Ciao Eleonora, benvenuto e grazie per aver accettato il nostro invito. Come ti vuoi presentare ai nostri lettori che volessero sapere di te quale scrittrice, poetessa, pittrice, ritrattista, fotografa?
Salve a tutti, sono una lettrice appassionata di Thriller e horror Story ma leggo anche diversi generi. Amo dipingere e il disegno a matita. Ho sempre avuto la passione per la scrittura e finalmente nel 2024 è uscito il mio primo romanzo “Il Ritorno Delle Ombre” una storia Horror/Fantasy definita come un ossimoro narrativo che raccoglie diversi generi nel racconto. Quest’anno uscirà il secondo romanzo e spero che il sogno di scrittrice possa continuare.
Chi è invece Eleonora al di là della sua passione per la scrittura, per la letteratura, per la poesia e la lettura? Cosa puoi raccontarci di te e della tua quotidianità?
Sono laureata in economia, laurea specialistica in Management delle imprese e lavoro per studi professionali di dottori commercialisti che si occupano di fallimenti d’impresa. Inoltre collaboro con un ufficio di consulenza del lavoro ma ho intenzione di dedicarmi a tutt’altro. Sono membro dell’associazione culturale “Art Global” e partecipo a vari eventi, in alcuni dei quali sono coprotagonista nell’esposizione di opere. La mia opera, una poesia, è stata inserita nella raccolta “Oltre 100 Artisti per la Pace”, una raccolta di poesie e varie opere di oltre cento artisti dedicata al tema della pace che verrà consegnato al Vaticano e al Papa. Ho la passione per la fotografia che mi ha fatto compagnia nel periodo più buio della mia via.
Qual è il tuo percorso accademico, formativo, professionale ed esperienziale che hai seguito e che ti ha portato a fare quello che fai oggi nel vestire i panni della scrittrice, poetessa, pittrice, ritrattista, fotografa?
In verità la mia passione per la letteratura e scrittura non nasce del percorso accademico ma semplicemente per esperienza. Mi sono trovata a scrivere dei pensieri e casualmente diventavano tempi e provavo sollievo, liberazione, scarico di tensione e piacere nella scrittura. Per quanto riguarda la vena artistica diciamo che era incorporata nelle doti naturali. A tredici anni ho dipinto a olio su tela Napoleone Bonaparte di J. Louis David.
Come nasce la tua passione per scrittura, per la poesia e per i libri e la pittura? Chi sono stati i tuoi maestri e quali gli autori che da questo punto di vista ti hanno segnato e insegnato ad amare i libri, le storie da scrivere e raccontare, la lettura e la scrittura?
Per quanto riguarda la scrittura inutile citare il maestro dell’Horror Stephen King ma anche Lovecraft, Allan Poe, ecc. Per la pittura, amando il disegno, ho sperimentato su tela improvvisando mix di colori da quando avevo dodici anni e, alle medie, avevo una brava insegnante di disegno artistico che mi ha insegnata diverse tecniche e ad amare l’arte in tutte le sue forme. Per le storie da scrivere ho molte idee radicate negli anni, annotate nei taccuini. Queste idee stanno pian piano prendendo forma e potrei scrivere altri tre romanzi in un anno se solo ne avessi il tempo.
Ci parli del tuo libro, “Il ritorno delle ombre”, pubblicato il 16 febbraio 2024? Come nasce, qual è l’ispirazione che l’ha generato, quale il messaggio che vuoi che arrivi al lettore, quale le storie che ci racconti senza ovviamente fare spoiler?
Da quando avevo sedici anni sogno di diventare una scrittrice. Le idee sulle storie sono cominciate dall’età di ventidue anni e le ho annotate in vari taccuini rimasti nei cassetti per anni. Durante la quarantena del 2020, dopo una settimana di esperimenti culinari, come il resto delle persone segregata in casa, mi sono posta una semplice domanda: cos’è che avrei potuto fare che non ho mai avuto il tempo di fare? Scrivere un romanzo. L’idea iniziale era un Horror che parla di demoni che si manifestano come ombre. Poi, in quei momenti, di profonda solitudine, il mio pensiero è corso verso i miei nonni paterni deceduti più di dodici anni fa. Allora nella storia ho inserito, tra i personaggi, l’unica persona esistita nella vita reale, mia nonna Maria, a cui ho dedicato il romanzo. Nonna appare nel mondo onirico della protagonista, che non sono io, per proteggerla nella lotta tra il bene e il male. La storia parla anche di rapporti di amicizia, di amore, debolezze umane e di legami invisibili tra due persone come quello tra la protagonista e sua nonna. Ovviamente il tutto è condito con la mia fantasia e la storia è totalmente inventata. Il messaggio vuol essere il seguente: non smettete mai di pensare ai vostri cari che non ci sono più perché l’amore che vi hanno dato rimarrà anche al di là della vita. Un legame invisibile che non si spezza mai e sottolineo l’importanza dei ricordi. Amavo mia nonna, come ho amato tante persone nella mia vita. Nel 2024, a dicembre, è morta mia madre e dedico anche a lei questo romanzo che ha commosso molti lettori. Lo dedico a tutti coloro che ricordano e sentano la mancanza di una persona che non c’è più.
Chi sono i destinatari che hai immaginato mentre lo scrivevi?
Mi sono domandata: a chi voglio comunicare? I destinatari, oltre alle persone che mi conoscono, sono anche adolescenti che hanno la passione per la narrativa italiana ma in genere il libro è alla portata di tutti e per chi avesse curiosità di un mix di genere che tratta vari argomenti, anche psicologia, può essere una scoperta, qualcosa di diverso dai soliti romanzi. Vorrei colpire il più ampio genere di lettori.
Tu hai scritto altri libri. Ci parli delle tue opere? Quali sono, come sono nate, quale il messaggio che contengono? Insomma, raccontaci delle tue attività letteraria, sia poetica che dei romanzi.
La poesia in realtà non è il mio ambito di preferenza ma quella inserita nell’opera “Oltre 100 Artisti per la Pace” mi ha tirato fuori qualcosa di profondo perché l’ho scritta pensando a Papa Francesco che già si stava ammalando. Tra l’altro avevamo udienza da lui Il 27 marzo 2025, ma ovviamente, ricoverato in ospedale, l’udienza è stata rimandata. Il secondo romanzo parla di amicizia, anche se è un Thriller, tra un signore di settant’anni e un ragazzo di ventisette. L’uno imparerà qualcosa dall’altro soprattutto per via del gap generazionale. Ne vedrete delle belle. Sarà anche un romanzo divertente oltre che sentimentale sotto certi punti di vista. Il mistero di una villa infittisce la storia. Non dico altro. L’idea parte, anche questa volta, da un fondo di verità, qualcosa da cui ho tratto spunto per raccontare una storia che già avevo in mente da anni.
Una domanda difficile: perché i nostri lettori dovrebbero comprare “Il ritorno delle ombre” o gli altri tuoi libri?
Sinceramente? Per curiosità. Per leggere qualcosa di diverso, un mix di generi letterari in cui si inserisce anche una storia vera. Leggere qualcosa che ci incuriosisce appaga, credetemi. Ci sono tanti libri celebri che sinceramente non mi hanno lasciato nulla del bagaglio letterario o del messaggio contenuto nei romanzi. Di contro altri libri poco conosciuti invece mi hanno aperto gli occhi a un mondo con punti di vista innovativi. Sono del parere che bisogna assaggiare qualcosa prima di dire se è buono o cattivo e forse leggere qualcosa che proviene da una penna senza formazione accademica prettamente letteraria potrebbe essere gradito al lettore.
Prova a incuriosirli perché vadano in libreria o nei portali online per acquistarlo.
Ne Il ritorno delle Ombre i demoni appartengono a una tribù molto antica legata al pianeta Venere, che sparirà dal nostro sistema solare. Tutti i cosmodromi del mondo si attivano per capire dove sia finito e come sia possibile che non sia cambiato il sistema di allineamento degli altri pianeti del nostro sistema solare. Ovviamente poi tutto verrà chiarito. Nella lotta contro i demoni, la protagonista con i suoi amici scoprirà la magia del fiore più antico del mondo, il Croco. I Crochi non sono fiori molto conosciuti eppure pensate, vengono citati addirittura da Omero nella descrizione degli ornamenti delle nozze tra Giove e Giunone. Gli antichi romani li utilizzavano invece come fiori per onorare i morti e accompagnarli nell’aldilà. Sembra che i lunghi steli del Crocus siano stati considerati dai romani come braccia che si ergevano verso l’alto per mandare il defunto in un posto migliore. Un collegamento tra la vita terrena e l’aldilà in poche parole.
C’è qualcuno che vuoi ringraziare che ti ha aiutato a realizzare le tue opere letterarie? Se sì, chi sono queste persone e perché le ringrazi pubblicamente?
Ringrazio tutti coloro che mi hanno voluto bene perché il bene e l’amicizia in cui parlo nei libri mi hanno accompagnata nella descrizione di sentimenti che ho potuto toccare con mano. Inoltre ringrazio in particolare mia cugina Giuseppina Caucci e la mia cara amica Eva Ecate che hanno fornito le loro impressioni/sensazioni leggendo capitolo per capitolo Il ritorno delle ombre. Sono felice di averglielo mostrato prima della pubblicazione perché loro, da gran lettrici e persone che mi vogliono bene, mi hanno fornito supporto in un’impresa che mai avrei creduto di raggiungere. Ringrazio la mia casa editrice Di Leandro & Parners per avermi assistita e coadiuvata durante le presentazioni ma anche di avermi concesso questa opportunità che ha realizzato un sogno che avevo da adolescente.

«… mi sono trovato più volte a riflettere sul concetto di bellezza, e mi sono accorto che potrei benissimo (…) ripetere in proposito quanto rispondeva Agostino alla domanda su cosa fosse il tempo: “Se nessuno me lo chiede, lo so; se voglio spiegarlo a chi me lo chiede, non lo so.”» (Umberto Eco, “La bellezza”, GEDI gruppo editoriale ed., 2021, pp. 5-6). Per te cos’è la bellezza? La bellezza letteraria, della poesia e della scrittura in particolare, la bellezza nell’arte, nella cultura, nella conoscenza… Prova a definire la bellezza dal tuo punto di vista. Come si fa a riconoscere la bellezza secondo te?
La bellezza in generale è qualcosa che arricchisce la nostra anima, aggrazia gli occhi e ci trasmette benessere. Il concetto di bellezza però è relativo a mio avviso. Ognuno di noi lo ricerca in cose diverse e ne dà un significato proprio, compatibile con la propria anima umana. La bellezza letteraria, come la concepisco io, è la capacità di trasmettere delle sensazioni al lettore, delle emozioni. Non importa se queste ultime siano di tristezza, divertimento, dolore, felicità, serenità ecc. La capacità di trasmettere qualcosa di “invisibile” che colpisce l’animo è il più grande dono che abbiamo. Perfino gli animali trasmettono bellezza. La scrittura è bella quando il lettore coglie il messaggio sottostante dello scrittore perché vuol dire che quest’ultimo è riuscito nel suo scopo. Per riconoscerla bisogna avere una gran capacità e sensibilità alla lettura.
«La lettura di buoni libri è una conversazione con i migliori uomini dei secoli passati che ne sono stati gli autori, anzi come una conversazione meditata, nella quale essi ci rivelano i loro pensieri migliori» (René Descartes in “Il discorso del metodo”, Leida, 1637). Qualche secolo dopo Marcel Proust dice invece che: «La lettura, al contrario della conversazione, consiste, per ciascuno di noi, nel ricevere un pensiero nella solitudine, continuando cioè a godere dei poteri intellettuali che abbiamo quando siamo soli con noi stessi e che invece la conversazione vanifica, a poter essere stimolati, a lavorare su noi stessi nel pieno possesso delle nostre facoltà spirituali. (…) Ogni lettore, quando legge, legge sé stesso. L’opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in sé stesso.» (Marcel Proust, in “Sur la lecture”, pubblicato su “La Renaissance Latine”, 15 giugno 1905 | In italiano, Marcel Proust, “Del piacere di leggere”, Passigli ed., Firenze-Antella, 1998, p.30). Tu cosa ne pensi in proposito? Cos’è oggi leggere un libro? È davvero una conversazione con chi lo ha scritto, come dice Cartesio, oppure è “ricevere un pensiero nella solitudine”, ovvero, “leggere sé stessi” come dice Proust? Dicci il tuo pensiero…
Personalmente credo valga sia l’uno che l’altro concetto. Da un lato scrivere è anche un momento di grande introspezione come dice Proust e mi ci ritrovo anche io nel concetto. Ho scavato dentro di me mentre scrivevo e avuto più tempo di pensare a quel che già era dentro di me. Prendiamo ad esempio le adolescenti che hanno il così detto “Diario Segreto”. Nessuno lo deve leggere perché scrivono qualcosa che non vogliono dire a nessuno, si mettono a nudo, e tirano fuori ciò che hanno dentro. Scrivono parlando a sé stessi. Io ho fatto parecchia introspezione e tirato fuori sentimenti che avevo radicati nel cuore ma li ho anche voluti condividere. Non si avrebbe la possibilità di condividere tanti concetti profondi mentre si conversa con qualcuno perché la verità è che tutti vorrebbero parlare e farsi ascoltare ma nessuno vuole ascoltare fino in fondo una persona. Per noia, per tante altre ragioni, il modo più efficace di farsi ascoltare e, indirettamente, è anche una conversazione come dice Cartesio perché il lettore ascolta e magari un giorno riuscirà a darti il feedback o recensione che completerà il ciclo di conversazione. Oggi leggere è diventato impegnativo a causa della vita frenetica e il poco tempo a disposizione ma rimane comunque la più grande risorsa culturale che abbiamo.
«Non mi preoccupo di cosa sia o meno una poesia, di cosa sia un romanzo. Li scrivo e basta… i casi sono due: o funzionano o non funzionano. Non sono preoccupato con: “Questa è una poesia, questo è un romanzo, questa è una scarpa, questo è un guanto”. Lo butto giù e questo è quanto. Io la penso così.» (Ben Pleasants, The Free Press Symposium: Conversations with Charles Bukowski, “Los Angeles Free Press”, October 31-November 6, 1975, pp. 14-16.) Secondo te perché un romanzo, un libro, una raccolta di poesie abbia successo è più importante la storia (quello che si narra) o come è scritta (il linguaggio utilizzato più o meno originale, armonico, musicale, accattivante per chi legge), volendo rimanere nel concetto di Bukowski?
Sono importanti entrambe. Se una storia è ben scritta ma è priva di contenuto, non suscita emozioni ma è eccellente dal punto di vista del lessico vuol dire che lo scrittore dovrebbe scrivere libri accademici perché almeno insegnano una materia. Se invece la storia colpisce, emoziona ed è accattivante ma è scritta con un linguaggio scadente, comunque dona un piacevole intrattenimento ma purtroppo va a minare la qualità del romanzo e un pochino le doti dello scrittore. Diciamo che dovremmo prestare attenzione ad entrambi i requisiti, scrivere una storia piacevole o interessante e scriverla in italiano corretto.
«Lasciate che vi dia un suggerimento pratico: la letteratura, la vera letteratura, non dev’essere ingurgitata come una sorta di pozione che può far bene al cuore o al cervello – il cervello, lo stomaco dell’anima. La letteratura dev’essere presa e fatta a pezzetti, sminuzzata, schiacciata – allora il suo squisito aroma lo si potrà fiutare nell’incavo del palmo della mano, la potrete sgranocchiare e rollare sulla lingua con gusto; allora, e solo allora, il suo sapore raro sarà apprezzato per il suo autentico calore e le parti spezzate e schiacciate si ricomporranno nella vostra mente e schiuderanno la bellezza di un’unità alla quale voi avrete dato qualcosa del vostro stesso sangue» (Vladimir Nabokov, “Lezioni di letteratura russa”, Adelphi ed., Milano, 2021). Cosa ne pensi delle parole di Nabokov a proposito della lettura? Come dev’essere letto un libro, secondo te, cercando di identificarsi liberamente con i protagonisti della storia, oppure, lasciarsi trascinare dalla scrittura, sminuzzarla nelle sue componenti, per poi riceverne una nuova e intima esperienza che poco ha a che fare con quella di chi l’ha scritta? Qual è la tua posizione in merito?
Molto suggestiva la posizione di Nabokov e simpatica la metafora ma un libro non è un pezzo di carne. Non tutti i lettori hanno la capacità di rimporre lo spezzatino nei meandri della propria mente e vivere un’esperienza intima e personale ricomponendo nella propria testa una storia scritta da altri ma interpretata a modo proprio richiede una forma di intelligenza superiore altrimenti si rischia di non essere apprezzati come scrittori. Per me il piacere della lettura deve essere calibrato ad immagine di chi legge. Mi spiego meglio, persone particolarmente intelligenti, colte esigono letture più particolari e quindi posso vivere piacevolmente l’esperienza dello spezzatino ma persone che vogliono semplicemente deliziarsi con una storia, un semplice racconto che tratti un argomento a loro gradito hanno solo voglia di farsi trascinare dalle righe del romanzo. Per quanto mi riguarda, leggendo un po’ di tutto, ho imparato ad apprezzare anche libri che richiedono un impegno superiore ma non sempre ho voglia di addentrarmi in una lettura complicata stanca la mente.
Se per un momento dovessi pensare alle persone che ti hanno dato una mano, che ti hanno aiutato significativamente nella tua vita professionale e umana, soprattutto nei momenti di difficoltà e di insicurezza che avrai vissuto, che sono state determinanti per le tue scelte professionali e di vita portandoti a prendere quelle decisioni che ti hanno condotto dove sei oggi, a realizzare i tuoi sogni, a chi penseresti? Chi sono queste persone che ti senti di ringraziare pubblicamente in questa intervista, e perché proprio loro?
Sinceramente mi sento di ringraziare pubblicamente i miei genitori. Mi hanno dato la possibilità di studiare, di svolgere tirocini ecc. Mi sono sempre stati accanto e mi hanno supportato nei momenti di difficoltà. A volte le possibilità ce le creiamo noi ma nella maggior parte dei casi la vicinanza di una famiglia ti motiva e ti educa alla comprensione del “Cosa vorresti fare da grande”. Io vorrei fare tante cose e spero di ottenere quel che cerco da sempre. Grazie mamma e papà.
Gli autori e i libri che secondo te andrebbero letti assolutamente quali sono? Consiglia ai nostri lettori almeno tre libri da leggere nei prossimi mesi dicendoci il motivo della tua scelta.
Il maestro e Margherita di M. Bulgakov, considerato uno dei cento libri più belli di sempre. Contiene dei paragrafi che raccontano il processo a Gesù sotto Ponzio Pilato ma parla anche di occultismo. Un’interessante esperienza che suggestiona.
Mucchio d’Ossa di Stephen King. Un horror sentimentale sempre in tema di fantasmi e spiriti ma con un’enfasi sull’amore. Un libro un po’ diverso dagli altri dell’autore. Un libro che appassiona, tiene incollato il lettore e trasmette emozioni
Bomba Atomica di Roberto Mercadini. Un libro che parla, ovviamente, della Seconda guerra mondiale scritto in un eccellente linguaggio e con una capacità di sintetizzare concetti notevoli in poche righe degna di poche persone, personalmente invidiabile. Un libro che fa riflettere ed insegna molte più cose dei classici libri di storia.
Ti andrebbe di consigliare ai nostri lettori tre film da vedere? E perché secondo te proprio questi?
Beh, di film da vedere se ne potrebbero consigliare centinaia ma dipende dai gusti degli spettatori. Se parliamo di Horror consiglio “The Conjuring” e gli altri su Annabelle perché riescono veramente a trasmettere quel senso di inquietudine che non si prova da anni guardando i recenti horror.
Per lo spettatore che ama i film storici consiglio “Schindler list” che ho visto almeno dieci volte. La vita di Oscar S. un capolavoro del cinema e grandi attori come Liam Neeson. Non dico altro perché altrimenti scrivo un altro romanzo come risposta.
Per chi ama la comicità, il tragicomico più che altro consiglio Il grande dittatore di Charlie Chaplin. Hitler in versione comica, gioca con il mondo? Sì, Hitler ha veramente giocato con il mondo. Un film che ti strappa varie risate ma la dice lunga sulla tragedia della Seconda guerra mondiale.
Ci parli dei tuoi imminenti e prossimi impegni culturali e professionali, dei tuoi lavori in corso di realizzazione? A cosa stai lavorando in questo momento? In cosa sei impegnato che puoi raccontarci?
Ho consegnato da poco il secondo romanzo di cui sopra. Partecipo ai vari eventi culturali e continuo a disegnare per passione. Quando avrò l’occasione di esibire le opere parteciperò ai vari impegni culturali che mi vedono come protagonista. Non smetterò mai di dipingere né di scrive ed ho in programma la stesura del terzo romanzo per la prossima estate.
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Come vuoi concludere questa chiacchierata e cosa vuoi dire a chi leggerà questa breve intervista?
Volevo salutare tutti e ringraziati per questa intervista. Anche se in Italia scrivono in tanti ma leggono in pochi, incoraggio coloro che vorranno avvicinarsi alla scrittura a non smettere di credere nelle proprie potenzialità, a volte latenti, capacità. Se ci fosse anche una sola persona sulla terra che apprezzi il vostro romanzo avreste comunque la più grande soddisfazione.
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Il libro:
Eleonora Cutini, “Il ritorno delle ombre”, di Leandro & Partners, Roma, 2024.
Il ritorno delle ombre : Cutini, Eleonora: Amazon.it: Libri
Il ritorno delle Ombre di Eleonora Cutini – Di Leandro Editore