Anche in questo anno 2021 ci sarà l’8 Marzo ed anche in questo anno dobbiamo puntare il dito sulla violenza nei confronti delle donne. Non è possibile scambiare la prepotenza degli uomini che dicono di amare come un segno della loro gelosia e giustificare così le loro prevaricazioni e la violenza sia verbale che fisica. In questo lungo anno di quarantena dove la coabitazione è stata vissuta come un isolamento ed una vita dove prevalgono le aggressioni per tante mogli e per tante compagne. Sempre la stessa motivazione che è quella di dimostrare sentimenti malati per far prevalere la figura maschile sulle tante donne, che non trovano il coraggio di denunciare queste violenze. Quella dei femminicidi è una strage che non si ferma. Non si ferma mai. I primi due mesi del 2021 sono un agghiacciante susseguirsi di tragici fatti di sangue e le denunce delle vittime sono spesso campanelli d’allarme e richieste d’aiuto. Agghiacciante il dettaglio emerso su Clara Ceccarelli,la commerciante uccisa pochi giorni fa nel suo negozio di pantofole in pieno centro a Genova dal suo ex compagno.Lei aveva avuto un presagio di quanto le sarebbe capitato. E due settimane fa, secondo quanto raccontato dal commesso che ogni tanto la aiutava, la donna si era pagata il funerale per evitare di pesare sull’anziano padre e sul figlio disabile.Secondo l’Istituto di statistica le donne sono state uccise all’interno delle mura domestiche e quindi in un ambito affettivo/familiare e nel 90% dei casi nel primo semestre 2020,è stato per mano di partner o ex partner (61%).In questi primi mesi del 2021 abbiamo avuto un femminicidio ogni cinque giorni.Gli assassini sono mossi da sentimenti malvagi o da dipendenze oppure da momenti di rabbia generata da motivazioni molto discutibili.Al genere femminile sono stati associati in maniera automatica dei ruoli e dei comportamenti, che hanno reso la donna per troppo tempo confinata tra le pareti domestiche al servizio dei famigliari per tutti i loro bisogni.I percorsi scolastici delle donne non avevano fino a poco tempo fa la stessa valorizzazione di quelli del genere maschile. E’ questa condizione, che ha creato un dislivello sia sociale che economico per la donna. Infatti troppo spesso lei non aveva un suo lavoro e quindi la sua indipendenza economica. Sono tantissimi i casi di violenza domestica subiti dal genere femminile all’interno della famiglia ad opera anche del genitore e poi dal coniuge. L’umiliazione subita con una manifestazione sia fisica che verbale ha costretto molte madri ad un isolamento terribile e spesso il dover giustificare quell’ematoma o quella ferita con qualche caduta accidentale,questa condizione è stata causa di esasperazione ulteriore per quelle menti fragili e violate.In queste unioni l’attività sessuale è vissuta dalla donna come una situazione da subire, per soddisfare quell’uomo, che spesso le usa con sfoghi d’ira risultato di qualche dipendenza come l’alcolismo. La gravidanza è vissuta da lei come una vita nel suo ventre, da proteggere e per lui come una scusa per non esprimere una sessualità, che non ha nulla per essere identificata come atto d’ amore.La statistica quantifica tutta questa violenza con dei numeri, mentre le vittime la vivono sulla sua persona offesa e ferita e se tutto questo accade in presenza dei figli , loro sono le creature vittime della violenza assistita.Quando una persona è oggetto di violenza sia fisica che verbale, deve avere il coraggio di denunciare e non deve giustificare questi episodi con banali scuse. Per accogliere e tutelare queste persone è nato in Toscana il Codice Rosa ed ora è stato adottato anche nelle altre regioni.Il Codice Rosa è un percorso di accesso al Pronto Soccorso riservato a tutte le vittime di violenza, in particolare donne, bambini e persone discriminate. Quando è rivolto a donne che subiscono violenza di genere si parla del “Percorso per le donne che subiscono violenza”. Quando una persona è oggetto di violenza sia fisica che verbale, deve avere il coraggio di denunciare e non deve giustificare mai questi episodi con banali scuse.
Per chiedere aiuto è stato allestito il numero 1522, che è un servizio pubblico promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Pari Opportunità. Il numero, gratuito è attivo 24 h su 24 ed accoglie con operatrici specializzate le richieste di aiuto e sostegno delle vittime di violenza e stalking. E’ doveroso avere la forza ed il coraggio di chiedere aiuto e di denunciare per uscire da questo percorso orribile e dico a tutte :”Forza donne!!”