Quando nell’Arena l’orchestra torna al centro, inizia il vero cambiamento. Un nuovo ordine mondiale costituito dall’Amore universale. Così un uragano si è abbattuto al piano e di Verona città cambia la viabilità. Spazza via la melanconia, di una storia antica imbevuta d’ipocrisia; perfino il Decumano ora torna a guardare lontano, si rivede la memoria e si percepisce un altro spazio di gloria.
La ricchezza e la povertà invertono l’ordine e non solo nella città, dei potenti non ha rimpianti perché mutano gli addendi. Non è più il banco a governare ma la Legge naturale. I venti naviganti l’hanno sancito, con i loro canti hanno fatto un invito, il resto si lascia andar via, perché non serve nemmeno nella retrovia.
La Corona è tornata e lo ha narrato con dovizia aggiornata, quando all’alba di un nuovo giorno, la nave scuola nel golfo ha fatto ritorno. L’Amerigo ha scoperchiato il ponte del substrato, in quella terra particolare divisa in due dal mare; ora anche per noi la visione è totale.
Col librosaggio abbiamo inviato il messaggio, che l’universo deve ascoltare se vuole salvare la Verità mondiale. Siamo quelli che fanno la storia e di noi si canterà memoria.
La nave è pronta a salpare e rispetta un ordine celestiale, i simboli parlano chiaro ci sanno dare ora una grande mano. Se qualcuno vorrà sapere, in questo libro potrà vedere, come quel destino divino a tutti può dare un aiutino.
Flaviana Pier Elena Fusi
INDAGINE DI EDOARDO FLACCOMIO
Les jeux sont faits!
Frase utilizzata nei casinò quando il banco chiude le giocate e si passa ai risultati. Lo Stop indica ai giocatori che il tempo è chiuso, non c’è più spazio per altre contrattazioni.
La società mondiale è in questa situazione. Non è mai accaduto che sette miliardi di persone fossero messe in quarantena per colpa di un “microbo”, un micro bionte, nel senso di vita microscopica, vita al limite. La potenza umana soggiogata da un misero filamento di sequenza molecolare! Verrebbe da ridere se non fosse che la Corona Cosmica, cioè la Mente universale fatta di equazioni verbali e matematiche, stia parlando a Verona e al mondo intero.
Lo fa da sempre, quasi una risposta istintiva alle prepotenze umane.
Verona, verrebbe da dire Veroma e nessuno se ne accorgerebbe, ma tutti sanno che la Verona di un tempo è stata cambiata dai romani. La verità è rimasta nella parola VERO di VERONA e NA, in ebraico richiama la grazia. VERONA: LA GRAZIA DEL VERO. Se la città fosse stata in grazia di verità, l’Uragano non si sarebbe formato. La famosa Arena di Verona, conosciuta in tutto il mondo, emblema della città, la dice lunga sulla verità: la Grazia del Vero si è Arenata.
Le forze coscienti dell’Assoluto, agiscono implacabilmente colpendo senza pietà i simboli venerati della città e non soltanto quelli, così come la vera giustizia terrena infligge la pena ad un reo colto in flagranza di reato.
L’orchestra sinfonica un tempo ai margini dell’Arena, ritorna al centro laddove erano state installate al suo posto le poltronissime per pochi eletti, a costi esorbitanti.
L’orchestra simboleggia l’Energia Creativa e il suo direttore con la “bacchetta magica” fra le dita della mano destra, mano di Dio, dicono i testi sacri, invia gli ordini agli strumentisti, guai a non seguirli, l’armonia si perderebbe.
Ritornare al centro significa ritrovare la giusta posizione. L’arena, simbolo di vita, non può contenere nel nucleo poltrone e immobilità, persone che ascoltano, perché è nel centro e dal centro che sono emanati gli impulsi vitali.
Prova ne è il nostro ombelico, da cui parte il cordone che tiene unito il feto al ventre materno.
Il centro della terra, della luna e del sole, contengono la gravità, siamo attratti da questo punto inesistente in cui tutto è concentrato.
I buchi neri altro non sono che cardini di potenza che fanno ruotare le stelle.
Il centro di una città e di un paese, di una cellula di qualunque cosa vivente è portatore di senso e di dati vitali.
Gli eventi si succedono l’uno dietro l’altro secondo regole ben precise che non coincidono affatto con quelle create dall’essere umano staccato dall’Ordine Celeste. L’uragano avanza distruggendo tutto, quasi a voler dire ricostruite secondo le giuste regole. Siate GIUSTI! Come certi giardini ispiratori di Verona. Altrimenti, il popolo sappia, che il banco salta.