Cultura medicina per il sapere | di Mauro Galliano

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Il 2020 non sarà proprio un anno da ricordare con una punta di nostalgia per una pandemia che ha invaso le vite di tutti stravolte come nel periodo della peste, saggiamente descritto da Boccaccio nel suo Decameron.

Se andiamo a filtrare bene però tutto il negativo che ci ha lasciato, e gli strascichi si toccano ancora con mano, questo lungo periodo balordo dopo essersi ben delineato con marcati accenti apocalittici, possiamo dire che uno dei settori (concedetemi il termine) più danneggiati è stato quello della cultura.

Il massiccio utilizzo delle nuove tecnologie e soprattutto, dell’accesso ad Internet, nel periodo della pandemia, ha acuito, questa volta in positivo, un dato rilevante: le nuove tecnologie incrementano le possibilità di accesso al patrimonio culturale, non solo in termini quantitativi perché il numero dei soggetti che accedono ad Internet è su scala globale, ma anche in termini di facilitazione dell’accesso a tutto ciò che cultura.

Un colpo troppo pesante ed ingiusto la privazione del diritto all’accrescimento intellettivo. Si può affermare con le più assolute convinzioni che la cultura si è trovata ad essere “relegata” nel mondo social. Un momento catastrofico che ha spiazzato tutti: la cultura in quarantena! È stata penalizzata la forma d’arte in generale.

Un momento storico in cui la cultura ha acquisito un ruolo indispensabile per il benessere individuale e collettivo, ma il paradosso è che tutti i principali luoghi della cultura (musei, teatri, biblioteche, cinema, ma anche centri culturali indipendenti e spazi non tradizionali di fruizione culturale) sono stati chiusi, e in alcuni casi continuano a esserlo. La cultura è posta davanti a una doppia sfida: da un lato, la necessità d’immaginare nuovi modelli di fruizione culturale, dall’altro, confrontarsi con nuove forme di creazione e partecipazione indiretta, in un contesto in cui le interazioni sociali sono state improvvisamente interrotte e messe in pausa.

Una condizione che dura ormai da troppo tempo, e allora ecco le iniziative, gli eventi online per portare la “formazione intellettuale” nelle case di tutti, ci si è organizzati con la voglia di far conoscere a chi non può più raggiungere questi luoghi del sapere e quindi sono loro che raggiungono chi ha fame di conoscenza, la storia di Maometto e della montagna

Dai tour virtuali nei musei alla musica, dai libri ai film, proposte per dissetare chi non riesce a starne senza, per avvicinare all’arte in tutte le sue forme, ma sempre restando a casa!

Siti web, gruppi Facebook e tutto il mondo social preso d’assalto da chi è ritrovato orfano e che ha fame di cultura nel senso vero della parola. I musei, ad esempio, hanno aperto le loro porte virtuali raccontando tutti i loro tesori, dagli Uffizi al Museo Egizio di Torino; tanti sono i teatri che hanno portato le loro opere sul web, da quelli piccoli ai più grandi, fino a quelli celebri in tutto il mondo come il Teatro della Scala di Milano ed il San Carlo di Napoli. Non si contano, ormai, le iniziative nel mondo della musica. Prima fra tutte quella della gente comune che nei primi giorni di quarantena ha riempito i balconi di canzoni che hanno fatto la storia dell’Italia

Un capitolo a parte lo riserverei al mondo che gira intorno ai libri: non c’è cosa più viva delle presentazioni in presenza, ascoltare dal vivo uno scrittore, fare domande, e poi il firma copie, lo scambio di sguardi con chi condivide con te le stesse passioni. In tempo di pandemia c’è un nuovo modo di far conoscere i libri, ed ecco le presentazioni che invadono il web, con le librerie che ospitano nel mondo virtuale autori rinomati ma anche quelli emergenti, e ancora gruppi di lettura che si confrontano sul libro di turno. Indubbiamente se si tralascia la mancanza del contatto umano, aspetto inevitabilmente attuale, c’è da dire che questo nuovo modo di arrivare ai lettori sta dando una possibilità maggiore di raggiungere molte più persone, conseguenza più che positiva in questo marasma generale, dove le pagine scritte non vengono però toccate ed annusate come tanti lettori amano fare.

Basta stringere i denti ed essere ottimisti aspettando di tornare alla normalità.

Alla prossima lettura.

Mauro Galliano