio, di malinconia.
Un crepuscolo, un albero secco, un cielo notturno illuminato dalla luna, sono elementi visivi naturali che però connotano uno stato di tristezza, il pensiero della morte, un atteggiamento di evasione dalla realtà. Le opere comunicano stati d’animo, con immagini del cielo, del mare, dei boschi, delle montagne. Non vediamo il volto dell’uomo dipinto di spalle nel dipinto di Caspar David Friedrich il “Viandante sul mare di nebbia”, ma immaginiamo lo stupore e la commozione di chi, salito con fatica su uno sperone di roccia, si trovi di fronte alla visione della natura incontaminata,
Infatti questo pittore tedesco (Greifswald, 1774 Dresda, 1840), è uno dei massimi rappresentanti della pittura romantica; egli raffigura quasi sempre i personaggi di spalle, in atteggiamento di contemplazione dello spettacolo natura che hanno di difronte.
La figura umana è insignificante nell’ambiente, raggelato dalla neve e dal freddo nordico, rappresentato nel dipinto “Paesaggio d’inverno). Gli alberi spogli, contorti e scuri sul bianco della neve sembrano quasi creature misteriose e scheletriche, L’obliquità del tronco e dei rami, lo sfondo scurissimo come se fosse notte, danno un tono drammatico al dipinto. Molti tronchi sono spezzati e non si rinverdiranno a primavere.
Luce-ombra-atmosfera:
William Turner (Londa 1775-2851) è stato uno dei più famosi e affascinanti pittori romantici. Il suo interesse fu rivolto essenzialmente al paesaggio soprattutto al mare. Con una teoria fortemente libera per il suo tempo, questo artista seppe rappresentare la luce, la nebbia, l’atmosfera la trasparenza e la tempesta. Le sue immagini sono evanescenti, sfumate, da contorni imprecisi; evocano, piuttosto che descrivere i luoghi.
Rappresentò ciò che nella natura e mutevole, mobile, cangiate.
Nel dipinto del “Viandante sul mare di nebbia di Caspar David Friedrich, che abbiamo visto anche prima, l’artista ha intensificato la carica di suggestione dell’immagine, con contrasti di suggestione dell’immagine, con contrasti cromatici e pennellate luminose.
Questa tecnica pittorica, che non definisce gli oggetti, lascia spazio alla nostra immagine, che completa quanto l’artista ha lasciato di inespresso.
M° Monica Isabella Bonaventura