“I grandi dell’arte contemporanea a Palermo: le foto della “realtà reale” di 16 artisti a Palazzo Reale di Palermo” | di Mattia Fiore

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Care lettrici e cari lettori,

sperando di fare cosa gradita, sono lieto di presentarvi la mostra “I grandi dell’arte contemporanea a Palermo: le foto della “realtà reale” di 16 artisti a Palazzo Reale di Palermo “.

Questa mostra, organizzata dalla Fondazione Federico II, comprende sedici celebri artisti d’arte contemporanea per ventotto opere ed è allestita presso il Palazzo Reale (Sale duca di Montalto – Palermo), dal 22 aprile al 31 ottobre 2022.

Nell’era del virtuale sedici artisti affrontano la “realtà reale” per una rinascita collettiva. L’evento aspira a porre Palermo come capitale dell’arte contemporanea.

Gli artisti, di altissimo profilo nazionale e internazionale, di cui si potranno ammirare le opere sono i seguenti:
Alberto Burri, Saint Clair Cemin, Tony Cragg, Zhang Hong Mei, Anselm Kiefer, Jeff Koons, Sol LeWitt, Emil Lukas, Mimmo Paladino, Claudio Parmiggiani, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto, Tania Pistone, Andres Serrano, Ai Wewei e Gilberto Zorio.
Adesso, allo scopo di introdurvi alla mostra, vi fornirò una breve descrizioni biografica di alcuni degli artisti in esposizione. Iniziamo con l’artista Jeff Koons.

Jeff Koons (York, Pennsylvania, 1955).

https://it.wikipedia.org/wiki/Jeff_Koons

https://it.wikipedia.org/wiki/File:Jeff_Koons_at_the_2009_Tribeca_Film_Festival.jpg

Studia a Baltimora, al Maryland Institute College of Art e all’Art Institute di Chicago. Si trasferisce a New York dove lavora come broker in Borsa, per finanziare le sue opere d’arte. Al suo esordio aderisce al Neo-Geometric Conceptualism, poi riscopre i ready made di Marcel Duchamp: nella prima meta’ degli anni Ottanta espone degli elettrodomestici in vetrine di plexiglas, soprammobili giocattoli ed altri oggetti in acciaio o ceramica policroma. Si è poi avvicinato maggiormente alla Pop Art, con una serie di creazioni iconiche e provocatorie.

Michelangelo Pistoletto (Biella, 1933).

https://it.wikipedia.org/wiki/Michelangelo_Pistoletto

https://it.wikipedia.org/wiki/File:Michelangelo_Pistoletto.jpg

Inizia la sua attività lavorando come restauratore insieme al padre. Negli anni Cinquanta esegue dipinti figurativi e alcuni autoritratti. Nel 1962 si avvicina alla Pop Art ed esegue le prime tele specchianti. Dal 1968 entra a far parte del gruppo dell’Arte povera e in seguito rielabora alcune esperienze dell’arte concettuale. L’installazione “La Venere degli stracci” formata da una copia di una statua classica, posta di fronte a un mucchio di stracci, è considerata il simbolo dell’Arte Povera, il movimento teorizzato da Germano Celant. Nel 1998 fonda a Biella il centro “Cittadella dell’arte – Fondazione Pistoletto”. Nel 2003 riceve il Leone d’oro alla Carriera alla Biennale di Venezia.

Mimmo Paladino (Paduli, Benevento, 1948).

https://it.wikipedia.org/wiki/Domenico_Paladino

https://it.wikipedia.org/wiki/File:Paldinogbg.jpg

Esordisce come fotografo, con una mostra personale alla Galleria Nuovi Strumenti di Brescia nel 1976. L’anno seguente realizza un grande murale a pastello per la Galleria di Lucio Amelio. Ad “Aperto 80”, nell’ambito della biennale di Venezia del 1980, il critico Achille Bonito Oliva accomuna le sue opere a quelle di Chia, Cucchi, Clemente e De Maria, e le battezza con il termine “Transavanguardia”. Negli anni Ottanta e Novata esegue dipinti a olio di grandi dimensioni, popolati da figure allegoriche, incisioni, sculture in bronzo, terracotta e pietra.

Alberto Burri (Città di Castello, Umbria, 1915 – Nizza, 1995)

https://it.wikipedia.org/wiki/Alberto_Burri

https://it.wikipedia.org/wiki/File:Scanavino_con_burri.jpg

Alberto Burri può essere a tutti gli effetti considerato come uno degli esponenti più significativi dell’informale italiano di tendenza materica. L’artista si laurea in medicina a Perugia, nel 1940. Mentre è militare in Tunisia, è fatto prigioniero dagli americani, che lo trasferiscono a Hereford in Texas. Qui ha il tempo per dipingere e, tornato in Italia, abbandona la professione di medico e si dedica alla pittura. Tra il 1950 e il 1952 l’artista partecipa alla nascita del gruppo “Origine” insieme a Basaldella, Capogrossi e Prampolini. Il loro fine è quello di proseguire le ricerche nell’ambito dell’astrattismo informale, cercando uno stile rigoroso e puro da ogni cedimento decorativo. Comincia a sperimentare l’uso di vari materiali, sabbia, catrame, sacchi di juta e altro. Realizza vari cicli chiamati Neri, Gobbi, Muffe, Sacchi, Combustioni, Ferri, Legni, Plastiche, Cretti e Cellotex. In primo piano è il gesto del fare artistico, che comunica al fruitore le idee e le emozioni che l’autore ha voluto trasferire sul supporto.

Gilberto Zorio (Andorno Micca, 1944)

Kunst in Europa na ’68 / Gilberto Zorio

https://it.wikipedia.org/wiki/Gilberto_Zorio

https://it.wikipedia.org/wiki/File:Gilberto_Zorio_mh_1980.jpg

Nel 1963 si iscrive all’Accademia di Torino, dove tiene la sua prima mostra personale alla Galleria di Gian Enzo Sperone nel 1967. Tra il 1967 e il 1968 partecipa a numerose manifestazioni del gruppo “arte povera”. Nel 1970 si diploma all’Accademia e insegna al liceo artistico di Torino. Nel 1976 presenta una mostra personale al Kunstmuseum di Lucerna, prima di una lunga serie di esposizioni internazionali a lui dedicate.

Tony Cragg (Liverpool, 1949)

https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/0/0b/Tony_Cragg_%28cropped%29.jpg

https://it.wikipedia.org/wiki/File:Tony_Cragg_(cropped).jpg

Studia scienze e nel 1968 lavora come tecnico di laboratorio alla National Rubber Producer Research Association. In seguito, frequenta il Gloucester college of Art an Design a Celtenham, la School of Art di Wimbledon e il Royal College di Londra. A partire dagli anni Ottanta le sue creazioni sono presenti nelle maggiori manifestazioni internazionali: nel 1988 vince il Turner Prize; nel 1944 è membro della Royal Academy di Londra.

 Anselm Kiefer (Donaureschingen, 1945)

https://www.discogs.com/it/artist/2271655-Anselm-Kiefer

https://it.wikipedia.org/wiki/Anselm_Kiefer

L’artista tedesco studia legge, letteratura e arte all’università di Friburgo: compie numerosi viaggi di studio in Italia, Svizzera e Francia. Debutta con delle “perfomance” concettuali e con degli interventi sulle fotografie, in cui riscopre il senso del mito e della storia della Germani; parallelamente usa anche tecniche pittoriche tradizionali, stilisticamente vicine all’espressionismo. All’inizio degli anni Sessanta è influenzato da Joseph Beuys di cui è allievo all’Accademia di Belle Arti di Düsseldorf.

Sol Lewitt (Hartford Connecticut, 1928)

https://en.wikipedia.org/wiki/File:Sol_LeWitt.jpg

https://it.wikipedia.org/wiki/Sol_LeWitt

Studia all’università di Syracuse; dopo il servizio militare in Giappone e in Corea nel 1951-1952 si trasferisce a New York. Nel 1953 è allievo della Cartoons Illustrators. Dal 1960 al 1965 lavora come impiegato al Museum of Modern Art. Nel 1965 tiene la prima mostra personale alla  Galleria Daniels. Negli anni seguenti partecipa a molte mostre collettive dedicate al minimalismo e all’arte concettuale, di cui è uno dei maggiori esponenti.

N.B. Le foto sono state attinte da internet a scopo puramente didattico-illustrativo.