AMARE UN UOMO CON DEDIZIONE INCONDIZIONATA ED ACCETTARE UN AMORE “CONDIVISO”

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Intervista al Dott. Marco Salerno – Psicologo e Psicoterapeuta

E’ domenica mattina e alla radio trasmettono un successo di Marcella Bella del lontano 1973 “Io domani”. L’ascolto con piacere, sorrido e penso quanto il testo della canzone tratti  un tema tuttora attuale, maledettamente struggente,  romantico e nostalgico al tempo stesso: l’incondizionata dedizione di una donna innamorata verso  un uomo  “non più suo”.

Mi crogiolo nella melodia, dipingendo, quando  tutt’a un tratto mi sovviene l’idea di scrivere un articolo dedicato a quelle donne che, traboccanti d’amore per il loro l’uomo, subiscono il dolore e l’umiliazione dell’abbandono per un’altra donna, ma non serbano rancore nei confronti di colui che le  ha inferto tale ferita e sono pronte a riaccoglierlo. Riaccoglierlo, accettando di condividerlo con “l’altra” e farsi bastare quel che resta.

Come se già tutto questo non fosse straordinario, sono anche pronte a lasciare l’uomo che, viceversa, le ha scelte come “uniche” compagne di vita.  Tuttavia un uomo che non “riescono” ad amare. Con questo uomo, altro non instaurano che un rapporto basato sull’indifferenza, prolungato con e per inedia. Un sentimento spento…

Un amore assoluto o un’ostinazione che trae nutrimento dalla mitizzazione di “quell’uomo”? Donne disposte a subire tutto, prive di orgoglio, altrimenti note come “zerbino”, femmine “immorali” – quelle additate dai benpensanti moralisti con il desueto appellativo di “sgualdrine”-  o donne coraggiose, incuranti dei “ruoli”, capaci di amare con intensità totalizzante?

Come si sente un Uomo,  dotato di intelligenza e sensibilità, nell’essere oggetto di un  amore così grande? Razionalmente, penso avverta il pesante fardello della responsabilità della felicità e, quindi, dell’infelicità di questa donna, soprattutto in funzione dell’incapacità/impossibilità  di ricambiarla in eguale intensità. Inoltre, non vorrei apparire io – insensibile – ma non posso non esprimere la sensazione di una celata dietrologia possessiva e moralmente ricattatoria.

Queste domande le pongo al Dott. Marco Salerno – Psicologo e Psicoterapeuta

 Daniela Cavallini:

Grazie Dott. Salerno per essere con noi. La nostra precedente intervista, intitolata “La condanna di non saper ricevere amore” , pubblicata in questa stessa rubrica, ha toccato davvero il cuore di molti lettori. Un tema complesso che ha origine nell’amore tanto anelato, ma negato o percepito negato, procurando dolore. Dolore al punto di costruire uno schema associativo devastante: “amore uguale dolore”.

Dott. Marco Salerno:

Grazie a lei per questo nuovo stimolante invito. Il tema delle relazioni di coppia è molto sentito in questo periodo storico, connotato da smarrimento ed idealizzazione. Lo schema  secondo cui amare significa soffrire affonda le sue radici nella storia della letteratura e tocca in modo differente uomini e donne, indipendentemente dall’orientamento sessuale. Amore come rinuncia a sé e ai propri bisogni pur di avere una relazione è un pensiero insano che accompagna a volte la propria vita, sin dall’adolescenza. Questa modalità si  ripete come uno schema di comportamento disadattivo quando, pur di fronte ai ripetuti fallimenti sentimentali, si ha l’incapacità di modificare quei comportamenti che alimentano la creazione di una relazione disfunzionale e svalutante. Ricordiamo che la coppia è un’ entità dinamica che si evolve continuamente, per cui anche le modalità relazionali devono essere riadattate da entrambi i partner alle circostanze evolutive del rapporto.

Daniela Cavallini:

Oggi, parliamo di un altro tipo di amore negato, ovvero quello che suscita una dedizione totale, che oso definire priva di equilibrio: l’accettazione passiva delle condizioni di un rapporto. Atteggiamento mentale ben diverso dall’amore incondizionato. Manifestare un comportamento remissivo e subente, pur di ottenere “quell’avanzo” che arriva come l’osso al cane maltrattato, ma che con la fantasia si vuole esaltare, sino a percepirlo “vero”,  trasformandolo in un pasto lauto ed esclusivo. E’ d’accordo con il mio pensiero?

Dott. Marco Salerno:

Le persone che “elemosinano” amore  presentano spesso un basso livello di autostima, mascherato a volte con un atteggiamento di pazienza ed autocommiserazione, di estrema comprensione verso l’altro anche quando questa e’ mal riposta. Chi “subisce” una relazione di coppia è attratto da persone piacevoli ad un primo impatto che poi si rivelano sgradevoli ed inaffidabili, e’ presente un desiderio magico e fantasioso di cambiare l’altro pur non accettando l’idea che nessuno ha il potere di modificare un’altra persona. La persona bisognosa d’amore si spende in ogni modo nel curare l’altro e dedica poco tempo ad occuparsi di sé e a soddisfare i propri bisogni perché immagina che più si occuperà del proprio partner più questo, in un meglio indefinito futuro, si accorgerà di lei.

Daniela Cavallini:

Come si sente un uomo, tralasciando la categoria dei “maschi grezzi”, nell’essere oggetto di un amore così totalizzante?

Dott. Marco Salerno:

Occorre fare un distinguo per rispondere a questa domanda. Un uomo psicologicamente sano, emotivamente maturo ed adulto non ha bisogno di una partner geisha e/o madre che si adatti completamente a lui e neghi i propri bisogni, accontentandolo in ogni modo. Un partner adulto vive un amore totalizzante in modo soffocante non perché non voglia impegnarsi nella relazione, ma perché una relazione equilibrata si caratterizza per scambio e ascolto reciproco. Alla lunga la “devozione assoluta” genera noia, annulla il desiderio di scoperta e abbatte la libido. Ben diverso e’ il discorso se prendiamo in considerazione un partner apparentemente evoluto ma psicologicamente bisognoso di una donna che lo compiaccia, da dominare e svilire. Un tipico esempio è l’uomo narcisista, stereotipo molto diffuso in questo periodo storico, il quale vive la relazione esclusivamente come mezzo per ricevere conferme del suo valore e non è assolutamente in grado di provare empatia e ascolto. Ovviamente vi sono anche donne narcisiste! Il dramma dell’avere una relazione con un narcisista è che spesso il/la partner rimangono incantate dalle promesse fatte loro, senza verificare la loro validità. Il/la narcisista promette ma non concretizza mai quello di cui parla, attribuendo all’altro il fallimento o gli errori della relazione.

Daniela Cavallini:

Si dice che l’amore genera amore…  pertanto non essendo facile essere amati con tanta devozione  può divenire irresistibile… diviene così, per ‘contagio’ , il  caso di due dipendenti affettivi  che costituiscono un rapporto insano?

Dott. Marco Salerno:

Mi permetto di dire che  sfortunatamente non sempre amore genera amore, anzi vi sono situazioni in cui l’amore non supera alcuna barriera nelle relazioni tra adulti.  Di solito un dipendente affettivo è complementare ad un manipolatore affettivo, per cui la figura “bisognosa” d’amore si incastra con chi invece non è in grado di amare, generando una spirale infinita e distruttiva in cui la coppia non arriva mai a definirsi ma  vive in un perenne stato di attesa tra l’assaporare il rapporto tanto agognato e l’ intima paura che questo momento non arriverà mai. Si alternano momenti di idealizzazione e di profondo sconforto fino a quando il dipendente affettivo non acquista la forza e la capacità di liberarsi dal meccanismo di manipolazione. Nel caso di due individui codipendenti la relazione si caratterizza come un rapporto disfunzionale di tipo simbiotico. Tale tipo di relazione si genera quando uno o entrambi i partner cercano nell’altro la compensazione delle proprie carenze, dei propri bisogni insoddisfatti, al fine di sostenersi reciprocamente. Per rompere questo circolo è fondamentale riconoscere quali sono i propri bisogni più profondi e autentici, assumendosi la responsabilità che ognuno di noi è in grado di soddisfarli non attendendo che arrivi qualcuno e se ne faccia carico.

Daniela Cavallini:

Supponiamo che l’uomo in questione, “capitoli” sino a corrispondere questa donna. Tutto bene, verrebbe da dire, ma… poiché lei vive “di e per  lui”, quest’uomo porterà sempre il peso della responsabilità della felicità e dell’infelicità di lei. Una situazione non facile…

Dott. Marco Salerno:

Come ha correttamente espresso, quando l’uomo “capitola” ad una donna che lo inonda d’amore (amore insano), abdica ad un tipo di relazione disfunzionale e simbiotica, in cui si ritroverà a ricoprire il ruolo di colui che deve prendersi cura della partner come se questa fosse una bambina, impossibilitata ad accettare una relazione paritaria, costellata di momenti di apparente condivisione ma in realtà di profonda solitudine. Il leit motiv che contraddistingue tale rapporto è “ ti prego non lasciarmi perché io  farei di tutto per te e la mia vita senza te non ha valore”. L’uomo che si trova  di fronte ad una responsabilità del genere, che la partner gli ha messo sulle spalle come uno zaino pieno di pietre, probabilmente non potrà mai vivere in modo autentico la relazione, determinando un modello relazionale sbilanciato che alla lunga o stagnerà in un rapporto immobile non soggetto agli inevitabili cambiamenti del tempo o andrà incontro alla rottura.

Daniela Cavallini:

Questa intervista prende spunto da un  successo musicale – “Io domani” di Marcella Bella – tuttavia ritrae una realtà ancora molto diffusa. Come vede questo tipo di donna il Dott. Salerno?

Dott. Marco Salerno:

Situazioni come quelle narrate nella canzone “io domani” sono molto diffuse , fanno parte del repertorio relazionale , a differenza dell’epoca in cui è stato scritto il  testo, oggi si identifica con maggiore facilità e chiarezza questo tipo di rapporto disfunzionale, gli si è dato un nome che va oltre il classico mal d’amore.  La fluidità  relazionale che caratterizza il periodo storico contemporaneo ha di positivo il fatto che rispetto a qualche decennio addietro, abbiamo la possibilità di confrontarci con chi vive esperienze simili, di accedere ad informazioni chiarificatrici e di chiedere auto a professionisti qualora divenga impossibile liberarsi in autonomia da una relazione dannosa per sé.  La sfida che ci troviamo ad affrontare oggi è quella di coniugare la libertà di scelta di un partner, maggiore rispetto al passato e la necessità di assumerci la responsabilità del buon andamento di una relazione, di essere consapevoli se veramente vogliamo metterci in gioco in un rapporto o se con onestà, in primo luogo verso noi stessi, non ne siamo capaci o non ne abbiamo voglia, riconoscendo i nostri veri bisogni.

Daniela Cavallini:

E… come la vede Marco?

Dott. Marco Salerno:

Auguro a tutte le donne ( e anche uomini) che raccolgono briciole, di fermarsi e chiedersi se vogliono davvero questo, di guardarsi allo specchio e riconoscere le loro capacità , la sofferenza che un rapporto dipendente arreca loro e di aprire il loro orizzonte perché la vita non passa solo per quel piccolo spiraglio che vivono nella relazione in chi non li vuole.

La Penelope dei tempi moderni è spesso una donna piena di virtu’ e di capacità che dissipa nell’attesa che un uomo si accorga di lei. Si ritrova ad essere la seconda, l’amante, in paziente attesa che lui finalmente decida di accorgersi di lei per poter vivere finalmente l’amore agognato. Quest’uomo non lascerà quasi mai la propria famiglia, la sua relazione, o ridurrà le proprie attività per dare spazio a lei, per cui l’attesa diventa una interminabile agonia, in cui la partner con la sua disponibilità’ compensa le mancanze dell’altro.

Daniela Cavallini:

Un consiglio per “lei” e uno per “lui”?

Dott. Marco Salerno:

Il consiglio che vorrei dare indistintamente a uomini e donne e’ quello di sviluppare ed alimentare la vostra complicità, mettendovi l’uno a fianco dell’altro senza volervi sostituire  all’altro. Complici sia quando si litiga sia quando giunge il momento di sostenersi, perché solo in questo modo la coppia continua ad esistere in una ottica di reciprocità.  Riconoscete la vostra relazione come l’”unica coppia” quella in cui l’esclusività, e non mi riferisco solo a quella fisica, vi porta a sentire che quello che accade tra voi  è unico, il vostro progetto di vita non può essere replicato con nessun’altro.  Ed infine e non meno importante è conservare la capacità di corteggiarvi anche dopo molti anni, certo in modo diverso rispetto all’inizio, cercate di scoprire la persona che avete accanto perché ognuno di noi cambia nel tempo, ha desideri diversi, non smettete mai di ascoltare e di chiedere ed imparate a discutere, senza avere l’obiettivo di fare del male e a chiedere scusa.

Daniela Cavallini:

Un’intervista che fornisce importanti elementi di riflessione. Grazie, Dott. Salerno ed un cordiale saluto a tutti.

 

“Io domani” – Marcella –  (lirica)

Io domani glielo dico che non l’amo più
Gli confesso che al suo posto ora ci sei tu
Ho lottato contro l’attrazione strana delle tue mani 

Mi facevo scudo con un sentimento che era spento.
Cosa importa se con lei dovrò dividerti
Meglio respirarla piano la felicità, aspettandoti
Io domani avrò cura dei pensieri tuoi
Sarò donna oppure solo amica come tu mi vuoi
Guardami negli occhi caro amore mio
Dimmi se qualcuno vuol dividerci
Tu non sai di cosa non sarei capace io
Io domani glielo dico che non l’amo più
Come neve sciolta ho la sensazione di restare sola
Forse un po’ per volta ci diremo appena una parola o no
Guardami negli occhi caro amore mio
Dimmi se qualcuno vuol dividerci
Tu non sai di cosa non sarei capace io
Io domani sembra assurdo ma ricomincerei
Cosa importa se dal primo istante avevi scelto lei
Io domani, ma che dico se domani è qui
La mia storia, Amore, è stata troppo bella per finir così

Guardami negli occhi caro amore mio
Dimmi se qualcuno vuol dividerci
Tu non sai di cosa non sarei capace io

Guardami negli occhi caro amore mio…