Nell’ultimo quarto del secolo scorso, Taranto venne annoverata tra le “città criminali”: centosessanta omicidi insanguinarono infatti le vie della città e della provincia ionica, assimilandola alla Campania della camorra, alla Calabria della ‘Ndrangheta o alla Sicilia di Cosa nostra. La feroce malavita che falcidiò tutte quelle vite non aveva tuttavia legami particolari con le grandi organizzazioni criminali, ma era legata soprattutto a famiglie malavitose. In particolare, la “cosca” di Antonio Modeo, detto il “Messicano”, e dei suoi fratelli Gianfranco, Riccardo e Claudio. Sullo sfondo Taranto, una città industrializzata ma mai davvero industriale, e protagonista in negativo anche il IV Centro siderurgico, lo stabilimento industriale più grande d’Europa, che con le sue esalazioni mefitiche di vittime ne ha mietute centinaia divenendo, per certi versi, anche un centro di malaffare e di politiche industriali che non tenevano in alcun conto la salute dei cittadini.
Il libro di Ghizzardi e Guastella ingolosisce fin dalle prime pagine il suo pubblico, mescolando insieme la puntualità della cronaca, la dovizia degli atti processuali e l’analisi sociale e politica di quelle terre. Un mix che ben racconta una storia sanguinosa capace di fotografare in maniera eccelsa l’assetto sociale e ambientale di quegli anni, ripercorrendo con minuzia di causa soprattutto gli eventi che hanno visto protagonista l’Ilva e la scia criminale tarantina.
Il testo è alla sua seconda versione, regalando un libro ancora più particolareggiato. Il saggio pone la sua attenzione maggiore sulla figura di Gianfranco Modeo. La sua è una figura controversa, approda alla criminalità fin dalla sua adolescenza. Di grande importanza l’esempio dei suoi fratelli Antonio, Riccardo e Claudio, protagonisti di una faida feroce, una spaccatura profonda all’interno della famiglia, che vide prima litigare tra loro i fratelli, e poi uccidere persino la propria madre.
La criminalità raccontata da Ghizzardi, all’epoca dei fatti sostituto procuratore della Repubblica del Tribunale di Taranto e da Guastella giornalista affermato, è feroce e cruda, capace di mostrare a pieno il viso del mostro che teneva sotto scacco l’intera Taranto. È un libro che parla di intimidazioni, pizzi, sanguinosi omicidi, raccontando una storia dove la criminalità parte da una famiglia e arriva fino alle istituzioni pubbliche come la Provincia e la Marina Militare.
A rendere il saggio maggiormente interessante rispetto alla prima edizione, è certamente l’intervista posta all’ultimo sopravvissuto della famiglia Modeo, Gianfranco, raggiunto in una località segreta, dopo aver intrapreso una collaborazione con la giustizia. Il suo è un racconto semplice, la vita di un uomo un tempo macchiata da sangue innocente, adesso trascorsa tra la quotidianità di una casa e la routine familiare.
È un saggio preciso e attento, che racconta con capacità una Taranto ormai inquadrata tra le città criminali di maggiore rilievo. Un saggio che ripercorre una profonda saga criminale, capace non solo di porre la sua attenzione sul contesto sociale, ma di farsi portavoce di una storia rosso sangue.
Editore: I libri di Icaro
Genere: Saggio
Numero di pagine: 324
Anno di pubblicazione: Novembre 2023
Link acquisto:
https://www.icarolibri.com/ghizzardi-guastella-taranto-tra-pistole-e-ciminiere-ieri-e-oggi.html