il cerchio non è squadrato, cover libro, Lucilla D'Eredità
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Lucilla D’eredità, autrice di una raccolta di poesie per la Pav edizioni “Il cerchio non è squadrato” racconta attraverso le sue liriche la sua vita,  impossibile non chiederle degli approfondimenti su alcuni versi delle sue poesie!

Lucilla, la lirica “E’ dentro il Paradiso” si conclude con: “le radici del mio cuore ringraziano” è un invito, a saper andare oltre le apparenze? Guardare oltre nella profondità del cuore?

“Sì, certo, ed a non perdere la meraviglia e la gratitudine. Quando siamo tramortiti dal dolore non ce la possiamo fare, ma appena riusciamo a riaprire gli occhi, anche e soprattutto quelli che ‘guardano oltre’, allora ci accorgiamo che insieme al dolore nella nostra vita c’è il miracolo, il dono, la firma del ‘senza limite’, della Bellezza e della Purezza.”

dolore

Con l’espressione “Con quello sbigottito dolore” cosa vuoi comunicare?

“Ci sono dei dolori che ci lasciano solo apparentemente vivi, tra questi sicuramente quello della morte di un figlio, forse perché la si vive come contraria all’evoluzione naturale della vita umana e perché i figli sono apparenza d’una nostra eternità, mi pare. Di fronte a questi dolori possiamo solo star zitti, se crediamo, pregare, ed essere solidali, offrendo ascolto e, se possibile, amicizia, mai facili ed ottuse ricette che pretendano di dare una compiuta e ‘perfetta’ spiegazione.”

gatti

Lucilla, com’è il tuo rapporto con i gatti? Li citi spesso.. Quanto hanno influito nella tua vita?”

“Dico sempre che i gatti sono ‘magici’. I gatti sanno che noi siamo simili a loro, avvertono i nostri umori, a volte se sono in sintonia con noi ci consolano nel dolore, ci cercano per un gesto di tenerezza, per essere rassicurati e tutto questo in un rapporto paritario. Certo possono comportarsi come mendicanti molesti ed ostinati in attesa del cibo o del bocconcino preferito, ma se non li nutri, se non li accarezzi, se ne possono anche andare o rifiutarti.”

“Ho una gattina che chiede coccole per diverse ore anche in momenti in cui non mi posso dedicare a lei; se più volte con una veloce carezza l’allontano, si muove ‘ad onda’, dico io, quando tento di accarezzarla, così da evitare il contatto con la mia mano e devo insistere per ottenere il suo perdono. Davvero i gatti racchiudono in sé buona parte del mistero dell’universo. So di poterti sembrare esagerata, ma avverto che è così.”

 “E’ difficile credere che l’amore non muoia” scrivi in “In questo tempo” e concludi con la parola “Amen”. Che visione hai della vita? Credi davvero che l’amore non duri per sempre e si perda?

“No, credo proprio il contrario, ma crederlo è difficile, perché l’amore è disarmato, spesso lavoro attento, faticoso e nascosto. E’ lo stesso tema che trovi in “Lucifero”, che è stata scritta un po’ d’anni dopo “In questo tempo” e cerca di dare una risposta, credo più completa, alla domanda che tutti ci poniamo su ciò che davvero ha possibilità di non vanificarsi con la nostra morte; per me ciò che ‘costruisce’ permane, anche se non ne possiamo magari godere i frutti, ma possiamo essere sereni nella consapevolezza d’aver ‘costruito’, appunto.”

“Questa consapevolezza credo possa renderci ‘profondamente grati’ della nostra vita; poi se possiamo godere i risultati della nostra semina, beh, tanto meglio! L’amen che conclude “In questo tempo” sottolinea che la poesia è anche una preghiera ed alcuni versi in cui dico che l’amore non può rigenerare da un dolore straziante e non può eliminare le conseguenze dei nostri errori significa che, a mio parere, l’amore non distrugge la negatività, ma apre una porta ‘attraverso’ ed ‘oltre’.”

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