INTERVISTA A MANUELA BARGNESI che presenta il suo romanzo AMORE OSCENO – Rupe Mutevole

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Manuela Bargnesi ci parla del suo nuovo romanzo AMORE OSCENO

Protagonista di questo romanzo è Viola, giornalista e corrispondente per un noto quotidiano, che si trova a percorrere sentimenti contrastanti  e difficili. Ci parli della protagonista

Viola è la protagonista di questo libro ma anche una donna sulla quale potersi rispecchiare per comprendere le proprie dinamiche e moti interiori.

Una donna determinata con la voglia di imprimere un’impronta nel mondo, Viola è colei che si mette in gioco in prima persona per affrontare il suo destino senza mai indugiare e arretrarsi ma con una penna in mano e armata di fiducia nella vita riuscirà a superare le prove che l’esistenza le darà.

Una donna che vive due amori essenziali, due relazioni importanti con due uomini molto diversi e che le trasmetteranno ognuno un insegnamento prezioso. Ognuno un ponte verso l’altra sponda di sé, come donna, come amante, come giornalista, come se stessa quando incarnerà la sua autenticità.

Viola vivrà un “amore tossico”, “osceno”, che le farà compiere il viaggio dentro se stessa per risvegliare la propria autenticità, e un “amore sacro” che temerà e sarà promessa che l’amore Vero e  non malato possa esistere, esisterà ed è reale.

Quanto il suo lavoro di psicologa ha influito sulla trama della narrazione?

Direi molto. Questo libro nasce dall’esigenza di voler trasmettere un messaggio importante a tutte le persone che mi leggono e dalla volontà di poter essere utilizzato come strumento terapeutico in cui, rispecchiando se stessi, si possa trovare risoluzioni spontanee e guarigioni involontarie.

La trama di questa narrazione è nata dalle storie portate dai miei pazienti combinata alla mia creatività nell’intento di voler mostrare un percorso personale introspettivo che tutti possono intraprendere per la propria evoluzione superiore.

Il rapporto tra la nonna e Viola è importante e lo si intuisce subito dalle prime pagine. Lo scambio epistolare tra le due donne scandisce il ritmo degli eventi. Ci parli di questi due personaggi, della loro complicità, e di cosa rappresenta nonna Rosa per sua nipote?

Certamente, sì il legame tra le due donne è profondo. La nonna rappresenta una madre per Viola, un contenitore protettivo e rifugio sicuro, al tempo stesso speranza che la vita possa dispiegarsi in modalità meno superficiali di come appare, una promessa che sotto la superficie delle cose esiste ancora l’anima del mondo.

Ad un livello più sottile la nonna diviene simbolo dell’Anima, dello Spirito Guida che ognuno ha dentro di sé, chiamata profonda della volontà divina di compiersi per uscire dall’inganno del quotidiano e percorrere quel sentiero che riporta a casa, dentro di sé a coincidere con lo spazio sacro.

La nonna come Via, come richiamo al Sé, all’invisibile, molto più che saggezza la nonna condurrà Viola sull’altra sponda della vita, quella della Verità, della Compassione, della Consapevolezza, quella delle frequenze più alte della scala evolutiva umano-spirituale, le armoniche della gratitudine, dell’unità e dell’amore autentico, che è il darsi, morire in vita per vivere davvero.

Nella sua notte oscura pensò di sfogarsi scrivendo alla nonna cara, dispensatrice di consigli e tesori di saggezza.  Quanto è importante il ruolo dei nonni, la loro presenza, il detto e l’intuito, nelle varie stagioni di crescita dei giovani?

I nonni sono fondamentali perché diventano portatori di un messaggio di potere che si esprime nel linguaggio dell’invisibile, i nonni permettono di infondere la consapevolezza della finitezza di tutte le cose, garanzia dei segni del tempo del corpo e dell’eternità di questa vita che non finisce con la morte ma che la morte è l’altra medaglia della vita.

“Dalla società patriarcale occidentale basata sulla prevaricazione del più debole, all’arrivismo e alle maschere sociali che tutti ormai indossavano, ella si sentiva sempre più esclusa dal tam tam di cui  non aveva mai fatto parte”…  Qual è il rapporto di Viola con l’universo maschile?

E’ abbastanza complesso e direi delicato.

Viola rifiuta il patriarcato che porta al controllo, al potere e alla prevaricazione, non appartiene a quel codice che possiamo definire sociale e che vede protagoniste le mode e l’aspetto di superficialità finta della vita, ma vive di un “codice naturale” entro il quale non c’è posto per la falsità ma solo ricerca della verità.

Viola non ha vissuto in un ambiente dove poter imparare l’amore sano perché i suoi genitori erano a loro volte vittime dei loro condizionamenti mai risolti, perciò si formò presto un’immagine tutta sua degli uomini nei quali proiettava il suo legame paterno, legame che vede un padre anaffettivo e poco disponibile.

Gli aspetti psicologici coinvolti nelle relazioni con l’universo maschile rimandano ai meccanismi di difesa e alle ferite ancora irrisolte di Viola che derivano da dinamiche familiari non del tutto risolte e conflittuali. Conflitto che riporterà in seguito nelle relazioni con i suoi partner e amanti, paure e sfiducia, timori dell’intimità per l’abbandono, il tradimento, la solitudine.

La relazionalità di Viola con l’universo maschile si tinge di irrisolto, drammatico  e privo di quella luce che in seguito troverà dentro di sé.

Convivere con un passato scomodo può sconvolgere la quotidianità, i rapporti presenti, e la giusta obiettività,  quale percorso intraprende Viola per dissolvere i propri fantasmi o per conviverci?

Possiamo vedere una Viola che inizialmente sembra farsi  influenzare da un passato scomodo, ma subito dopo utilizzerà quello stesso passato fatto di relazioni d’amore osceno, le quali le permetteranno di riemerge per accedere a se stessa e trasformare la sua vitta come dalla melma al loto, dal nero passando per il Rosa al Viola in una sequenza di cromature per divenire se stessa.

Viola intraprende un percorso che la riporta a sé , un percorso fatto di lezioni di vita grazie alle esperienze d’amore che vive e che si tradurranno in veri e propri insegnamenti. Amori che le consentiranno di guardarsi dentro, di mettersi in gioco e comprendersi per poter finalmente liberare se stessa.

Mescolando il nero della terra e il rosa della nonna la protagonista ottiene il Viola della propria autenticità.

Viola ribalterà la visione di un passato scomodo con quella di un passato costruttivo per diventare farfalla. Mi spiego, il messaggio che ci trasmette la protagonista è che qualsiasi passato abbiamo non è mai fisso e immutabile e nemmeno mai scomodo per l’oggi, ma può essere trasmutato in quell’evento che attraverso il dolore da la possibilità di trasformare se stessi e raggiungere l’infinito potenziale altrimenti inespresso.

Un seme vuole germogliare e sa che può farlo solo dall’oscurità della terra nera.

La vita non è mai matrigna ma sempre madre attraverso il destino che da, destino che ognuno deve compiere per potersi realizzare e vincere su se stessi, sulla vita, su tutto.

Ci può anticipare qualcosa del prossimo libro?

Il prossimo libro sarà ispirato alla femminilità Sacra.

Vorrei che sia voce di una frequenza evoluta oggi assente nella terra, la frequenza del Cuore, la libertà della Verità che ritroviamo quando integriamo il codice dell’ANIMA.

Vorrei introdurre la consapevolezza di un femminile insabbiato, denigrato, abortito e rinnegato per poter essere riassorbito nelle coscienza come chiave verso una Rivoluzione interiore di ognuno, uomini e donne.

Con il prossimo libro esprimo la volontà di essere un canale per portare Consapevolezza e Libertà, immagini del femmineo sacro da resuscitare in ogni angolo di mondo.

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