Amiche ed Amici carissimi, ho recentemente esternato la mia opinione relativamente all’apatia sentimentale e sessuale manifestata dagli uomini (vedi https://mobmagazine.it/blog/2022/07/gli-uomini-e-lamore-apatia-sentimentale/), adducendola in buona parte all’eccesso d’iniziativa e prodigalità femminili, quali elementi deprivanti l’uomo del suo istintuale piacere di corteggiare una donna. Tuttavia, pur enfatizzando nuovamente e con personale convinzione detto concetto, dall’acceso confronto sorto a seguito dell’articolo stesso, è considerato sconcertante rilevare quanto le relazioni sentimentali vissute esclusivamente on line siano sempre più diffuse.
Ritenuti scarsamente appaganti dal genere maschile, insoffribili ma subìti con la forza della contestualizzazione nei meandri della speranza in una futura trasmutazione per le donne, tali rapporti si protraggono comunque nel tempo, pur vissuti nell’autarchia della dimensione umana.
Frustranti, deplorate, negate e derise con sufficienza, resta però il fatto che questo genere di storie proliferano e non sempre con grossolano intento.
Come si dice, “è vero tutto ed il contrario di tutto”.
Detto “contrario”, là dove non vi sia traccia di malafede alcuna, è riscontrabile nell’attrazione energetica propiziata dall’Universo e nell’incapacità del cervello di distinguere la realtà dall’immaginazione.
Immaginare crea una realtà specchiante e produce emozioni coerenti con i nostri pensieri, che a loro volta scaturiscono dall’illimitata sorgente dei nostri desideri consci ed inconsci. Pertanto, questo spiegherebbe perché in un momento qualsiasi di un giorno qualunque, imprevedibilmente, si materializza l’incontro “magico”, fisico o virtuale che sia.
Certo è più che comprensibile obiettare che “sognavamo di abbracciare fisicamente una magnificenza della natura” anziché vedere apparire sul monitor la richiesta di amicizia accompagnata da una foto rappresentante una persona dal fascino anonimo… Tuttavia, sua Maestà l’Inconscio, funge da guida incontrastata nel trasporre in realtà quello che un giorno riconosceremo corrispondente ai nostri reali, ma fino a quel momento, sconosciuti (inconsci)- bisogni.
È altresì condivisibile la maliziosa idea della possibile strumentalizzazione delle leggi Universali a giustificazione di comportamenti prosaici, tuttavia nulla è in assoluto scevro da rischi. Neppure il ragionamento.
Ad esempio di quanto sinora asserito, vi riferisco un aneddoto tratto da una chiacchierata con un’amica virtuale. Una storia allineata all’attrazione energetica che però nel tempo ne mostra anche i limiti.
Lui residente al sud, lei al nord, si sono conosciuti via social circa un anno e mezzo fa. Lei impegnata in un matrimonio annoiato, lui sentimentalmente libero, da subito ha iniziato a corteggiarla in chat con sorprendente dolcezza e lei dapprima indifferente a lui, divenne meno riluttante, sino a lasciarsi conquistare dalla premurosa gentilezza di lui. Da questo è nata una relazione virtuale nel cui ambìto lui le dichiara di essersi innamorato, anzi addirittura afferma di amarla e lei, pur perplessa ed angosciata dal senso di colpa di non poter offrire a questo Uomo speciale la meritata esclusività, si percepisce sempre più attratta e coinvolta sentimentalmente. Lui è comprensivo, non la forza a nulla cui lei non possa/voglia accondiscendere, ma con il trascorrere del tempo, i limiti virtuali divengono oppressivi. Lei dichiara i suoi legittimi desideri, coerentemente allineati con il progredire del rapporto. Lui li condivide, ma…solo a parole. Nei fatti, lui procrastina ed ignora le richieste di lei. Sorgono discussioni, lei ritiene inaccettabile che un uomo single, tanto apertamente “infiammato d’amore” per lei non ceda all’impeto di prendere un volo per raggiungerla, neppure nel periodo delle vacanze. Lui è un ottimo “incassatore”, forse contagiato dalla succitata apatia(?) che tenta di dissimulare limitandosi ad affermare che non è cambiato nulla ed imputando il mancato rispetto della promessa di un incontro fisico ad una serie di giustificazioni tanto implausibili da distruggere l’indiscutibile fascino retorico ed eloquente che lo contraddistingue. Una storia giunta al capolinea? Non è detto e mi astengo dall’esprimere giudizi.
A fronte delle considerazioni sin qui riportate, credo di poter concludere imputando la sorte avversa di molte relazioni virtuali alla comprensibile paura del primo incontro, ovvero del disagio inferto dalla migrazione alla realtà. La paura è un deterrente, difficile da superare, ma… “uno su mille ce la fa…” e chissà che nel citato caso, la fortuna arrida loro.
Un abbraccio
Daniela Cavallini