-Ben arrivata Giorgia e grazie per la tua disponibilità.
Sei una donna con molti interessi, insegni francese, ti interessi di arte e ti piace scrivere, ma chi è Giorgia Nicolin nel privato, nella vita di tutti i giorni e nella sua passione per l’arte dello scrivere?
Ciao Monica, sono innanzitutto una mamma che ha cresciuto due figlie praticamente da sola finché non le ha viste spiccare il volo. Sono una docente di lingua francese, dopo circa un decennio di lavoro aziendale e una donna che coltiva varie passioni nel tempo libero.
-Di te sappiamo che sei insegnante e che ultimamente ti sei dedicata alla scrittura e stai per pubblicare un libro in parte autobiografico dal titolo “Molte storie, una sola donna”.
Quanto c’è di personale e da dove nasce l’ispirazione di raccontare parte della tua vita?
Credo che ogni libro sia caratterizzato in percentuale maggiore o minore dal vissuto dell’autore.
Per quel che mi riguarda, ho iniziato a scrivere partendo dall’analisi di alcuni episodi della mia vita, in seguito romanzati facendo prevalere la fantasia sulla realtà.
-E’sempre affascinante leggere un libro di una scrittrice che abbia un vissuto da riportare, una storia, molte storie. Quanto ha inciso emotivamente lavorare in questo tuo romanzo?
Molto. Come appena detto, pur dando ampio spazio alla fantasia che ha prevalso sulla realtà, tutto ha avuto inizio da una “rivisitazione” del mio vissuto e ciò ha comportato una notevole fatica emotiva.
-Cosa vorresti far comprendere e trasmettere ai lettori quando leggeranno le tue parole, i tuoi pensieri? Dietro c’è una chiave di lettura che all’istante potrebbe non essere percepita?
Naturalmente non ho messaggi subliminali da trasmettere. Semplicemente racconto la storia di una donna come tante la cui vita, non banale e lineare, non è stata quindi facile. Molte donne potranno riconoscersi nel personaggio di Laura, la protagonista del romanzo. Vorrei che passasse il messaggio di riconoscenza nei confronti della Vita che, nonostante gli ostacoli e le prove a cui si è sottoposti, vale sempre la pena di essere vissuta.
-Perché secondo te oggi è importante scrivere, raccontare o raccontarsi? Per te è un modo per esistere?
Per quel che mi riguarda, la scrittura ha una funzione terapeutica, mi permette di rivivere con distacco esperienze vissute riuscendo a capire il perché di scelte fatte o non fatte che sono, in definitiva, la dimostrazione del nostro essere artefici del proprio destino, di come si possa vivere la vita e non lasciarsi semplicemente sopravvivere. Si tratta quindi di un’assunzione di responsabilità.
-Hai mai pensato di coinvolgere, in un programma scolastico i tuoi studenti e avvicinarli alla scrittura? Cosa ribadiresti loro per appassionarli a quest’arte e incoraggiare la loro attenzione?
A scuola vengono proposte attività aventi lo scopo di motivare gli studenti alla scrittura. Io lavoro in una scuola media e la fascia di età degli alunni va dagli 11 ai 13 anni. Arrivano che sono ancora bambini ed escono dalla scuola media che sono adolescenti. Nel mio piccolo ho svolto attività finalizzate alla creazione di un giornalino scolastico, ovviamente in lingua francese, in cui alcuni alunni hanno dato spazio alla loro creatività tramite la scrittura. In particolar modo ricordo l’esperienza fatta con una classe: disposi le sedie dell’aula allineandole a due a due in fila e senza i banchi. Feci sedere i ragazzi come se fossero in un autobus. Chiesi loro di pensare che erano in gita scolastica e di guardare fuori dal finestrino e scrivere ciò che vedevano. Il risultato fu positivamente sconvolgente: avevano fantasticato le cose più incredibili! Conservo ancora quegli scritti, che poi traducemmo in francese.
-Molte donne potrebbero sentirsi protagoniste, rivivere passaggi esistenziali e morali che tu hai in qualche modo tradotto. Cosa diresti in breve a queste donne che non hai raccontato?
Direi loro ciò che appare scontato, ma che spesso viene dimenticato, ossia che ogni donna possiede una forza in sé quasi innaturale che le permette di superare qualsiasi ostacolo.
-Perché credi si debba leggere il tuo libro?
Semplicemente perché sottolinea l’utilità di fermarsi e analizzare la propria vita per coglierne il significato più profondo, cosa che spesso non si fa perché travolti dal turbinio del nostro quotidiano. Tutti noi spesso facciamo ricorso, parlando, ai proverbi che sono il frutto di un’antica saggezza popolare, di quando la vita era molto più semplice e meno caotica di quella moderna e ci si poteva permettere di fermarsi a riflettere sulla Vita.
-Quali sono i tuoi prossimi progetti?
Sto progettando un sito web in cui esporre le mie creazioni, da quelle pittoriche a ciò che realizzo manualmente con l’uncinetto. Voglio sottolineare che non mi considero assolutamente un’artista, ma solo una persona curiosa con voglia di sperimentare.
-I lettori dove ti possono seguire?
Nel suddetto sito non appena sarà terminato. Nel frattempo sono presente in alcuni social. In Facebook con la pagina “Si.ca” e in Instangram (il_mondo_della_creazione).
E’ stato un piacere e ti ringrazio per la tua disponibilità.
Maestra d’Arte; Monica Isabella Bonaventura