IL SERPE VACCAIO | di Lucia Tremiti

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Le fonti d’acqua, secondo antiche leggende, sono controllate e presidiate da enormi serpenti.

Nella novella Le penne dell’orco, contenuta nel mio libro Il Gatto Mammone, un serpente turava una fontana magica che non zampillava più oro e argento. I cavalieri per riuscire nell’impresa di scacciare il serpe si servirono di una delle tre penne magiche dell’orco che un giovane valoroso aveva strappato dalla pancia del butrinfióne[1] mentre dormiva.

Questi serpenti sono enormi e possono raggiungere anche 4 metri di lunghezza. Si cibano di latte direttamente dalle mammelle degli animali al pascolo o da quelli nelle stalle. Si spingono persino a leccarlo dalle labbra dei neonati dormienti o succhiandolo al seno delle donne addormentate sostituendosi ai poppanti. Il Serpe Vaccaio o Biscia Lattona talvolta si alterna nella poppata notturna al neonato silenziandolo con la punta della sua coda usata come succhiotto. Se il piccolo deperisce e mostra segni di inedia, malgrado la madre abbia latte a sufficienza, si consigliava di controllare l’abitazione per scongiurare la presenza di un Serpe Vaccaio.

Le donne, loro malgrado, sfidando la ferocia del serpente, si recano alle fonti controllate da questi serpenti per immergervisi e berne l’acqua per molte settimane. Si dice che l’acqua dove vive il serpente sia salutare per aumentare la produzione di latte materno.

A Siena il grosso serpente si chiamava Cervone, ma molti gli dicevano anche Frustone. Era guardiano di una fonte e terrorizzava tutte le persone che vi si avvicinavano. Una giovane fu aggredita da Cervone mentre si dissetava di questa acqua magica. Dalla grande paura la fanciulla perse il bambino che aveva in grembo. Duccio, il suo amato, soldato valoroso ed astuto, mosso da immenso dolore, sfidò Cervone e lo uccise di spada ma riportò così tante ferite che dopo pochi giorni morì. Su Duccio purtroppo non furono utilizzate le tre penne magiche dell’orco! I senesi decisero di seppellire il valoroso ghibellino vicino a quella fonte e da quel giorno tutti iniziarono a chiamarla Fonte di Doccia per ricordare Duccio. Di questa tomba si è persa traccia, ma tutti sanno che è ancora là nei pressi della fonte tra i rovi e gli spini.

[1] Orco grasso e gonfio.

SERPE VACCAIO da Draghi, Streghe e Fantasmi della Toscana di M. C. Cresti