Affilate come un rasoio, ma piacevoli come un panno caldo prima della rasatura. Come dei novelli Figaro, faremo sedere gli autori sulla sedia più confortevole prima di accarezzargli il pelo. E di fargli il contropelo!
Ilaria Solazzo intervista Paolo Borgognone che – per una delle case editrici più richieste in Italia, la Diarkos – ha scritto tra biografie su altrettanti personaggi del passato: Freddie Mercury, Elvis Presley e Martin Luther King Jr.
Ilaria – La scrittura è?
Paolo – Il frutto di un lavoro lungo e faticoso: non basta unire soggetto, predicato e complemento. Un po’ come accade a un bravo musicista. Quando senti suonare un maestro – che so come Eric Clapton – puoi pensare che sia facile. Ma poi, se prendi in mano la chitarra ”ti scapezzi”, come dicono i nostri amici di Napoli. Quella è la grandezza: far apparire semplice ciò che è difficilissimo.
Ilaria – Pensi che sia possibile scrivere senza essere in qualche modo influenzati da tutto quello che abbiamo letto o sentito leggere (penso alle favole o ai libri letti ai bambini) in passato?
Paolo – Come è ovvio, no, non è possibile. I libri che abbiamo letti – e se è per questo anche i film che abbiamo visti, la musica che abbiamo ascoltato- fa parte del nostro essere, se abbiamo dato a queste cose lo spazio e l’importanza che meritano. Nei ringraziamenti per un libro dovremmo aggiungere anche tutti quelli che ci hanno ispirato, in un modo o nell’altro, a scriverlo.
Ilaria – Quando ti avvicini alla pagina bianca, ti senti libero da ogni tipo di influenza e ispirato solo dalla tua conoscenza dell’argomento, oppure preferisci pensare che la tua immaginazione si combini con il bagaglio che ti porti dietro come lettore, scrittore e persona, per dare poi vita qualcosa di nuovo e di unico?
Paolo – È sempre un gioco di specchi, di rimandi, di passioni. Tutto è sempre contaminato: la propria esperienza, quella degli altri, una frase o parola che per noi risuona in un certo modo: e la musica che abbiamo ascoltato, come abbiamo già detto. Tutto questo, nel caso di chi scrive biografie come il mio, si deve sposare con lo studio del personaggio in questione e dell’ambiente nel quale è vissuto e si è mosso nel corso della sua vita. Solo così si potranno bilanciare tutti gli elementi per offrire a chi ha la bontà di leggerci un resoconto veritiero e il più possibile aderente alla persona di cui parliamo.
Ilaria – Qual è la “molla” che ti spinge a scrivere? Cosa più ti emoziona?
Paolo – La passione per scrittura è sempre stata presente all’interno della mia vita. Conoscere e spiegare i personaggi di cui parlo nei miei libri me li rende, ovviamente, vicini. Si instaura un rapporto che non prescinde mai dal rispetto, altrimenti si scade nel gossip, ma che consente a chi scrive, e poi si spera anche a chi legge, di entrare veramente in contatto. Ridendo, piangendo, sognando, vivendo insieme, come se fossero davvero lì con noi. Se riesco a trasmettere tutto questo nelle pagine che riempio, allora posso dire di aver fatto un buon lavoro. Salire su un palcoscenico con Freddie, assistere alla realizzazione di un film con Elvis, ascoltare un discorso politico del Reverendo King: come se fossi davvero lì. Ecco la “molla” di cui parli…
Ilaria – In breve, chi è Paolo Borgognone?
Paolo – Un giornalista serio con il pallino della storia e delle storie, appassionato di musica e politica che ama scrivere e, per fortuna, ci riesce anche abbastanza bene.
Ilaria – Stai già lavorando a qualche nuova storia?
Paolo – Sì. Credo sarà pronta per l’estate: un’altra biografia, questa volta di un gruppo musicale che ha fatto grandi cose. Una sfida ciclopica, ma affascinante, che mi sta permettendo di essere catapultato indietro nel tempo e lontano nello spazio, in luoghi che ho visto solo tanti anni dopo, ma di cui conservo un bellissimo e sentitissimo ricordo. E con una colonna sonora davvero eccezionale…