Immersa nella natura, socchiudo gli occhi, penso, ascolto il mio cuore, e attraverso le ciglia brillanti si accende un sorriso.
Vedo ciò che la vita dona, doni che sorprendono e fanno rinascere.
La vita è un dono, un prato, un immenso prato fiorito, disteso fino a toccare e andare oltre l’infinito. Un prato di erbe e fiori variopinti, tripudio di colori, di forme, inebrianti profumi. Sapori a dare sapore alla vita che procede a passo deciso. E foglie secche, di ciò che è stato, non certo inutili, inutile mai, mentre si confondono con la terra. Una distesa di folte erbe, spighe intrecciate da ali di vento a creare un’onda come un mare che si perde all’orizzonte, luccicanti. E come il mare della vita tocca sponde sempre nuove, nuove occasioni si rincorrono a dare vita nuova. Un prato è vita che si rinnova, dove ogni fine getta semi di un nuovo inizio. Non esiste morte, bensì trasformazione, passaggio ad altra vita, altra dimensione, altre realtà. Appaiono in tutta la loro bellezza lunghi steli piegati dal peso di leggere farfalle dai colori paradisiaci, con le loro ali ad unire ciò che è stato creato per essere amato, per essere una danza di vite. Tralci di vite qua e là a ricordare che la vita è frutto che si rinnova, sempre verde, vera quando mette radici profonde, quella che produce semi fertili. Ogni gemma sotto caldi raggi di sole, luce feconda, schiude ogni bellezza. Così ogni dono che la natura sprigiona, in un susseguirsi di eventi, di mutamenti, come esili fili d’erba e fiori delicati apparentemente fragili, resiste, come frutto voluto. Volute di polline portato qua e là da api operose, a seminare terra fertile. In questo prato tutto si rinnova in un ciclo continuo, dove il giorno cede il passo alla sera, fino alla notte, dove l’arrivo della luna continua ciò che il giorno con il suo sole aveva, come ha appena incominciato, e stelle come corolle volte verso il cielo. Un prato ricorda una danza, la danza della vita, luccichio sin da ogni inizio, dal primo, doloroso, sofferto, voluto, realizzato, a costruire un disegno, quadro di infinita bellezza. Brusio di vite, e cinguettii beneauguranti, in un quadro in movimento, tra fili d’erba dolce, amara, salutare, rigenerante, e petali di ogni tipo di fiore, come i pensieri che vanno e vengono, mentre scavano a mani nude nella terra. Spine come spade, forti, resistenti, a difendere e proteggere tanta soave bellezza. Guardo ogni filo d’erba, ogni più piccolo fiore, ogni spina, baciati da gocce di rugiada, e così spuntano lacrime e sorrisi, stupore tra ciglia e labbra, conquistati da tanto splendore.
Così ho iniziato a sorridere, da una lacrima.
TERM
Elena Rosa Tafanelli