PLAN 75, un film di Chie Hayakawa, con Chieko Baisho, Hayato Isomura, Stefanie Arianne | Giappone, Francia, Filippine, 2022 | Uscita 11 maggio 2023

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PLAN 75, un film di Chie Hayakawa, con Chieko Baisho, Hayato Isomura, Stefanie Arianne | Giappone, Francia, Filippine, 2022 | Uscita 11 maggio 2023

TRAILER UFFICIALE:

 

Durata: 113’

Uscita: 11 maggio 2023

PERSONAGGI E INTERPRETI

Michi: Chieko Baisho

Hiromu: Hayato Isomura

Maria: Stefanie Arianne

Yoko: Yuumi Kawai

Yukio: Taka Takao

CREW

Regia e sceneggiatura: Chie Hayakawa

Fotografia: Hideho Urata

Montaggio: Anne Klotz

Musica: Remi Boubal

Produzione: Loaded Films e Urban Factory

Basato su una storia di Chie Hayakawa e Jason Gray

FESTIVAL E PREMI

Festival di Cannes 2022 – Caméra d’Or, menzione speciale

Torino Film Festival 2022 – Fuori concorso

Toronto International Film Festival 2022 – Contemporary World Cinema

Karlovy Vary International Film Festival 2022 – Horizons

Il Piano 75, nella realtà, non esiste, ma tutto ciò che viene rappresentato nel film, purtroppo, sì. A cominciare dalla pressione che la società esercita sugli anziani, fino a farli sentire inutili.

– Chie Hayakawa –

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SINOSSI

Giappone, domani. Un programma governativo, il Piano 75, mira ad arginare quella che ormai è diventata un’emergenza nazionale: l’invecchiamento della popolazione. Da un lato, i costi pubblici del welfare. Dall’altro, appunto, la possibilità per gli anziani di ricorrere all’eutanasia di Stato in cambio di supporto logistico e finanziario. Vivere o morire non è un dilemma etico: è una questione di burocrazia. Basta aver compiuto 75 anni. Seguendo, tra gli altri, Michi, un’anziana che cerca solo di tirare avanti, Hiromu, un venditore del programma, e Maria, una giovane infermiera filippina, la regista Chie Hayakawa (Ten Years Japan) dipinge con grazia e naturalezza un rigoroso dramma sociale dove convergono distopia e realismo, indagine morale e riflessione civile. Plan 75, menzione speciale Caméra d’Or a Cannes 2022, vede scintillare l’eterno talento di Chieko Baisho nel ruolo di Michi: simbolo di un vecchio Giappone che cerca di resistere agli urti del tempo e della modernità.

QUANDO LA SOCIETÀ SMETTE DI PENSARE

Intervista con Chie Hayakawa

Perché, nel tuo film, gli anziani accettano il Piano 75 così facilmente?

Perché, in linea con il modo di pensare giapponese, non vogliono “disturbare” nessuno: hanno paura di essere un peso per la famiglia, per gli amici o per il paese. Una paura alimentata dalla pressione sociale e mediatica che subiscono.

Plan 75 è una critica all’ultraliberismo?

Ho cercato di criticare qualunque tipo di società che non mette al primo posto la dignità umana ma l’economia e la produttività. Eliminare quello che definiamo “improduttivo” è un concetto molto vicino al fascismo: anche senza un dittatore, questo modo di vedere le cose può propagarsi facilmente tra le persone ed è spaventoso.

È vero che, visitando Tokyo, si possono vedere molti anziani raccogliere mozziconi di sigaretta o sorvegliare i parcheggi?

Sì, ci sono molti anziani che lavorano ancora. Alcuni lo fanno per sentirsi vivi, non per i soldi, ma tanti altri hanno davvero bisogno di lavorare per sopravvivere. Sono assolutamente costretti a farlo. E questo non è accettabile.

Nei film classici giapponesi si parla spesso del legame tra genitori e figli. Nel tuo film questo legame sembra essersi spezzato.

È da tempo che i rapporti familiari, in Giappone, si sono indeboliti, non solo quelli tra genitori e figli. Ed è una delle ragioni per cui la società sta diventando così povera di empatia. Credo che la compassione rappresenti la chiave per arginare il problema: ecco perché con Hiromu e Yoko, i due giovani del film, ho voluto dare spazio anche alla speranza.

Plan 75 crea un collegamento tra gli anziani giapponesi e gli immigrati filippini. Perché?

Il Giappone, a causa della carenza di manodopera, attira molti lavoratori stranieri. Soprattutto nel settore delle case di riposo per anziani. Il motivo per cui ho scelto di inserire tra i personaggi un caregiver e un’infermiera filippina è semplice: il popolo filippino conserva ancora un forte senso comunitario, quello che noi giapponesi stiamo perdendo. Una vera e propria “cultura della reciprocità” che deriva dalla loro religione. Volevo mettere in evidenza il contrasto che oppone calore e apatia.

Nel film hai eliminato tutti gli elementi spettacolari.

Volevo che il pubblico sentisse che non si tratta di fantascienza ma di qualcosa che potrebbe accadere. O che sta già iniziando ad accadere. Quindi ho cercato di far sembrare tutto ordinario, come l’attuale panorama sociale.

Tutti gli impiegati e i venditori del Piano 75 sono educati e cordiali. E questa rafforza l’orrore. È una caratteristica giapponese che voleva criticare?

Ho semplicemente voluto rappresentare la violenza con un volto “bello e gentile”: gli impiegati e i venditori del Piano 75 sono persone che hanno smesso di pensare e che accettano, senza discutere, qualunque decisione del governo… Smettere di pensare. Non è terrificante?

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FRAMMENTI DI RASSEGNA STAMPA

Un potente dramma sociale.

Variety

Chie Hayakawa affronta uno dei più grandi elefanti nella stanza del Giappone contemporaneo: le sfide sociali generate dall’invecchiamento della popolazione.

New York Times

Sotto la sua superficie delicata, Plan 75 delinea una riflessione sconvolgente sul modo in cui la società getta via coloro che non sono più indispensabili.

Screen International

L’impatto della storia è reso ancora più profondo dall’assoluta verosimiglianza dei suoi scenari.

The Hollywood Reporter

L’elegante rappresentazione di un mondo senza empatia, tra solitudine e crudeltà sociale.

Slant Magazine

Un film di grande acutezza che evita con attenzione il sentimentalismo.

Cineuropa

LA REGISTA

Nata a Tokyo nel 1976, Chie Hayakawa ha studiato fotografia alla School of Visual Arts di New York. Il suo primo corto, Niagara, è stato selezionato a Cinéfondation/Festival di Cannes nel 2014 e ha vinto il FIPRESCI Award al Vladivostok International Film Festival, due Gran Premi all’International Women’s Film Festival di Seoul e al PIA Film Festival. La prima versione di Plan 75, in corto, è stata l’acclamato segmento di apertura del film antologico Ten Years Japan, prodotto da Hirokazu Kore-eda. Ten Years Japan è stato presentato in anteprima mondiale al Busan International Film Festival nel 2018 e, in prima italiana, al Far East Film Festival di Udine nel 2019. Plan 75 segna il debutto di Chie Hayakawa alla regia di un lungometraggio.

Filmografia:

2022: Plan 75

2018: Plan 75 (corto – segmento di apertura di Ten Years Japan)

2016: May in the Winter (corto)

2015: Bird (corto)

2014: Niagara (corto)

LA PROTAGONISTA

Classe 1941, attrice e cantante, Chieko Baisho è popolarissima in Giappone per aver interpretato il personaggio di Sakura nella serie di film Otoko wa tsurai yo (It’s Tough Being a Man), tra il 1969 e il 1995, che hanno segnato il suo lunghissimo sodalizio artistico con il regista Yoji Yamada. Nel 1980 è stata premiata come miglior attrice agli Hōchi Film Awards per il suo ruolo nel film Haruka naru yama no yobigoe. Attiva anche come doppiatrice, ha prestato la voce al mondo dell’animazione: ricordiamo Gundam, Kimba – La leggenda de leone bianco e Il castello errante di Howl (Miyazaki, suo grande ammiratore, l’ha segretamente ritratta nel personaggio di Sophie Hatter).

TUCKER FILM

Fondata nel 2008 dal CEC di Udine e da Cinemazero di Pordenone, la Tucker Film è riuscita a ritagliarsi uno spazio ben definito nel panorama italiano della distribuzione indipendente. Due sono i principali filoni operativi: le produzioni legate al territorio (come Zoran il mio nipote scemo di Matteo Oleotto e TIR di Alberto Fasulo) e le opere asiatiche. Il secondo filone è nato e si è sviluppato in diretta connessione con il Far East Film Festival, il più importante evento dedicato al cinema popolare asiatico in Europa (di cui il CEC è organizzatore). Tra i numerosi titoli del catalogo, ricordiamo Departures di Takita Yojiro (Premio Oscar 2009 come miglior film straniero), Poetry di Lee Chang-dong (Premio per la miglior sceneggiatura al Festival di Cannes 2010), A Simple Life di Ann Hui (Coppa Volpi 2011 per la miglior interpretazione femminile a Deanie Ip), il grande Progetto Ozu (6 tra le maggiori opere del maestro giapponese restaurate e digitalizzate dalla storica major giapponese Shochiku), Ritratto di famiglia con tempesta di Kore-eda, Il prigioniero coreano di Kim Ki-duk, BurningL’amore brucia di Lee Chang-dong.

Tra le acquisizione più recenti, sei film di Wong Kar Wai freschi di restauro e riuniti nella monografia Una questione di stile (In the Mood for Love, Happy Together, Angeli perduti, Hong Kong Express, Days of Being Wild, As Tears Go By), il road movie israeliano Noi due di Nir Bergman e due titoli di Hamaguchi Ryusuke, nuovo talento del cinema giapponese: Il gioco del destino e della fantasia (Orso d’Argento al Festival di Berlino 2021) e Drive My Car (Premio Oscar 2022 come miglior film internazionale).

Nel 2022 la Tucker Film ha esordito nella produzione, con il mystery-thriller L’angelo dei muri di Lorenzo Bianchini, e ha distribuito la commedia norvegese Ninjababy di Yngvild Sve Flikke.