#fattiestrafatti: INTERVISTA ESCLUSIVA GIOVANNI BOSCHETTI PER “PUTIN, L’ANGELO DI DIO”

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PER #FATTIESTRAFATTI: INTERVISTA CON GIOVANNI BOSCHETTI E “PUTIN, L’ANGELO DI DIO”

Per la mia rubrica #fattiestrafatti su MOBMAGAZINE l’intervista esclusiva con lo scrittore e saggista Giovanni Boschetti per presentare il suo ultimo libro “Putin, l’Angelo di Dio”.

Giovanni Boschetti nasce a Montichiari, in provincia di Brescia, durante la rinascita economica. Da sempre appassionato di oggetti antichi, ha avuto la fortuna di incontrare, ancor giovane, l’Arte delle Antiche Icone Russe, diventandone, in seguito, un appassionato e un esperto.

È stato uno fra i primi studiosi italiani di questa importante Arte Sacra, interessandosi, parallelamente, anche all’arte delle Avanguardie Russe. Ha scritto diversi libri su queste due forme artistiche e, con orgoglio personale, ha composto, auto pubblicandola, una storia per bambini, per far conoscere le Icone e la loro storia anche ai più piccoli: attualmente è pubblicata in Russia.

In più, alla fine del 2021 ha dato alle stampe, con Bastogi Libri, un romanzo, dal taglio autobiografico e spirituale, Le sette porte: Il sogno di un Amore, che ha ampiamente provveduto a pubblicizzare. Ha curato decine di mostre d’arte russa in ogni parte d’Italia, collaborando, a livello internazionale con alcuni esperti russi sulla divulgazione di quest’arte.
Il suo ultimo romanzo è “Putin, l’Angelo di Dio”.

 

 

  • Giovanni benvenuto alla mia rubrica #fattiestrafatti. La tua scrittura non passa di certo inosservata, provoca riflessioni e anche dibattiti accesi. Quanto sei #fattoestrafatto di voglia di suscitare emozioni.

Emozioni?

Desidero destare sensazioni.
Le emozioni sono segnali che indicano un cambiamento del nostro stato interiore dovuto a un evento o a qualcosa che stimola, sono impulsi momentanei o di breve durata. Le sensazioni congiungono il ‘sentire’, come funzione dei nostri organi sensoriali, al ‘significare’, come funzione delle nostre facoltà mentali, cioè dare un senso a ciò che sentiamo. Durano di più.
È
un discorso complesso e non facile da comprendere la differenza fra emozione e sensazione.

Il mio desiderio, quando scrivo, è stimolare il lettore a pensare, dato che il pensiero sta uscendo dai binari della nostra vita. Ormai sono i “clic” che regolano la nostra  esistenza cadenzando la medesima con un susseguirsi interminabile di attimi tecnologici.

Pensare per destare sensazioni che facciano vibrare le corde della nostra interiorità. Alle sensazioni seguono spesso le percezioni, ma comunemente le descrivo come sentire e provare… “gioia, benessere interiore, serenità, felicità, euforia, curiosità, soddisfazione, appagamento, persino una stato di estasi”.

Forse sto esagerando, ma quando si entra in contatto con il trascendente, e nei miei scritti non è difficile incontrarlo, le sensazioni si moltiplicano e si ingigantiscono.
Si, desidero coinvolgere il lettore sino allo… “stordimento sensoriale”. Mi piace questa definizione.

Poi se si giunge alle riflessioni, che sono uno stato avanzato del pensare, e si causano persino dibattiti, beh, allora abbiamo fatto centro.

 

 

  • I tuoi libri sono un misto di saggio e prosa, dove tu oscilli nelle analisi di un determinato argomento, per poi inserire una parte narrativa in cui fai confluire una storia e un tuo punto di vista. Come nasce questo tipo di approccio alla scrittura? Non saprei.
    Sono giunto tardi alla scrittura di romanzi, prima ho sempre scritto libri d’arte.Penso che l’esperienza della vita vissuta, la maturità e la conoscenza acquisita insieme alle avversità superate ti diano una percezione della narrativa diversa da come può scriverla un giovane. Il quale, oltre all’entusiasmo e al desiderio di stupire, racconta quei pochi episodi che ha vissuto o che desidera o addirittura sogna.

La pacatezza, la riflessione e l’esperienza di un’età matura ti danno consapevolezza, e buonsenso, conoscendo, inoltre, come vanno a finire le situazioni. Penso che questo mi dia la capacità di scrivere mescolando momenti di “saggezza” con episodi vissuti personalmente, da raccontare con la freschezza della novità.

 

  • Parliamo di “Putin, l’Angelo di Dio”, il tuo ultimo libro. L’ho trovato estremamente interessante, pungente, sfrontato, insomma #fattoestrafatto di desiderio da parte tua di far conoscere determinate dinamiche politiche. Una visione completa della guerra, vista da varie prospettive e mettendo in evidenza l’illogicità di strategie di dominazione e sfruttamento dei territori invasi. Giovanni, dimmi, ma secondo te quanto è #fattoestrafatto Putin di voglia di potere ed espansione geo-politica? Qui, per rispondere, dovrei scrivere un secondo libro, magari dal titolo ancora più provocatorio.
    Per conoscere la verità su un personaggio così chiuso e introverso non basterebbe un buono psicologo. Mi attengo ai fatti, alle notizie avute di “prima mano” conoscendo persone russe, a letture provenienti dal versante non occidentale e soprattutto alla mia conoscenza di quel mondo.

Putin nasce ateo. L’appartenenza e la formazione del KGBnon gli apre il cuore. La sua “conversione” ebbe luogo dopo un grave incidente stradale che coinvolse la moglie nel 1993, anche se è più articolata la sua presa di posizione verso un misticismo ortodosso.

La sua determinazione, insieme a un carattere forte e deciso, lo fa emergere in politica e le sue ispirazioni sono da intravedere in numerosi studi sulla Russia, sulla sua storia, sull’importanza che tale Paese ha avuto in Europa da Pietro I, il Grande. Inoltre ammira il principe Vladimir, capostipite della Russia, che, guarda caso, ha il suo stesso nome. Si rifà ai filosofi russi nazionalisti e, definendo la dissoluzione dell’URSS come il disastro più grande, ha sempre sognato la Russia come un Paese che dovesse fungere da anello di congiunzione fra Oriente e Occidente, mantenendo il primato di grande potenza mondiale.

Il desiderio di potere? Mh…non lo definirei così.

Farò alcuni esempi per meglio spiegare il suo agire.
Noi viviamo sulla nostra pelle una guerra sull’uscio di casa; se la guerra fosse in Sudamerica o in Australia non ci stracceremmo le vesti come stiamo facendo condannando Putin alle nefandezze umane più oltraggiose.

Giulio Cesare? Alessandro Magno? Napoleone? E tanti altri. Grandi uomini della storia, accettati e benvoluti da tutti.

Ma nelle loro epoche erano saccheggiatori, uccisori, sterminatori, devastatori che si appropriavano di territori, beni, arte, donne, bambini e quant’altro.
Per la quasi totalità dei russi, anche quelli che non lo vedono di buon occhio, Putin è un Grande poiché in Russia “ha fatto” tante cose buone che non elenco per ragioni di spazio. È decisionista, si, ma viene considerato dai suoi cittadini pure come un uomo buono, caritatevole, amorevole, anche se tutto ciò stride con quello che sta facendo. Ma anche qui mi permetto di spiegare. Lui non la chiama guerra, ma “operazione speciale”, in quanto ha dato ordine ai suoi generali di non toccare bambini, donne, anziani e disabili. Di non distruggere determinate situazioni e di rispettare le chiese. Purtroppo gli ucraini, sapendo ciò, si nascondevano in edifici particolari, le loro uccisioni le attribuiscono ai russi e tante altre situazioni scabrose. Gli ucraini sono tosti, bisognerebbe leggere la loro storia.

Non posso dilungarmi, ecco perché dovrei scrivere un altro libro su questo argomento.
Da una breve analisi sono mortealcune centinaia di bambini, qualche migliaio di civili. Sempre orribili gesta, ma, se paragonate ai 30.000 bambini e ai 140.000 civili uccisi in Iraq dagli americani, parliamo di un numero minimo. I russi vengono accusati di genocidio, gli americani di effetti collaterali. Visioni diverse e, ahimè, contrapposte per denunciare verità illogiche.

Per terminare la risposta, Putin non vuole egemonizzare il mondo. Ha sempre desiderato appartenere all’Europa, ma si è visto sbattere la porta in faccia dagli americani. Inoltre per la Russia, l’Ucraina è sempre stata considerata il cuore spirituale nella sua storia. Ma è lungo e complesso il discorso.

 

  • Quante colpe ha l’Occidente, schiavo del consumismo, nel portare avanti idee illusorie di piena libertà individuale?

 

Mi dolgo, ad esempio, quando sento molti politici europei che accusano il presidente ungherese Orban di limitare i “diritti” alle donne, agli omosessuali, aggiungendo che vuole difendere la famiglia, difendere la religiosità, ecc. e tornare a principi non in linea con la contemporaneità.

Volersi riappropriare dei valori umani, scartare o limitare diritti, che l’Occidente vuole forzatamente a 360 gradi, dare valore alle famiglie, nuovo vigore alla religione, alla difesa della propria interiorità non penso che sia disdicevole.

Poi come ci si arriva a conciliare questo coacervo di ultramodernismo con politiche più sensate e umane è faticoso soltanto pensarlo.
In sintesi, l’Occidente spaccia per libertà soltanto false libertà. Tipo i diritti menzionati sopra. Inoltre spaccia per democrazia il “pensiero unico” a cui dovrebbero inchinarsi tutti i popoli conquistati dagli americani. L’Europa, forse stanca dopo duemila anni in cui ha profuso energie a non finire, è prona agli Stati Uniti d’America. Ma tutto l’Occidente è convinto di essere superiore.

Ciò deriva anche dalla sua storia, dagli stessi antichi romani i quali dicevano ai barbari: “Civis Romanus sum”, ovvero “Sono cittadino romano” e anche dal colonialismo.
Questa supponenza porta l’Occidente a voler essere il mondo.

In Oriente, o nei quattro quinti del mondo che non si riconosce come occidentale, amano essere nel mondo. Hanno la volontà di vivere in armonia, nel rispetto reciproco, nello sviluppo armonico, in pace. Cina, Russia, India, Brasile, Sudafrica e ora anche Iran, Argentina, Paesi arabi, e tanti Paesi africani.
Non è la Russia a essere isolata nel mondo, bensì l’Occidente che si sta isolando in un  mondo formato da sette miliardi di persone.

In ultimo, il benessere sfrenato dell’Occidente costa! Mantenere un’auto, un Suv, la doppia vacanza, le scuole per i figli, l’opulenza da manifestare e tutti quei privilegi di agiatezza di cui godiamo costa. E non poco. Mantenerci a standard sempre più elevati e ingordi non è possibile. Avremo conseguenze che il mondo intero sta già percependo. Natura sconvolta, sprechi esagerati, consumi voraci, ostentazioni eccessive e mille altri diritti acquisiti.Dove ci porteranno?

 

  • Come riesci Giovanni a non cadere nelle trappole della semplificazione su questi argomenti tanto complessi e a mantenere alto l’interesse del lettore, spronato a volerne sapere di più?

 

La conoscenza, anche se filtrata, dei fatti.

Essendo da più di vent’anni in contatto con persone russe, essendo andato innumerevoli volte in Russia, Germania e Paesi ex sovietici, avendo pubblicato in quel Paese un libro per bambini, (difficilissimo da attuare) e divulgando da trent’anni l’arte delle Sacre Icone Russe, ho imparato a dialogare, conoscere e capire quel mondo.

La semplificazione, probabilmente, è una mia prerogativa. Mi si dice che ho la capacità di rendere facili anche concetti ostici e difficili.
Alcuni anni di divulgazione delle Sacre Icone, la presenza in televisione per lo stesso motivo e la passione per la comprensione mi hanno aiutato non poco in questo settore complesso.
L’amore per le Antiche Icone Russe, poi, ha fatto la differenza.

Mi piace soddisfare le curiosità del lettore, cosicché cerco di farlo immedesimare, di porgli interrogativi che lo facciano pensare, di dargli risposte sui valori della vita, sulla natura dell’uomo, senza mai dimenticare la sua interiorità. Mi piace far “vibrare” le corde della sua spiritualità, perché, anche se molte volte ce ne dimentichiamo, l’uomo non può fare a meno di quella peculiarità che lo contraddistingue dalle altre specie animali. Appunto la sua spiritualità.

 

 

  • I protagonisti del libro sono le due figure angeliche di Salathiel e Kranithel che dibattono sulla guerra in atto, sulla globalizzazione e su tutta l’ipocrisia che c’è intorno. Diciamo che per te gli Angeli sono elementi costanti della tua vita, quindi è naturale che tu li abbia inseriti come messaggeri del pensiero dell’uomo pacifico. Quanto sono essenziali in questo libro?

 

Oh, sì… Gli Angeli mi appartengono come creature divinizzate. Sono esseri simpatici e sempre gradevoli, mai invadenti, sempre disponibili a dare risposte interiori.

Questi del romanzo sono due Angeli che, mitigando con il loro giudizio le asprezze di un evento bellico, sperano che anche il lettore giunga alle loro stesse considerazioni.  Osservano e giudicano gli uomini degli eterni “bambinoni”.

Faccio una domanda: quando uno o più adulti vedono una combriccola di bambini che litigano, magari con due che se le danno di santa ragione, cosa fanno e cosa pensano gli astanti? Non sottolineano chi ha ragione fra i due scapestrati. No, cercano soltanto di dividerli, acquietarli affinché si diano la mano riappacificandosi. Sanno che le due ragioni, contrapposte, sono la verità dell’uno e dell’altro. Li calmano sperando che capiscano, comunque minimizzano e spiegano loro che è inutile picchiarsi, ma doveroso spiegarsi prima di giungere alle botte. Non li aizzano l’uno contro l’altro, a perseguire la “vittoria finale”.

Questi due Angeli diventano gli interpreti essenziali per poter mitigare le crudezze terrificanti della guerra e contemporaneamente dare al lettore la possibilità di “vedere”, in modo equilibrato ed equidistante, un evento tanto tremendo quanto ineluttabile. Sono mediatori fra l’umano accadere e la visione trascendentale di vicende umane. Attraverso loro, desidero coinvolgere e forse far riflettere il lettore.

Come avrei potuto raccontare in prima persona un evento simile senza cadere nella contrapposizione? Come avrei potuto descrivere una situazione così disumana senza invischiarmi nella trappola della imparzialità?
Ecco che i due Angeli mi sono venuti in soccorso prendendosi la responsabilità dell’obiettività. 

 

  • Diciamolo fuori dai denti, cosa vuoi controbattere a chi storce il naso leggendo il titolo del libro “Putin, l’Angelo di Dio”?

 

A essere sinceri, pochi hanno storto il naso di fronte a questo titolo più provocatorio che disumano. Certamente a chi inorridisce di fronte alle barbarie della guerra può apparire un titolo quantomeno dissacrante.
Con grande meraviglia, la stragrande maggioranza di chi si è espresso l’ha fatto in modo educato, affermativo, composto. Sono rimasto incredulo di fronte a tanta maturità. Si, perché la maggior parte di chi si è interessato al libro ha espresso il giudizio dopo aver letto il medesimo. Sicuramente il titolo ha destato qualche perplessità, ma anche tanta curiosità. Curiosità soddisfatta dalla lettura del libro stesso.

Volendo controbattere a chi ha storto il naso? Dico che la verità non è Verità. La Verità è una soltanto e non è di questo mondo. La verità è una contrapposizione fra due o più visioni nel rispetto di entrambe.
Inorridisco quando vedo opinionisti che, con saccenteria e supponenza, estraggono dalla tasca la loro verità spacciandola per verità assoluta e inequivocabile. Mi affligge vedere uomini che si sottraggono alla Libertà della verità per pronarsi al pensiero unico che sta conquistando l’Occidente ormai in maniera irreversibile.

 

  • Cosa c’è nel futuro di Giovanni Boschetti scrittore? Tanti bei libri.
    Tutti romanzi in cui l’uomo va alla ricerca della sua umanità.
    Ma il prossimo sarà una sorpresa in assoluto. Si tratta di…Bub…scusate è ancora presto, ancora un segreto.

 

 

     Grazie per aver fatto quest’intervista per #fattiestrafatti.

 

DANIELA MEROLA