“La speranza c’è sempre, finché si respira” | di Vittoria Lotti

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La terra promessa di Erich Maria Remarque

Dopo un lungo e travagliato viaggio, Ludwig Sommer riesce finalmente a raggiungere la terra promessa. New York sembra essere la meta in cui è possibile abbandonare gli spettri della memoria e ricominciare a vivere. Ma per Ludwig, ebreo tedesco scampato alla Germania nazista, il sogno americano sembra essere solo un’illusione. Ogni giorno per lui è fatto di speranza e di paura. I ricordi del campo di concentramento lo tormentano in ogni momento facendogli dubitare di essere veramente sopravvissuto a quegli orrori.

L’atmosfera degli Stati Uniti è molto diversa da quella che c’è in Europa, travolta da un’ondata di crudele violenza. Eppure Remarque ci dimostra quanto sia difficile, se non quasi impossibile, sfuggire alla furia nazista, anche a migliaia di chilometri di distanza. I colori, le luci e le ombre, gli oggetti, una folata di vento, tutto per Ludwig è sufficiente a ricondurlo in Germania.

“I ricordi ci tengono in vita.”

Nel cuore della vivace New York, Ludwig sta combattendo una guerra tutta sua, le cui battaglie invisibili e cruente si svolgono solo nella sua testa. Ogni volta che Ludwig guarda nello specchio della sua nuova camera da letto, i suoi occhi riflettono un grigiore scialbo che tenta invano di volgere all’argento. Lo fissa assorto tentando in ogni modo di non concentrarsi troppo su quello che vede. Come la logora poltrona di velluto rosso, le cui macchie danno l’impressione si essere sangue secco. Pensa a dove potrebbe averle già viste. Corpi contorti e sanguinanti a terra gli balenano in mente. Si alza di colpo e accende subito la luce illuminando la stanza. Si guarda attorno dove però non trova corpi morti, ma solo il suo lampadario che sgocciola un desolato bagliore giallo e grigio sulle sedie, non c’è sangue da nessuna parte.

Questo accadeva ogni volta che giungeva la sera. Con il suo avvento, i pensieri colmati durante il giorno assumevano una rilevanza maggiore, mentre venivano ripresi e analizzati dalla sua mente. Fuori però le luci scintillano da ogni parte, grandi iscrizioni e palazzi altissimi lo attorniano. I lampioni illuminano la strada, e le coppie passeggiano tenendosi a braccetto, spensierate poiché le tenebre sono così lontane da loro.

Remarque morì prima di poter concludere questo romanzo. Ma nella sua incompiutezza, il libro ci offre un soddisfacente finale, simile a una porta che viene aperta quando giriamo l’ultima pagina, in cui possiamo vedere un futuro ipotetico pieno di speranza per Ludwig Sommer. Un meraviglioso romanzo che ci dimostra quanto la memoria sia importante, ma talvolta distruttiva.

Erich Maria Remarque, La terra promessa, Neri Pozza Editore

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