#FATTIESTRAFATTI: “BUBULINA”, INTERVISTA ESCLUSIVA CON GIOVANNI BOSCHETTI

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FATTIESTRAFATTI: “BUBULINA-UNA STORIA STRAORDINARIA” INTERVISTA ESCLUSIVA CON GIOVANNI BOSCHETTI

Ben ritrovati cari lettori della mia rubrica #fattiestrafatti su Mob magazine. Oggi la mia intervista esclusiva è, ancora una volta, con l’instancabile scrittore e saggista Giovanni Boschetti. In questa occasione parleremo del suo ultimo libro, Bubulina- Una storia straordinaria, Pav Edizioni. Come ha scritto lo stesso scrittore: “Questa è la stupefacente storia di un desiderio recondito nel cuore di una bambina meravigliosa che volle conoscere il mondo divino. Questa è la straordinaria storia di Bubulina e Gesù”. L’autore, dopo saggi spirituali e una analisi sul conflitto Russia- Ucraina, si conferma penna versatile e attenta a tutto ciò che lo circonda, rivolgendosi al mondo dei più giovani con questa fiaba dal grande valore umano e spirituale, di enorme insegnamento e riflessione direi anche per gli adulti, una fiaba che avvicina al mondo cristiano e a quello delle icone russe, finestre sul mondo divino per chi le sa guardare.

La prefazione è del Professor Alessandro Meluzzi e la postfazione è di Don Gianluca Busi, sacerdote e iconografo.

Giovanni Boschetti  è fra i primi studiosi in Italia dell’arte delle antiche Icone russe e delle opere del periodo delle Avanguardie, ha maturato la sua esperienza come divulgatore nel settore dell’antiquariato inteso come passione, ricerca, competenza e professionalità. Dal 1984 curatore di Academia Ikon Rus’, con sede a Montichiari (Brescia), oggi tra le Gallerie d’arte antica sacra fra le più importanti e conosciute, non solo in ambito nazionale, per la qualità delle opere iconografiche proposte e scelte personalmente.

Autore di numerose pubblicazioni e collaboratore di alcuni testi relativi all’arte russa, Giovanni Boschetti organizza mostre culturali e didattiche in tutta Italia. Esperto in queste forme d’arte e divulgatore delle medesime.

Questo libro costituisce un ulteriore tassello nel costante impegno profuso a favore della divulgazione dell’arte iconografica presso il grande pubblico, ora rivolto al mondo dell’infanzia, dell’adolescenza e non soltanto.

In questi ultimi anni autore anche di romanzi di grande spessore.

 

Nel Vangelo vi è scritto: “Se non diventerete come i bambini, non entrerete nel Regno dei Cieli.”

 

Da questa semplice frase Giovanni Boschetti prende spunto per scrivere e poi narrare questa commovente storia per bambini.

 

Bubulina, bellissima bambina, vive la sua infanzia nelle terre di Russia in un periodo in cui le fiabe di un tempo lasciano spazio a storie come questa.

Lei, la nonna e alcuni giocattoli sono i protagonisti assoluti fino al giorno in cui  scopre e conosce Gesù e la sua mamma Maria, personaggi che nella mente di una bambina si rimescolano come eroi, e dove la fantasia fanciullesca forma un tutt’uno col mondo delle fiabe, del mistero, di Dio.

 

Un’Icona, una raffigurazione sacra e tipica del popolo russo, fa da mediatrice fra questo e l’altro mondo, che Bubulina scoprirà e vivrà occasionalmente nientemeno che con il suo amico del cuore, Gesù.

L’icona, per gli ortodossi, ma non soltanto, è una finestra che si apre sul divino. Come Alice, nel Paese delle Meraviglie, entra da una porticina e si ritrova in un mondo meraviglioso, così la piccola, attraverso l’Icona della nonna, entra ed esce dal mondo sublime del divino.

 

Un episodio rappresenta il punto focale della storia: Bubulina, attraverso l’amicizia con Gesù, ritroverà la sua mamma entrata nel sonno eterno e che non ha mai conosciuto.

 

Può una bambina realizzare un desiderio recondito, custodito nel profondo del suo cuore e velato dalla dolcezza di visioni celestiali?

Sì, se a guidare la sua mente è un amico d’eccezione: Gesù.

 

In questa sua opera, l’autore, Giovanni Boschetti, riesce a comunicare con il mondo divino attraverso gli occhi di Bubulina.

 

La trama è corredata di alcune fotografie di antiche Icone russe, così da dare ai piccoli lettori l’opportunità di vedere realmente di cosa si tratta, e unitamente ai disegni e alle fotografie dà vita a un’avvincente storia per bambini e adolescenti.

 

 

  • Un grande saluto Giovanni e ben tornato a #fattiestrafatti. E’ stata una grande sorpresa per me leggere questa fiaba meravigliosa “Bubulina- una storia straordinaria”, una piacevolissima sorpresa credo per tutti coloro che ti apprezzano come autore versatile e coraggioso. In un mondo dove “il credo”, da qualsiasi parte venga non esiste più, tu hai donato una fiaba sul credere alla realizzazione di un desiderio di una bambina. Perché la scelta di una fiaba?

Perché una fiaba? Perché, tutto sommato, l’uomo resta sempre un bambino nel recondito del suo cuore. L’infanzia dovrebbe essere il momento più bello e piacevole della vita, a tratti intriso di felicità e spensieratezza. Perché allora non coinvolgere il lettore, dal più giovane a quello più attempato, per immergerlo consapevolmente in quel mondo “vissuto, sognando”o“dimenticato,vagheggiando”. Andiamo per gradi.
Bubulina, nome che racchiude pienamente il carattere della piccola protagonista, è un diminutivo più rumeno che russo. Vuole significare bambina intelligente, vispa, intrigante,curiosa e  furbetta. Lei, che non ha la mamma, sente un desiderio latente, ma altrettanto prepotente, di avere una mamma come tutti i bambini del mondo. Attraverso una particolare amicizia lei vuole con insistenza cercarla e conoscerla. E proprio da questa sua ferma volontà. Qui mi fermo per lasciare al lettore la scoperta della trama, piacevolissima quanto inaspettata. E attraverso una fiaba, una storia di bambini, cerco di riportare il lettore, non soltanto fanciullesco, a riflettere meglio sulla sua intima spiritualità. Proprio perché il mondo, soprattutto occidentale, ha perso questo “credere”  in qualcosa di superiore, mi sono rivolto ai bambini affinché riscoprano le nostre radici cristiane con un percorso dove il mondo delle favole, quello del mistero e la dimensione spirituale, sono un tutt’uno creando nel bambino la visione incantata  e magica della loro stessa esistenza.

  • Anna, detta Bubulina, che significa “Bambolina” in lingua russa, è la protagonista di questo viaggio nel mondo divino, fatto attraverso le icone russe, di cui tu sei uno dei maggiori esperti in Italia. Subito conosciamo il micro cosmo della bambina, orfana di madre, e senza aver mai conosciuto il padre, che vive a Palech, piccolo villaggio russo, insieme con la nonna Babushka, e i suoi migliori amici sono tre giocattoli appartenuti alla madre Aliyonushka, morta nel darla alla luce. La bambina vive una infanzia serena ed è attratta dalle immagini sacre, dette icone, con cui ha un rapporto particolare. Giovanni, vogliamo spiegare per chi non lo sa, cosa sono le icone russe e cosa rappresentano?

Le Icone russe sono raffigurazioni di prototipi celesti. Cioè visioni del nostro mondo venturo, trasfigurate, non reali e non umane, bensì spiriti puri. Attraverso le Icone, che sono arte sacra e non religiosa come i nostri dipinti occidentali che pretendono di rappresentare personaggi divini, si entra in contatto con il mondo trascendentale.

Mi spiego meglio. Hai presente “Alice nel paese delle meraviglie”? Ebbene, Alice entra, attraverso una porticina, in un mondo fantastico, irreale, diverso. Le Icone sono una finestra che ti apre alla visione di luoghi non di questo mondo. Qui mi fermo poiché il discorso è assai più complesso e lungo. Ma, tornando a Bubulina, lei, attraverso un’Icona della nonna, entra in quel mondo ogni volta che lo vuole. Ma deve volerlo con convinzione.

  • Nella vita di Bubulina, uguale a quella di tanti bambini nel mondo, si verificano eventi eccezionali in quanto la piccola sente molto la mancanza della madre, nonostante la nonna non le faccia mancare nulla e l’ha anche introdotta al mondo delle icone leggendole un libro che le è stato regalato dal museo di Palech dove la donna lavorava. Vogliamo raccontare cosa succede e con chi parla Bubulina?

Perché una domanda così aperta in cui potrei raccontare tutta la vicenda in una sola risposta? Preferisco centellinarla, così da incuriosire il lettore dell’intervista.

Bubulina è attirata dalla immagine sacra di Maria, la madre di Gesù. Come in una fiaba, ma anche come in un intimo colloquio che molte persone fanno fra se stesse e Dio, lei conosce sia Maria che Gesù. Due personaggi oltremodo “scomodi” per chiunque poiché di altissimo livello, ma lei, furbetta e intrigante, trova il modo di dialogare con loro, mettendoli anche in difficoltà, alcune volte, nelle loro risposte. Da qui si dipana tutta la vicenda…

  • Una storia straordinaria dicevamo, una fiaba che ha come scopo quello di recuperare il cuore del linguaggio evangelico, in questa epoca dove nulla di spirituale sembra più esistere. E’ ancora possibile avvicinarsi al vero messaggio cristiano nel mondo dell’apparire vuoto e superficiale?

   Bella domanda. L’uomo occidentale ha perso la sua spiritualità. L’uomo d’Oriente la mantiene, anche se la modernità lo circonda sempre più. In entrambi i casi vi è lo slittamento, più o meno rapido verso l’immoralità, la decadenza dei costumi, la mancanza di  valori. Qui non proseguo poiché si aprirebbe una questione tanto grande quanto spinosa. Non è questa la sede, avremo altri libri in cui approfondire questa tematica. Tornando alla fiaba l’ho scelta perché parlare ai cuori semplici e puri dei bambini non è facile, ma si entra più agevolmente in sintonia con loro. Un adulto potrebbe riflettere nel leggere Bubulina, un bambino ne viene attratto sicuramente. Il mondo del mistero affascina i bambini e li coinvolge in modo straordinario. Per quanto riguarda il recupero del messaggio cristiano al giorno d’oggi è sempre più difficile. Mancano i presupposti, ossia la Chiesa occidentale che sta velocemente perdendo il suo ruolo istituzionale per rincorrere la modernità in nome e per conto di uno sfrenato proselitismo; la famiglia disgregata, la scuola parcheggio di anime erranti, le istituzioni che si occupano esclusivamente dei diritti sociali dimenticando i valori umani. E soprattutto un egoismo smisurato dove vagheggia una indifferenza verso tutto e tutti. Solo apparenza e non sostanza, soltanto sembrare e mostrare anziché essere e consistere. Stiamo scivolando verso il…Nulla!

  • C’è tanto insegnamento teologico e spiegazione delle figure iconiche russe, i simboli e i gesti della Fede, di cui tu sei un grande esperto, in questa fiaba per tutti, mi piace insistere nel dire. Una fiaba piena di speranza, anche oltre l’impossibile. Cos’è realmente la Fede e il desiderio spontaneo di credere nella sua magia?

Questo domanda richiederebbe un passo letterario lungo e complesso. Cercherò di essere esaustivo nel miglior modo possibile. Nelle raffigurazioni iconografiche ortodosse le immagini hanno un significato ben preciso che ci indica il personaggio dipinto o scritto, poiché l’Icona si scrive e la si legge, oppure il luogo dove avviene il fatto o ancora il fatto storico che deriva comunque dalle Sacre Scritture. Inoltre vi sono simboli in ogni dove della raffigurazione poiché è il modo in cui questo mondo trascendentale ci invia messaggi, dialoga con noi, interloquisce. Per cui possiamo tranquillamente asserire che le Sacre Icone ci offrono un insegnamento nelle misura in cui il devoto vuole o riesce a percepirlo.

In questa storia vi è, sì, la speranza, ma soprattutto vi è la “certezza di”. Ovvero nell’ortodossia esiste la certezza di quel mondo trascendentale, mentre nel cattolicesimo è viva la speranza. Differenza sostanziale.

Partendo da questo presupposto, la fiaba è il racconto di un cuore innocente, Bubulina, che ha acquisito la certezza del Mondo Divino e lo cerca e lo vuole con tanto desiderio e tanta animosità da concretizzarsi in lei. D’altronde le Sacre Icone vengono definite “Finestre” (Pavel Florenskij) sul Mondo Divino con cui possiamo metterci in contatto, “attraversandole” e pregando i personaggi raffigurati. Non è magia, ma atmosfera miracolosa.

  • Il libro è corredato da bellissimi disegni della prestigiosa scuola di pittura di Palech, oltre che da tavole di icone sacre. Un’intuizione perfetta che aumenta la gradevolezza del testo. Come hai deciso questa cosa?

Un passo indietro per comprendere meglio. Le Sacre Icone, pur essendo dipinte, non venivano, almeno fino alla fine del XIX secolo, considerate opere d’arte, bensì un tramite per visualizzare ciò che il devoto sta pregando.
Per cui gli iconografi, ossia i pittori di Icone, non erano menzionati come Tiziano o Raffaello artisti, ma essendo considerati la “mano di Dio” restavano anonimi. Per cui le Icone erano più o meno importanti a seconda della Scuola in cui venivano dipinte. Ecco che la scuola di Palech diventa così la scuola iconografica russa più importante sotto il profilo estetico.
Il libro è corredato di disegni eseguiti da pittori delle scuole di Palech. Questo è un grande pregio ed è un valore aggiunto al libro stesso. Le fotografie delle Icone sono state scelte poiché il lettore, bambino o adulto che sia, ha l’immediatezza di cosa si trova di fronte; non personali disegni del disegnatore, bensì vere opere d’arte iconografica. Ossia la realtà di queste immagini. Veramente un buon connubio fra la realtà e la fantasia, un mix perfetto per una bella storia come questa.

  • In conclusione di questa chiacchierata Giovanni, vuoi dirmi, secondo te, di cosa noi tutti esseri umani sperduti dovremmo essere #fattiestrafatti?

Non possiamo essere sempre “strafatti”, no. Un po’ di originale umanità dobbiamo ritrovarla. Al giorno d’oggi, fra la tecnologia dominante, il voler apparire sempre e comunque, il desiderio sfrenato dell’opulenza e quel bisogno di avere tutto e subito, l’uomo si è perso nella sua stessa inesistenza. Nessuno più è individuo, bensì un numero. Non è più se stesso, ma ciò che vorrebbe apparire trascurando così la sua essenza. Non cerca il successo come insieme di capacità, ma vuole restare all’ombra di una tecnologia che lo protegga da…chi è che cosa? Sembrano tutti onnipotenti dietro lo scudo di un cellulare, anonimi e presenti in un mondo virtuale che li sta divorando per annullarli in semplici numeri e codici.

Vorrei finire con una frase del mio penultimo libro,Putin, l’Angelo di Dio: “Io penso che l’uomo abbia bisogno di ritrovare se stesso, lontano da ogni rumore fastidioso, come le guerre o gli inni ai diritti sociali o le ovazioni di facciata o addirittura le forzature contro natura. L’uomo ha bisogno di ritrovare il silenzio, quel silenzio che gli permetta di ascoltare una flebile voce. La voce dell’Uomo”.

DANIELA MEROLA

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