La pericolosa inettitudine del “muro di gomma” | di Daniela Cavallini

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Amiche ed Amici carissimi, si parla oramai costantemente di tutti i pericoli insiti in una relazione tossica, descrivendone con dovizia di particolari tutti i  segnali  e talvolta anche attribuendo ad alcuni comportamenti – semplicemente disinteressati o irrimediabilmente gretti –  significati prettamente ascrivibili all’immensa sfera del  dilettantismo clinico.

Credo che, prescindendo dall’aggravante della potenziale pericolosità – la cui valutazione deve essere rimessa alla competenza  dei Professionisti preposti -,  ogni rapporto deprivante della gioia di vivere sia da considerarsi “tossico”, ad insindacabile percezione del subente.

Siamo genericamente additanti  nei confronti di individui portatori di insani e palesi comportamenti, ma assolviamo generosamente la categoria degli inetti, che traggono in inganno bandendo la loro pochezza – inettitudine-  per bontà ma, in realtà, sono altrettanto irrispettosi e destabilizzanti nel rapporto con la partner.

Definiti in linguaggio gergale “muri di gomma”, rimbalzano ogni accusa con il silenzio o, i più loquaci, con qualche intercalare esclamativo  a significare una pseudo rassegnata esposizione del loro disaccordo. Sostanzialmente, neppure degnano la loro compagna di una risposta ed imperterriti perpetuano il loro atteggiamento. Più irrispettosi di così… E forse questi non sono neppure i peggiori.

Non dimentichiamo infatti  che, tra gli inetti, si nascondono anche i manipolatori – o solo meschini disonesti –, ovvero coloro che, incapaci di condurre una relazione sana, ma indecisi  sull’interruzione  – non ultimi tra i loro motivi superficialità e pigrizia –   opportunisticamente, reiterando indifferenza,  inducono la compagna all’esasperazione affinché sia lei ad assumere la drastica decisione, nonché la  responsabilità della rottura del rapporto.

Pleonastico asserire che in ogni storia difficoltosa  vi sia intrinseca  corresponsabilità e che  (casi estremi e pericolosi a parte!)  deteniamo  in ogni istante il potere di abbandonare chi, incoerentemente con le sue stesse plateali amorevoli affermazioni,  in realtà, non corrisponde i nostri sentimenti e non condivide uguali o simili valori di vita.

Certo è che lasciare una persona che ha ignorato il nostro intento costruttivo, rispondendo  a richieste di confronto con il silenzio  – magari  interrotto solo da qualche dissenso annoiato e mal espresso con suoni similgutturali, infligga oltre al dolore, la rabbia data dall’impotenza.

Un abbraccio

Daniela Cavallini