Con una narrazione fluida, attenta, avvincente e coinvolgente, l’autrice Elena Magnani, ci porta a scoprire il suo romanzo La Segnatrice. Una storia emotiva d’altri tempi che cattura l’attenzione del lettore, coinvolgendolo negli intrecci di vita dei personaggi, dei loro dolori provati e del loro coraggio messo a dura prova ogni giorno.
Ci parli del suo romanzo La Segnatrice edito da Giunti: su un tessuto di fatti realmente accaduti in Garfagnana nel ’44 si incrociano le vite e i destini di un tenente tedesco e di una Segnatrice. I Segnatori sono delle figure tradizionali ancora presenti in Italia che con gesti e preghiere segrete curano anime e corpi. Insieme alla protagonista, il lettore scoprirà questa antica arte e la determinazione di Anna nel voler salvare tutte le persone a lei care. Una storia magica e potente, di tradizioni, guerra e di un amore impossibile.
Che segno vuole lasciare con questo suo scritto e nei lettori? Voglio far conoscere la pratica della segnatura e i fatti accaduti in Garfagnana poco prima della liberazione dall’oppressione tedesca. Inoltre, racconto una storia d’amore impossibile, una delle tante accadute veramente tra donne italiane e soldati tedeschi che nella maggior parte dei casi hanno avuto esiti tragici.
Nel prologo c’è scritto “Uomini e donne intercedono con gesti e preghiere per la guarigione di anime e corpi”. Quanto è importante questo credo nel tempo odierno? Visti i tanti messaggi che ho ricevuto dall’uscita del romanzo, questa pratica è ancora molto radicata in tutta Italia.
Come è venuta a conoscenza di questa pratica o forse è meglio dire credenza? La segnatura è una pratica, non una credenza. È un rito tra il sacro e profano, sacre sono le preghiere segrete a Dio o alla Vergine e profani sono i gesti, perlopiù vengono disegnate croci. Qui in Garfagnana è una pratica che ancora sopravvive nella quotidianità. Ci sono segnatori e segnatrici che curano il fuoco di Sant’Antonio, fanno sparire orzaioli e porri e molto altro. Anche mia nonna era una segnatrice e ricevetti da lei il lascito una notte di Natale tanti anni fa.
Perché è importante raccontare oggi, una storia come quella narrata nel suo romanzo? Per mantenere la memoria storica, anche di eroi dimenticati come il tenente Marco, e per raccontare ciò che è veramente accaduto poco sopra la linea Gotica. Inoltre, per me era importante far conoscere il mondo sommerso dei Segnatori, ma ancora molto fertile in tutta Italia.
I suoi prossimi progetti? Nel 2024 uscirà per Giunti un nuovo romanzo, anche questo ambientato su fatti realmente accaduti a inizio Novecento.