Dal fango della Romagna ho salvato una manciata di parole e ne ho fatto un alfabeto per non annegare io stessa.
Mi chiamo Giulietta Missiroli e sono una scrittrice.
La mia Terra è in ginocchio, mi ricorda una vecchia che non china la testa ma che singhiozza sotto la frangetta da ragazzina.
Parlatene, parlatene ancora perché ciò che adesso spaventa è la dimenticanza.
Dite il livello dell’acqua che sbrana e divora, ditene ancora.
Non dimenticateci.
A.
ARGINI.
Non mi era mai capitato di soffermarmi sul senso degli Argini, sul loro imprescindibile ruolo nella geografia della mia Terra e del mio cuore.
Non ne avevo avuto né l’occasione né la necessità e, all’interno della sintassi del quotidiano, Arginavo imprevisti di facile risoluzione, emozioni risibili, ansie di poco conto.
Sottovalutavo la sacralità del confine ma questo l’ho scoperto dopo.
Contenere è impresa che richiede la giusta miscela di forza e flessibilità, senza contare che per ogni Argine esiste la possibilità dell’esilio.
Trattenere è un mestiere infame, fa acqua da tutte le parti.
ANZIANI.
Li abbiamo visti caricati sui gommoni di salvataggio come capi di una mandria che il terrore abbia scompigliato. Sono stati trascinati via dalle loro abitazioni con la malagrazia che accompagna l’imprevisto, portati a spalla su rive sorte apposta per l’occasione. Al sicuro – sbigottiti ma vivi.
Il sole dopo la tempesta non ce l’ha fatta ad asciugare lo sgomento degli occhi benché siano state le mani il dettaglio che non mi lascia più dormire: nella mia mente sono ancora lì, arpionate sulla schiena dei soccorritori con dita più adatte a un rapace.
Hanno ossa friabili, i nostri nonni. Hanno la pelle che si riempie di lividi con niente, hanno bisogno di sussidi i cui nomi è meglio bisbigliarli sottovoce per non lederne l’orgoglio.
Ma l’emergenza è una comare pettegola che viola l’intimità scandendo le parole della vergogna ‘Pannoloni’, ‘Incontinenza’, ‘Letto ortopedico’. Il segreto è svelato, le pieghe recondite sono già sfacciate tra gli sfollati eppure negli hub li vedi sorridere senza un lamento.
Signori, ecco a voi la Dignità.
ASSENTI.
Tra l’ondata – mai termine fu più appropriato – d’affetto di chi si è preoccupato per la nostra sorte, spiccano i nomi dei pochissimi che hanno scelto il silenzio, avari persino di un ‘tutto bene?’
Magari sono stati gli amici di una vita, forse le strade si erano già divise … poco importa, certe occasioni profumano del talento del cerotto, sono ponti levatoi costruiti ad altezze strepitose.
Se valiamo come le parole a cui rinunciamo, allora l’indifferenza è una lettera scarlatta cucita sul cuore col fil di ferro.
Ehy, dico a te, muraglia imperturbabile, roccaforte di tutto il mutismo del mondo.
Sei più infangato di me.
#romagnamia #alluvioneromagna #teniamobotta