Romina Caruana attrice e scrittrice. Due vite artistiche parallele che viaggiano nella stessa direzione, quella di far appassionare spettatori e lettori.
Romina ci ha regalato un po’ del suo tempo.
Buongiorno e benvenuta nella rubrica Libri&Dintorni. Puoi raccontarci come è nato il tuo ultimo romanzo “Gli amori di Cucù”? L’idea di indagare la sfera dei sentimenti e della sessualità è nata nel 2010. Notavo che c’era una stortura nell’approccio amoroso: molte delle mie amiche, me compresa, eravamo circondate da partner psicopatici, manipolatori o millantatori. Così ho iniziato ad intervistare un centinaio donne, tra l’Italia e la California, che a cuore aperto raccontavano le loro storie di stalker e gigolò, di narcisisti e pansessuali, di travestiti e di sciamani, di principi e di omosessuali.
Romina Caruana è autrice di due romanzi. Il primo È solo un gioco di anime e il secondo Gli amori di Cucù. Nel primo affronti la tematica dell’autismo, nel secondo dell’amore. In quale dei due scritti hai avuto più difficoltà? Il mio primo romanzo ‘È solo un gioco di anime’ è autobiografico quindi è stato il più travagliato da affrontare. Non è mai facile mettere a nudo la propria esperienza cercando di raccontare i fatti in maniera obbiettiva, senza giudizi o risentimenti e al contempo proteggendo i sentimenti dei tuoi cari. Una sorta di viaggio di consapevolezza e di accettazione che mi ha insegnato che nulla succede per caso e che tutto è funzionale per la nostra evoluzione, per comprendere il lato nascosto delle cose. Per il secondo libro ‘Gli amori di Cucù’, ho impiegato 11 anni a cercare di capire cosa fosse veramente l’amore e onestamente più indagavo sull’argomento, più ero confusa, ma sapevo che qualcosa di veramente profondo era cambiato nel mio approccio verso l’amore: ho imparato ad apprezzare ed amare me stessa, che può sembrare una frase banale, ma è la verità.
La tua bibliografia è ampia e hai ricevuto parecchi premi, quale ti ha particolarmente emozionata e quale non ti aspettavi di ricevere? Sono stati tutti emozionanti ma quello di cui vado particolarmente fiera è stato aver ricevuto al New York International Women Festival, il premio come Best Actress per il ruolo di Melania Trump. Lavorare su questo personaggio non è stato facile inizialmente. Ero molto incuriosita da questa figura enigmatica che pur essendo sempre sotto i riflettori rimane nell’ombra. Ho lavorato per molti mesi su questo personaggio, tra improvvisazioni alla New Collective di Los Angeles, scrittura del testo e shooting. Non mi aspettavo di ricevere così tanto consenso con ‘Melania’s Divorce.’ È stato un onore per me ricevere tanti riconoscimenti, soprattutto nei festival americani e canadesi.
Ti senti più a tuo agio davanti alla telecamera o un foglio bianco e perché? Amo stare davanti la telecamera, sebbene è il posto più difficile da sostenere: lì la tua anima è totalmente messa a nudo. Ogni respiro o movimento raccontano chi sei aldilà del personaggio che interpreti. Diventi uno specchio in cui lo spettatore vuole ritrovare il suo riflesso. Non c’è spazio per la finzione pur trattandosi di finzione. È solo quando doni veramente il tuo vissuto mettendolo al servizio del personaggio che puoi essere utile agli altri.
Il foglio bianco mi da molta libertà e in qualche modo mi da il permesso di osare in assoluto. Non c’è un regista che mi dirige quindi ho la responsabilità di decidere la rotta. In ogni caso, sia con la recitazione che con la scrittura, il mio lavoro parte sempre dalla stessa matrice attoriale: devo calarmi fisicamente nei personaggi anche quando scrivo, altrimenti non riesco a coglierne l’essenza.
Come allontani i momenti negativi che possono minare la tua serenità? Il mio lavoro professionale ha bisogno di essere sostenuto costantemente da una serenità mentale, fisica e spirituale. Trascorro parte della giornata a meditare, a fare kundalini yoga, provo a trattare il mio corpo come un oracolo piuttosto che come un tempio. La percezione della negatività è cambiata con gli anni: quando mantengo la mia frequenza energetica alta so come tenere alla larga i sentimenti negativi o le persone con vibrazioni basse. Dopo quello che abbiamo vissuto a livello globale, negli ultimi anni, è fondamentale prendersi cura di sé. Le psicosi mentali sono una realtà sempre più in espansione di cui non ci preoccupiamo mai abbastanza, dovremmo tutti quanti prenderci cura costantemente della salute mentale, insieme alla salute fisica e spirituale.
Che tipo di lettrice sei? Amo tutto ciò che esplora le dinamiche del comportamento umano e gli inneschi psicologici che le causano. Amo le storie che dispiegano gli aspetti invisibili, quelle che ti lasciano il segno. Sono nata nella città di Pirandello, una città che vive di forti contraddizioni, in cui oltre al testo delle cose dette si cela un sotto testo e un ulteriore sub-testo che rende tutto particolarmente illogico e incongruente. Forse il mio desiderio di comprensione nasce da qui.
I tuoi prossimi impegni? Sto portando avanti un progetto cinematografico con dei produttori americani e sto pensando di affacciarmi alla regia, vedremo quel che succede. Intanto un saluto a tutti da Capri dove sto trascorrendo dei giorni di relax con la mia ‘famiglia’ americana.
Conosciamo meglio l’artista: Romina Caruana è un’attrice e scrittrice nata ad Agrigento. Si laurea in Lingue e Letterature Moderne con 110 e lode. Consegue il diploma di attrice presso la scuola di recitazione ‘Teatés’ diretta da Michele Perriera, a Palermo. Si trasferisce a Roma nel 2000. Qui, insieme ad un gruppo di attori ed a Michael Margotta (membro dell’Actors Studio di N.Y.), assiste alla nascita de Actor’s Center, dove seguirà periodici workshop su Training sull’attore, Analisi del testo, Come scrivere una sceneggiatura. Ha lavorato con Arnoldo Foà, Anna Mazzamauro e Vincent Schiavelli. Riceve il premio Migliore attrice non protagonista dal Rotary Club, per la sua performance nella miniserie Il Figlio della Luna (2009). Nel 2011 si trasferisce a Los Angeles dove ha vissuto fino al 2020. In America ha il privilegio di perfezionare il lavoro attoriale con Susan Batson, la coach di Nicole Kidman, Juliette Binoche e Lady Gaga. Nel 2021, il corto ‘Melania’s Divorce’ vince più di 45 premi nei festival di tutto il mondo nelle categorie Best Actress, Best Screenplay, Best Women’s film e Best Score. Si aggiudica il premio Best Actress al Hollywood International Golden Age Festival, al New York International Women Festival e Migliore sceneggiatura al Hollywood Golden Awards. Gli amori di Cucù è il suo secondo libro, pubblicato a dicembre 2021. Il libro mette in luce la complessità odierna dei rapporti di coppia. Nel 2022 ha preso parte alla mini serie Letizia Battaglia, regia di Roberto Andò, nel ruolo di Antonietta Stagnitta. (RAI Uno, Bibi Film) e alla serie TV The Bad Guy regia di G. Fontana & G. Stasi nel ruolo di Giusy Corifena da giovane. (Indigo Film per Amazon Prime).