Ieri sera, nel suggestivo Giardino Arena della Badia Grande, alla presenza di un numeroso e attento pubblico, è stato proiettato il docufilm “La Porta dell’Inferno” dell’attore e regista Michael Cavalieri.

Michael nel suo precedente lavoro, “Ritornato” aveva dato vita al suo dolore per la prematura perdita dei suoi familiari documentando il suo viaggio nella natia Limina alla ricerca dei suoi antenati.
La sua forte sicilianità lo ha spinto, otre alla ricerca delle proprie radici, a scoprire la storia di una terra amara nella sostanza e nelle immagini.
Il film è dedicato a quegli uomini che hanno lavorato nelle miniere di zolfo della Sicilia, ai Carusi, che entravano nelle viscere della terra e molto spesso non ne uscivano vivi.
Forte nei contenuti e nelle scene, il docufilm, rivela il valore della vita e della famiglia sopra ogni altra cosa.
Le testimonianze di chi ha vissuto quell’inferno, nonostante i toni bassi nel raccontare, è un grido di dolore velato da una grande dignità che entra nella mente e soprattutto nel cuore dello spettatore.
I film ci ricorda la miseria e il duro lavoro delle passate generazioni, uomini orgogliosi, lavoratori, eroi silenti e sconosciuti, siciliani che hanno reso sempre più forte la Sicilia.
Da queste testimonianze, le nuove generazioni dovrebbero prendere coscienza che, se oggi viviamo discretamente lo dobbiamo anche al loro sacrificio.
Cavalieri rivolge un appello ai giovani Siciliani e chiede loro di narrare sempre le storie della propria terra.

Inoltre, sostiene di essere a loro disposizione per aiutarli in questo cammino di verità e di scoperta delle proprie radici.
Michael Cavalieri da un arrivederci alla Sicilia con un caloroso abbraccio a Sciacca ed a Bisacquino che lo hanno accolto con il calore tipico dei siciliani. Essere siciliani è un’orgoglio ed un privilegio.
Betty Scaglione Cimò