“L’UNIVERSO IN FONDO AGLI OCCHI”, INTERVISTA ESCLUSIVA PER #FATTIESTRAFATTI CON LUCA TESCIONE
L’UNIVERSO IN FONDO AGLI OCCHI” È L’ULTIMO LIBRO DI LUCA TESCIONE ED È EDITO DA LUOGHI INTERIORI EDIZIONI.
INTERVISTO L’AUTORE PER LA RUBRICA #FATTIESTRAFATTI:
- Ben ritrovato, Luca, e benvenuto alla mia rubrica per MOBMAGAZINE.
I tuoi libri non lasciano mai indifferenti e anche quest’ultimo conferma che sei un fine osservatore dell’animo umano. Hai molto coraggio a parlare di Universo, luogo per antonomasia che affascina e spaventa l’uomo. Come è nata l’idea?
L’idea è nata molti anni addietro. A cominciare da quelli universitari, infatti, ho avuto modo di fare tantissimeesperienze, di prestare particolare attenzione ai dettagli della società nella quale mi ritrovo a vivere, riflettendo sulla nostra esistenza così come l’abbiamo costruita, immaginata e intessuta di rapporti contorti e complicati. Tutto questo mi ha sempre lasciato con più dubbi che certezze, portandomi alla conclusione che questo mondo è troppo stretto, troppo piccolo per le risposte che cerco;che le risposte al nostro esistere ed essere sono sempre parziali e mai, personalmente, soddisfacenti. Certamente non esaustive.
Per questo ho iniziato a guardare le stelle, a immaginare l’Universo, a studiarlo anche, sapendo che è talmente infinito e pieno di cose da scoprireche qualche risposta, più autentica e sincera, dovremmo trovarla, ma, soprattutto, che qualcosa di più sensato dovrà esserci rivelato.
L’Universo continua a svelarci qualche mistero e a crearne di nuovi, donandoci continue meraviglie che, in questo mondo ormai arido e prevedibile, non possiamo più trovare.
Per questo mi piace guardare sempre in alto, sbirciare tra gli astri e riflettere sotto la loro luce, perdermi con la fantasia tra le galassie e gli infiniti spazi siderali, immaginando altri modi di vivere, altri significati, altre esseri con esperienze diverse dalle nostre, con cui magari trovare una condivisione e un punto di incontro.
- Questo breve ma intenso libro è composto, oltre che dalla tua introduzione, da quattro racconti dove tu esplori l’Universo in fondo agli occhi dei protagonisti. Curiosità, paura, sgomento, fascinazione, attrazione muovono le gesta degli uomini che guardano all’Universo con stupore e voglia di conoscenza. I tuoi protagonisti quanto ti somigliano?
Mi somigliano parecchio. Sono parte di me, ognuno di loro rappresenta un aspetto del mio essere.Quello che vivono è quello che sento io o che immagino di poter sentire. Quello che scrivo è perché lo vivo, perché sono in prima persona partecipe, perché voglio “metterci la mia faccia e le mie idee”, voglio espormi e condividere, col rischio di essere tanto nel giusto quanto di sbagliare. Non esistono testi scritti, fra i miei, nei quali non ci sia dentro una parte di me.
Poi, alla fine di ogni narrazione, lascio la storia e i personaggi liberi di essere interpretati dal lettore, in una sua personalissima visione che non è detto sia identica alla mia. E questo, nella fattispecie, è il mio modo di comunicare – a distanza di tempo e di spazio – con il lettore che prova a immedesimarsi nelle mie storie e, forse, anche a scoprire una parte comune dei nostrianimi e a condividere una parte del percorso di vita.
- Quanto sono #fattiestrafatti di vita, di smarrimento, di bisogno di immaginare nuovi mondi da conoscere?
Tanto è dir poco. Sono ebbri di vita. La curiosità è la loro linfa vitale, quella che conduce alla spasmodica voglia di conoscere, all’ossessione di immaginare e di esplorare, per non smettere mai di imparare, di crescere, di scoprire. La loro meta è un limite infinito, irraggiungibile e per questo possono solo continuare a evolvere e migliorare. E proprio nell’infinità dell’Universo possiamo sentirci immensi, senza limiti di conoscenza e di crescita, senza vincoli di espressione, senza giudizi che ci ostacolano, senza barriere al desiderio di oltrepassare i propri confini.
- Luca, nonostante la professione di analista-programmatore, tu sei un sognatore. Quante difficoltà incontri nel farlo, nel guardare “L’Universo”, e quanto ne hai “in fondo agli occhi”?
Ho incontrato parecchie difficoltà, ma ho saputo far fronte ed esserne infine orgoglioso. La limitatezza di questo mondo, la piccolezza di certa sua umanità consiste anche in questo: ti definiscono in ogni modo, devono per forza farlo per prenderti le misure e sapere come interagire con te. Per cui io potevo essere solo un razionale, un fisico con la passione della logica, della matematica e degli algoritmi software. Tutto molto schematico, scientifico, nessuno spazio per altro. Sapere che scrivo poesie, che immagino storie e mondi e personaggi da raccontare, lascia spiazzate le persone, che non sanno quale lato di me affrontare: se quello puramente razionale o quello del sognatore, di colui che si stupisce per ogni nuova scoperta e si meraviglia di ogni nuova conoscenza appresa; se il fisico o il poeta; se lo scienziato o il romantico. Siamo più complessi ma anche più completi delle definizioni in cui ci vogliono limitare. Spesso mi dicevano: “Ma così non hai un tuo skill definito, non sei né carne né pesce”: ebbene, sono andato oltre questi pregiudizi, che prima potevano farmi rimanere male, li ho superati da un pezzo e ho compreso che sono molto, molto più di quello che gli altri vorrebbero io fossi.
- Quanti #fattiestrafatti di voglia di alzare gli occhi e di andare oltre i confini della conoscenza, senza paura di osare, tu hai incontrato in vita tua?
Non molti, a dire il vero. Ma ognuno di loro ha costituito un’esperienza eccezionale per me, sono stati e sono così particolari, unici, che non puoi dimenticarli, non puoi smettere di frequentarli. Non ti annoi mai con queste persone, parlare, discutere, vivere e divertirsi anche. Ogni volta è sempre un incontro diverso e nuovo, che mi rende più ricco e più soddisfatto.
Tutti gli altri, invece, sopravvivono, non si espongono, non prendono posizione, hanno paura, cercano di essere invisibili nella vita, non osano, non vanno al di là dell’alba e del tramonto della loro abituale quotidianità.
- La deriva nello spazio è uno degli incubi più frequenti dell’essere umano, ma in realtà non è peggiore della deriva morale in cui è caduto l’uomo, e la sua impossibilità a sognare, direi, terrificante allo stesso modo. Qual è la tua opinione?
Sognare è fondamentale. Sognare è il motore che nella vita ci porta a tentare grandi imprese, ci spinge a cambiare noi e il mondo che ci circonda, donandoun minimo di senso al nostro passaggio terreno. Sognare non è un gioco né, tantomeno, un’infantile perdita di tempo. Se si riesce a sognare da adulti, si possono compiere grandi imprese per noi e per gli altri. Sognare vuol dire sperare che le cose possano cambiare e che noi possiamo contribuire a questo cambiamento.
- Il tuo desiderio di andare oltre le cose banalmente terrene è ciò che spinge il tuo modo di scrivere. Continuerai su questo percorso oppure pensi di cambiare?
Questo percorso farà sempre parte del mio cammino. Cambierò le forme, le dinamiche, gli obiettivi, ma di certo i miei personaggi e le mie storie non saranno mai fini a sé stessi, dovranno sempre avere contenuti e significati nascosti tra le pagine del libro, andranno (o, per meglio dire, andremo) oltre tutte le cose date per scontate e apprese da sempre senzadubbi.
- Domanda di rito per questa rubrica: Tu, Luca, quanto sei #fattoestrafatto di continuare a coltivare “L’Universo in fondo agli occhi” che c’è in te?
Ne sono ebbro, per restare nel tema della domanda. Ho da vivere tanto, da condividere ancora di più, da ubriacarmi di nuove conoscenze e nuove esperienze. Sono un esploratore della vita, ed è ciò che ancora fornisce un minimo di senso alle domande che mi pongo ogni giorno, è il motore della mia voglia di vivere, di capire e di stupirmi.
Grazie per essere stato ospite nella mia rubrica e un grande in bocca al lupo per questa tua nuova fatica letteraria. Alla prossima.
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DANIELA MEROLA
L’Universo spaventa e affascina allo stesso tempo, ci perdiamo nelle notti stellate e guardiamo il cielo cercando di immaginare la sensazione di fluttuare nel vuoto o fantasticando su pianeti sconosciuti da esplorare. Eppure è terrificante il pensiero di andare alla deriva nello spazio, l’idea di perderci anni luce lontani da casa, così come è forte l’attrazione verso l’infinito che ci spinge a volerlo scoprire. Siamo minuscoli granelli di sabbia e ci sentiamo smarriti, ma non smettiamo di sognare, di abbracciare il cosmo, perché a volte questo mondo sembra troppo stretto oppure perché semplicemente abbiamo bisogno di immaginarne uno migliore, in cui rifugiarci ascoltando il più profondo dei silenzi. A volare tra le stelle non saranno solo gli astronauti, ma tutti i sognatori capaci di alzare lo sguardo verso l’alto, accomunati dalla curiosità che non si spegne mai e dalla speranza che lampeggia luminosa come un satellite in orbita.
Luca Tescione nasce a Telese Terme, in provincia di Benevento, nel 1974. Studia all’Università “Federico II” di Napoli, dove si laurea in Fisica delle particelle, nel 2001. Attualmente lavora come analista-programmatore.
La passione per la scrittura l’accompagna fin dall’adolescenza. È convinto della necessità di un’assidua lettura, per cui nutre altrettanta fervente passione, in quanto la ritiene indispensabile affinché la scrittura possa assurgere a reale e limpida arte creativa.
È per questo suo inappagabile desiderio che si è sempre confrontato con coloro che ritiene scrittori d’immensa statura: Roth, Yates, Dostoevskij, Salinger, Calvino, Asimov e Lovecraft.
Il duplice interesse nell’ambito matematico-scientifico e in quello artistico-letterario ha sempre caratterizzato il suo essere ambivalente, appartenendo a due emisferi all’apparenza contrapposti: da un lato l’aspetto razionale, dall’altro quello creativo.
Dicotomia caratterizzante, questa, senza la quale non riuscirebbe a essere ed esistere.
Altre opere pubblicate: Miserie di metà vita (2008, Albatros), La terra dei fuochi (2011), L’ippopotamo sulla nuvola (2013, Edizioni DrawUp), Navigando per mari d’acqua dolce (2016), Solchi nell’acciaio (2019), Lo sguardo oltre l’orizzonte (2020, LFA Publisher).