“Quasi madre” è il nuovo libro della poetessa e scrittrice Rita Pacilio, nata a Benevento. Sociologa di formazione e mediatrice familiare di professione, da oltre un ventennio si occupa di poesia, musica, letteratura per l’infanzia, saggistica e critica letteraria. Direttrice del marchio Editoriale RPlibri è Presidente dell’Associazione Arte e Saperi. È stata tradotta in nove lingue. Sue recenti pubblicazioni: Gli imperfetti sono gente bizzarra, Quel grido raggrumato, Il suono per obbedienza, Prima di andare, La principessa con i baffi, L’amore casomai, La venatura della viola, Cosa rimane, Pretesti danteschi per riflettere di sociologia, Quasi madre. Dopo l’uscita del romanzo “Cosa rimane” – Augh, Utterson 2021. Le liriche contenute in questa silloge poetica, svelano con molta delicatezza, il segreto dei rapporti psicologici e sociali tra una madre ed una figlia con un linguaggio che fa emergere tra chiarezze e oscurità, simbolismi e corrispondenze un intricato e problematico rapporto mamma/figlia che va oltre ogni significato letterale e retorico e ne sviscera i […] fattori che ostacolano, negli anni della seconda socializzazione, la formazione di un buon rapporto madre/figlia: per esempio il modello materno debole o inadeguato, le lunghe assenze da casa, la freddezza o il disinteresse della madre, il legame di dipendenza privo di comunicazione, la serenità eccessiva negli interventi educativi, l’iperprotezione, la rigidezza di ruolo e la mancanza di fiducia nelle possibilità presenti o future della figlia, gli atteggiamenti ipercritici, l’educazione alla vergogna e ai sensi di colpa. (Rita Pacilio in Pretesti danteschi per riflettere di sociologia – Guida Editori, 2021). Dice molto bene Pietro Marelli nella sua postfazione […] “il suo progetto stilistico appartiene a un bisogno aurorale di poesia, giocata sulla figura della madre, non più come un colloquio con i morti di tanta lirica contemporanea, da Pascoli a Raboni, per esempio, ma invece come dialogo, con una presenza che disarticola continuamente la quotidianità e che possiede già “naturalmente” una propria disarticolazione. Una madre come completamento della stessa autrice” […] Ogni poesia della Pacilio ci trasporta in quel mondo di emozioni infinite e forti, verso un affetto fatto di amore, ma pure di conflittualità e ci conduce a fare un viaggio introspettivo, chiedendoci chi siamo e quanto una madre abbia potuto influire sulle scelte e sul carattere della vita dei figli.