«Ci sono diversi livelli di lettura e il testo non vuole imporre una visione univoca, ma riporta solo delle opinioni, dettate dal pensiero dei personaggi, che talvolta sono persino contrarie alle mie.» (Gianni Bortolaso)

Ciao Gianni, benvenuto e grazie per aver accettato il nostro invito. Come ti vuoi presentare ai nostri lettori che volessero sapere di te quale scrittore e poeta e perché hai cominciato a scrivere?
Scrivo per esigenza, accumulo pensieri che poi ho bisogno di trascrivere, per metterli in ordine, o per liberarmene e poter dire: questo è fatto, chissà. Da quando ho memoria ho sempre avuto un progetto aperto, scritto o disegnato, che andava al di fuori degli impegni ordinari, anche scolastici. Il primo tentativo fu un libro game che mi trascinai dalle medie alle superiori, perdendo poi i riferimenti numerici al tentativo di riformularlo in chiave più matura. Ma tornando più indietro ricordo che l’intera classe delle elementari si arrabbiò con me perché presentai un disegno con allegato un A4 di descrizione che narrava la storia. Non ricordo cosa trattasse. La maestra, profondamente ispirata, diede a tutti un compito da eseguire in ugual modo, decretando la mia emarginazione dalla classe per parecchi mesi… son cose che segnano.
Ci parli del tuo libro, “Un accordo stonato”? Qual è il messaggio che vuoi che arrivi al lettore? Chi sono i destinatari che hai immaginato mentre lo scrivevi?
Ci sono diversi livelli di lettura e il testo non vuole imporre una visione univoca, ma riporta solo delle opinioni, dettate dal pensiero dei personaggi, che talvolta sono persino contrarie alle mie. Personalmente vorrebbe essere una critica al mercato che ci attende – anche se per chi è capace è già così – e cioè quella di potersi procurare qualsiasi cosa si desideri, nella misura del proprio portafoglio, senza alcun altro filtro, sia esso giuridico che morale. La massima libertà attuabile che, sempre a mio avviso, dovrebbe essere affiancata a una consapevolezza e una maturità culturale e sociale che tuttora manca, almeno nella maggioranza della popolazione: le cronache giornaliere lo testimoniano ampiamente. Al contrario sembra che la tendenza sia invertita, e che alle sempre maggiori possibilità corrisponda, come nei due piatti di una bilancia comparativa, ad una minore responsabilità personale dovuta all’esaltazione del modello individualista rispetto a quello comunitario. Sia chiaro, tutti gli estremi sono pericolosi ma negli ultimi decenni stiamo scivolando eccessivamente verso una società scollata che promuove l’egocentrismo, che troppo spesso, e sempre più spesso, dà forma a vere mostruosità, proprio perché in una simile visione gli altri diventano solo dei mezzi utili a sé oppure dannosi, perciò ostacoli da eliminare. Anche qui serve un buon bilanciamento, ed è la cosa più importante da imparare e da promuovere. Proprio per questo il mio pensiero cadeva spesso ai più giovani, come target che avrei desiderato diffusione, addirittura a classi di studenti, ma mi rendo conto che alcuni passaggi sono fin troppo diretti, talvolta cinici, e proprio in tal senso non è proponibile come progetto di didattica: non tutti sarebbero adatti nell’affrontare in libertà determinati argomenti e per alcuni aspetti presenti nel libro potrebbero persino travisare l’intenzione originaria.
Una domanda difficile: perché i nostri lettori dovrebbero comprare “Un accordo stonato” o gli altri tuoi libri? Prova a incuriosirli perché vadano in libreria o nei portali online per acquistarlo.
“Un accordo stonato” nasce per gioco, una sorta di scommessa lanciata da un’amica e giocata sul bando del concorso “Il funerale che vorrei”. Dopo qualche giorno di arrovellamento la colsi, iscrivendomi nell’ultimo giorno utile, passando i tre mesi successivi, ovvero l’intera estate, sul testo e l’argomento in questione, ma ricavandoci una buona trama, snella e diretta come i suoi personaggi, a cui mi sono affezionato nonostante alcuni mi sottolineano la loro eccentricità. Se chi lo legge si diverte come io mi sono divertito a scriverlo, e i feedback che ricevo a questo proposito mi rincuorano, allora non ho alcun dubbio, dovete leggerlo.
Ti andrebbe di consigliare ai nostri lettori tre libri da leggere e tre film da vedere? E perché secondo te proprio questi?
Tralasciando i film classicissimi dove i capolavori non si riescono a contare: Fight club, il mio film preferito in assoluto, per trama argomento ritmo interpretazione. Sette anime, se si vuole piangere e piangere ancora. Don’t look up, una descrizione perfetta dei tempi in cui viviamo. Esagerato? Sì, è stato fin troppo morbido.
Come libri invece non posso che citare works, del compianto Vitaliano Trevisan, a cui ho dedicato la quarta di copertina nel mio libro. Sua, infatti, il paragone del nord est Veneto come la periferia di Los Angeles. In questo libro dipinge uno spaccato del territorio veneto attraverso gli innumerevoli lavori che ha svolto, tracciando e la mentalità che ha decretato il successo del suo sviluppo, ma anche i profondi limiti che talvolta impedisce di fare quel salto qualitativo indispensabile nei tempi in cui viviamo.
Come un chiodo nella carne, di chiara Domeniconi, un libro pungente e diretto, come il suo titolo, che descrive la vita altalenante dell’autrice che si denuda completamente al lettore, offrendo tutto ciò che ha, con un coraggio ed una schiettezza che personalmente credo non riuscirò mai a raggiungere.
Finisco in leggerezza con Momo, di Michael Ende, tutto, tranne che un libro per bambini, perché per capirlo veramente non puoi essere un bambino.
Sappiamo che il tuo libro è stato selezionato per l’ambita vetrina Casa Sanremo Writer 2023! I nostri complimenti, come ti senti a proposito?
Incredulo, grato, spaventato, inconsapevole… non sufficientemente preparato, mai. Mi ci butterò come un assetato in una piscina colma di creature sconosciute. Spero non mi si noti per la mia succulenta. Scherzo, vediamo che cosa accadrà, affrontarlo diversamente mi procurerebbe solo ansia.
Come vuoi concludere questa chiacchierata e cosa vuoi dire a chi leggerà questa breve intervista?
Un sincero grazie per avermi dedicato un po’ del vostro tempo, se volete potete trovarmi alla pagina fb “il contastorie”.
Gianni Bortolaso
https://www.facebook.com/gianni.bortolaso
Il libro:
Gianni Bortolaso, “Un accordo stonato”, Argentodorato Editore, 2022
Andrea Giostra
https://www.facebook.com/andreagiostrafilm/
https://andreagiostrafilm.blogspot.it
https://www.youtube.com/channel/UCJvCBdZmn_o9bWQA1IuD0Pg
