La fede, adesione incondizionata a idee, verità, fatti rivelati o soprannaturali, nasce in un’epoca non caratterizzata dal razionalismo illuministico. Oggi, di fronte alla necessità sempre più forte di comprendere ragionatamente le religioni, essa perde consistenza. L’esigenza di molti di ricercare le verità ultime nell’ambito di fedi religiose diverse dal Cristianesimo, evidenzia altresì la necessità di rincorrere altrove, ma sempre in campo sacro, ciò che nell’antico e nel nuovo testamento appare nebuloso o poco gratificante. Analogamente, il bisogno di verità spinge molti altri ricercatori a tuffarsi a capofitto nei vari campi dello scibile umano alla ricerca di risposte che diano un significato alla loro vita o alla vita in generale.
Tutti, bene o male, avvertiamo in profondità una sete di conoscenza, un’irrefrenabile voglia di rispondere a quesiti di natura esistenziale. Ciascuno a suo modo cerca nel proprio campo di coscienza una risposta che soddisfi o che acquieti l’ansia delle domande. In un certo senso il destino bussa al cuore e alla mente di tutti noi costringendoci a riflettere sui temi essenziali dell’esistenza. È come se dalle profondità dello spazio-tempo giungessero, oltre alla eco del big bang, i pensieri dei profeti concordi nell’affermare, in sintesi, che “giusto è colui che onora la propria esistenza portando a termine ciò che la vita gli ha assegnato”.
Sacro e profano denunciano entrambi fatti sacrosanti. Le leggi celesti splendidamente comprese dai grandi timorati di un tempo, riverberano velatamente nelle leggi della natura mirabilmente scoperte dagli scienziati. È possibile che uno dei due settori dello scibile umano possieda la chiave di volta per oltrepassare in fretta il baratro su cui siamo affacciati? È concepibile che uno dei due campi del sapere possieda la soluzione per evitare la nostra paventata estinzione come specie?
Non si tratta di mettere in dubbio l’utilità della fede a vantaggio della ragione o viceversa, bensì di prendere coscienza del fatto che fede e ragione perennemente separate finiscono col combattersi a vicenda, aumentando la confusione generale. Non si tratta di fondere totalmente i due enti dal pensiero opposto, semmai di farli dialogare, di farli accoppiare in base ad un archetipo ancestrale ben preciso: l’Unione degli Opposti o Qorban.
EDOARDO FLACCOMIO
Qorban significa letteralmente avvicinamento a Dio tramite sacrificio.