“Elementary, my dear Watson”, diceva con voce chiara al suo fedele collaboratore l’investigatore Sherlock Holmes, che visualizziamo nelle più care reminiscenze alla sua scrivania con il cappello, la lente, la pipa, il violino e la cocaina che faceva inorridire il suo medico. Luca Marrone, criminologo, ha pubblicato il 28 giugno 2024 il testo Sherlock Holmes e la logica del delitto, Criminologia e analisi investigativa in Arthur Conan Doyle, edito da EdUP, che conta 156 pagine.
Già autore e titolo fanno presagire l’ottica di quest’opera, poiché vediamo un criminologo che si occupa di un autore di romanzi e una cosa fa da contrappunto all’altra. Tra romanzi e criminologia c’è quasi un ibrido, quasi un incrocio. Se tutti conoscono l’autore di Uno studio in rosso (che in realtà è scarlatto, dal titolo originale A Study in Scarlet, quindi parliamo del colore del sangue), non tutti hanno già realizzato l’impatto che la sua figura ha provocato nelle scienze investigative. Non sappiamo se, mancando nell’immaginario collettivo Sherlock Holmes, la storia di tali discipline si sarebbe differenziata da quella che conosciamo.
Forse, si sarebbe trattato di ambiti meno sistematici. Se esaminiamo, dunque, a livello comparativo l’opera di Conan Doyle e la figura di Sherlock Holmes da un lato, la Criminologia dall’altro, troviamo punti di convergenza e troviamo assonanze. In questo volume è riunita una serie di preziosi articoli: scritti originariamente pubblicati in appendice al “Giallo Mondadori – Sherlock”, collana specializzata in romanzi apocrifi appunto dedicati al celebre consulente investigativo, e successivamente riproposti in brevi e-book per la collana “Sherlockiana Saggi”, curata da Luigi Pachì per la casa editrice Delos Digital.
Non tragga in inganno la provenienza, poiché la raccolta di Luca Marrone è originale: i contenuti sono statiriuniti insieme per la prima volta. Sono stati riveduti, corretti e aggiornati. In questo modo i testi formano una realtà sola. Leggendo sapremo come la produzione di Conan Doyle abbia anticipato e orientato i reali sviluppi delle scienze applicate all’investigazione criminale, in particolare della criminalistica e del criminal profiling. Si pensi, per esempio, alla ricerca e alla raccolta delle tracce materiali del reato sulla scena del crimine e alle analisi di laboratorio identificative delle tracce repertate, dalle quali si parte per l’analisi comportamentale-motivazionale della scena stessa, al fine di tracciare un profilo personologico dell’ignoto autore del fatto.
È il modo di lavorare di Sherlock Holmes, che applica questi metodi ante litteram. Ma fa di più:accenni allostudio sistematico del crimine, del suo autore, della funzione della pena e, in generale, della reazione sociale a crimine e devianza. In sintesi, è un consulente investigativo e un criminologo, nell’accezione più ampia del termine. Modernità assoluta. Lo dimostrano le mille applicazioni della sua figura negli svariati telefilm, che propongono per esempio uno Sherlock Holmes a New York oppure le gesta di sua nipote. Ecco che tra romanzo e Criminologia non c’è più soluzione di continuità, perché l’uno ispira l’altra e si convoglia in essa. Poi, dalla disciplina si torna all’opera di fantasia e si immagina, come raccogliendolo in un gomitolo, il profilo dell’assassino.
Nelle opere di Conan Doyle questi compare come studioso del delitto, esaminato come fenomeno globale. Ecco lo spuntoperun’esplorazione delle discipline forensi e criminologiche sulle tracce del detective per antonomasia.
Da leggere!
